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sabato 17 dicembre 2022

Intelligenza artificiale

 

Tornando stamane dalla cena aziendale di ieri, m'è capitato di ascoltare alla radio una trasmissione che parlava di Intelligenza Artificiale. In particolare si discuteva di ChatGPT e delle sue sorprendenti risposte fornite alle domande che gli vengono poste in chat.

Incuriosito, oggi pomeriggio mi sono registrato ed ho cominciato a formulare alcune domande pure io. Il mio intento era quello di cercare di capire se questo programma può essere utilizzato in maniera fraudolenta dagli studenti di mia moglie che spesso ricorrono al web copiando di sana pianta i loro elaborati.

Ad alcuni quesiti l'interlocutore artificiale ha ribattuto, talvolta in maniera pedante, che non era in grado di rispondere, o perché non prova sensazioni come un essere umano oppure per il fatto che non ha accesso ad internet e quindi può attingere soltanto alla propria base dati.

Ho posto allora alcune domande di carattere scientifico spaziando dalla fisica alla matematica, dalla chimica all'informatica. E qui non mi ha deluso. Poi chiedendo di "Carneade, chi era costui?" ho avuto un bellissimo resoconto riguardo a questo filosofo greco.

Non contento, ho chiesto in quale capitolo de "I promessi sposi" viene citato Carneade. In maniera per me un po' piccata, ha sentenziato che fra Carneade ed I promessi sposi non vi è alcuna attinenza. Gli ho dato esplicitamente dell'asino e ha prontamente fatto ammenda per avermi dato una risposta insoddisfacente.

Allora ho concluso dicendo che mi sentivo rassicurato perché secondo me non dovrebbe costituire una minaccia di uso improprio in mano agli studenti di mia moglie. Infine mi domandavo il motivo per cui in futuro avremmo dovuto sborsare dei soldi per continuare a porgli delle domande. Secondo me, al più potrebbe diventare un sofisticato modo di intrattenere le persone.

Non ho avuto risposte: è andato in tilt. Un messaggio rosso, come potete vedere nell'immagine, mi rimanda al servizio di help.

giovedì 15 dicembre 2022

A futura memoria

 

Ho tanto amato questa vita da voler esserci ancora un po', anche quando non sarò più vivo. Ecco il senso di queste memorie.


martedì 1 novembre 2022

Grafiti danzanti

 

Come l'immagine che appare nel post precedente, anche questa è in giro nel web già da un po' di tempo. Subito dopo aver realizzato il disegno "Metamorfosi" ed aver accumulato un certo grado d'insoddisfazione per non essere riuscito a partorire qualcosa di ben più accattivante, ho letteralmente visto danzare davanti ai miei occhi alcune matite, però meno arzigogolate di quelle che compaiono in un vecchio post che ho voluto realizzare in omaggio a Jacovitti.

In verità mi sono permesso oggi di effettuare alcuni ritocchi che ritenevo fondamentali. Nella parte più a sinistra non c'era il portale che si apre sulla balconata e neppure la matica coricata che sta lì a simboleggiare l'anticonformista che non si adegua al comune agire della massa. Anche se, a onor del vero, le tracce di grafite che restano sul foglio, fanno presupporre che ci sia stato tutt'altro che un balletto sinergico ed armonico. L'istantanea congela uno status finale a tutto tondo, ma le posizioni a cui sono approdati i singoli attori mostrano percorsi con un andamento decisamente a briglia sciolta.

Con questa bilanciatura l'occhio dello spettatore non tende più a fuggire verso l'angolo superiore destro, fuori dalla finestra, ma resta concentrato sul centro della scena. Chissà, forse la prima stesura poteva pure essere migliore.

Metamorfosi

 

Questa è una di quelle rare volte in cui un mio elaborato grafico viene pubblicato su altri social ben prima di apparire in testa ad un breve articolo su questo blog. Era da tempo che desideravo cimentarmi in un disegno ben più complesso e meno semplicistico di quanto fatto in altre occasioni. L'idea era quella di stendere qualcosa che facesse pensare ad una trasformazione da ammassi di forme metalliche, rovine o brandelli di oggetti non meglio definiti fino a perdersi in uno sfumato arboricolo dove la natura potesse fagocitare tutto il brutto imperversante per ricostituire su lande desolate un insieme meno caotico e più armonico. M'è rimasto in bocca un sapore amaro che sa d'incompiutezza. Andrà meglio un'altra volta.

sabato 8 ottobre 2022

Quarta lettera dal fronte

 

2.6.83

Miei cari genitori,
rieccomi qua! Sono partito da casa lunedì, molto più a malincuore della prima volta. Ma sul treno ho incontrato degli amici che come me facevano ritorno e così ho viaggiato molto tranquillamente. Il giorno seguente, quaggiù, ero soltanto assonnato, ma non sconvolto. Continuo a vivere serenamente questo mese che mi separa dalla prossima destinazione.

Ritorna a far caldo dopo alcuni giorni, pochi per la verità, di pioggia. L'acqua da queste parti non si trova in abbondanza. Correremo il rischio di restare a secco. Ho avuto conferma che venerdì 10 e 17 corrente mese manderanno in licenza solo per premiare i migliori del corso. Spero, anche per voi, di mantenermi sulla stessa linea ottenendo risultati brillanti. In fin dei conti non mi costa eccessivo sforzo.

Nei momenti di guardia mi metto a pensare e dato il bel tempo, mi vien desiderio di vedere posti di montagna, anche LIVEMMO, dato che è un bel pezzetto che vivo sulle sponde del mar. Vien voglia di tante cose quando queste mancano oppure non si possono praticare. Il brutto, se si può dire così, del militare è che uno è costretto a rinunciare alla libertà di autodeterminarsi (SCEGLIERE). Gli viene restituita in parte solamente dopo le 18 con l'inizio della libera uscita.

Durante la settimana non ne ho proprio mai approfittato. Sarà forse perché ne ho preso una zuppa a Salerno andando avanti e indietro per la città a piedi. Ma qui dentro ci sono più distrazioni. Tuttavia, dato che la stagione si fa sempre più bella e le serate più lunghe, se mi capita di uscire con qualche amico, ne approfitterò anche nei giorni feriali. Credo di aver ricominciato a puzzare. Purtroppo non è possibile lavarsi totalmente come e quando si vuole.

Per questo aspetto bisogna portare pazienza sperando che l'igiene non ci perda troppo. I giorni hanno ripreso a fuggire velocemente come purtroppo han fatto quelli di licenza. Ci si vede così poco e gran parte di quel poco non lo passo con voi. Vi chiedo scusa per il lecito vostro desiderio di avermi di più con voi, ma capitemi nei miei più profondi desideri. Nella vita succede così.

Non vi dimentico sicuramente e vi sono grato per ogni attenzione quando sono lì con voi. Ci rivedremo presto vostro affezionatissimo Romano

Terza lettera dal fronte

 

SCUST 20.05.83

Miei cari,
come passa il tempo! Qualche giornata trascorre lieta. Alcune altre un po' meno. Guardando indietro m'accorgo che parecchie cose mi sono capitate anche in questo tipo di vita che il più delle volte appare piatta e monotona. Qualche domenica fa mi sono recato in visita a Sorrento con gli amici. Una magnifica cittadina. Un posto da signori pulito e caratteristico. Le case sono arroccate sulla roccia e si affacciano a precipizio sulla scogliera. Il mare è notevolmente limpido rispetto alla feccia di Napoli. Ho toccato l'acqua e a mio giudizio ci si poteva anche bagnare.

In lontananza si scorgeva la sagoma del Vesuvio, unica altura di rilievo da queste parti. Dopo un lungo periodo di assenza ho ripreso a far guardie. Per fortuna me ne capita in media solamente una la settimana. Domenica ultima scorsa ho preso il traghetto (Una cosa lussuosissima) e sono andato all'isola di Capri, come avete saputo dato che ho telefonato a Matteo da Anacapri. E' quest'ultimo un magnifico paesino che non trova eguali e del resto tutta l'isola è un vero e proprio gioiello.

L'ho visitato in lungo ed in largo per un bel po', tutto da solo. I miei amici erano venuti fin là con l'unico scopo di far bagni e per prendere il sole. Io ho preferito passeggiare qua e là a piedi. C'è da dire poi che il sole l'ho preso ugualmente. Da Anacapri, incassata su una rupe a ridosso del mare, proprio sotto il monte Solaro, attraverso scalette che tagliavano i tornanti della strada, fino a Capri. E' anch'essa rialzata rispetto al litorale, ma la si raggiunge facilmente senza dover salire troppo.

Ho passeggiato, senza stancarmi e tutto impegnato ad ammirare quello stupendo paesaggio. Mi sono spinto fino ad un terrazzo naturale da dove si dominano i Faraglioni: grossi scogli che fanno pure un arco sul mare. Sono entrato anche in un giardino tutto fiorito, con piante di colori gai. E così, passo dopo passo il tempo m'è volato, in mezzo a tanta gente che come me s'intrufolava per vie che talora divenivano anguste ma ricche d'attrazione, per le splendide cose che vi s'affacciavano.

Inutile dire che ho avanzato tante cose da vedere. Ma ho pensato subito che è assolutamente necessario che vi torni, forse con qualcun altro per condividere il piacere che si trae dalla vista di un angolino così tranquillo e ben tenuto. Alle diciotto mi sono imbarcato per il continente stanco, ma notevolmente felice. Non nascondo che in quei momenti ho provato nostalgia per il fatto di essere da solo in mezzo a tante coppie, e a tante famiglie che si erano messe in viaggio per godersi il week-end.

Attendo d'andare al cinema, infatti sono le 8 di sera. Farei proprio conto di tornare in licenza venerdì 27. Avrei potuto venire ieri, ma i posti erano limitati e quindi... Un caloroso abbraccio vostro affezionatissimo Romano.

giovedì 6 ottobre 2022

Un'altra lettera dal fronte

 

S. GIORGIO A CREMANO 4-5-83

Ciao a tutti;
sono steso semi-distrutto sopra una branda dalla quale vi scrivo. Questa mattina ci siamo svegliati alle 4.15 per andare a sparare. Che levataccia! Tanto più che ier sera ho voluto lo stesso andare al cinema proprio per non andare a letto con le galline. Il poligono di tiro sul quale ci siamo recati è sempre lo stesso della prima volta. Ci siamo fatti una scorrazzata in camion da qui fino a Campolungo (30 km a sud di Salerno) per un totale di due ore circa di viaggio.

Alle 8.00 (circa) eravamo sul posto. Io ero di scorta. Cosa significa? Siccome trasportavamo armi e commilitoni, qualcuno doveva avere il fucile carico onde fronteggiare un eventuale attacco da parte di delinquenti. Niente di particolarmente entusiasmante. Solo un gran rottura di sedere per le assi sconnesse delle panchine dell'automezzo e pure un po' di freddo dovuto alla brezza mattutina.

Arrivati ci siamo schierati in file da dieci in attesa di sparare due caricatori da 8 colpi ciascuno. Io ho colpito la sagoma con 12 colpi su 16, rallegrando l'istruttore che fino ad allora aveva avuto alla sua pedana "mezze cartucce" che facevano solo pochi o nessun centro. Sono stato contento del risultato, anche se ci sono stati tipi più in gamba che han fatto 13, 14 e probabilmente anche 16 su 16.

Alle 16 del pomeriggio eravamo di nuovo in caserma. Hanno distribuito la posta, ma per me niente. E' un po' di giorni che aspetto lettere invano. Non mi scrive più nessuno. Da dopo che son tornato ho ricevuto solamente una breve lettera di don Angelo. Cerco di non pensarci troppo perché riesco a comprendere che come quando io stesso non scrivo molto, specie se stanco, così anche gli altri facciano fatica a trovare una mezz'ora o più per mandarmi qualche lettera. Scusate queste righe sintatticamente errate. Non mi sono corretto, ma il contenuto è chiaro lo stesso.

Sabato, come dicevo a Matteo domenica per telefono, sono andato proprio in cima al Vesuvio con degli amici. E' stata una gitarella interessante. Domenica m'è toccato poi fare servizio in cucina. Capita! Domani sono riserva lavastoviglie.  Se qualcuno dei titolari marcherà visita (com'è probabile) entrerò in azione io. Comunque è un servizio che mi costa meno di una guardia, anche se si fatica fisicamente di più. Però la notte si può riposare, infatti alle 20.00 massimo si termina l'incarico.

La vita militare continua serena pur non mancando momenti di sconforto che cerco di superare distraendomi. Continuano giornate di bel tempo e di caldo. La stagione si porta avanti velocemente. Fate nuovamente gli auguri da parte mia a Laura e Angelo per il loro lietissimo evento. Mi sono accorto che questa lettera vi arriverà dopo il loro matrimonio; pazienza. E' successo perchè scrivendo mi sembra di parlarvi e che voi ascoltiate subito. Ora vi saluto tutti augurandomi di poterci rivedere al più presto in occasione della prossima licenza.

Saluti Romano

Una lettera dal fronte

 

S. GIORGIO A CREMANO (NA)
09/04/83

Miei cari, s'apre così un'altra parentesi. Eccomi qui, praticamente a Napoli, alla scuola specializzati delle trasmissioni per un corso di telescriventista. M'hanno informato che il brevetto che potrò ottenere superando le varie prove, sarà riconosciuto dallo Stato e mi tornerà utile nel lavoro. A Salerno, parlandomi di questa caserma, dicevano che si sta bene. Non mentivano! Infatti è abbastanza ideale (C'è chi dice sia la migliore in tutta Italia).

Dovremmo starcene qui sino al 24 giugno, ma se saremo richiesti a causa delle elezioni amministrative in Campania, ce ne andremo solo il 28 o 29. L'ambiente, all'esterno è squallido, così ci dicono; del resto papà tu un po' l'hai conosciuto e Napoli è sempre la stessa. Oppure, se è cambiata, è di certo peggiorata... Però entro le mura di cinta nessuno si lamenta, tranne che per la voglia di rivedere la propria casa, com'è ovvio.

Siamo in tanti (forse 10 - 15.000) e tutto funziona alla perfezione con una disciplina ineccepibile. I primi giorni ci sembrano improntati ad un eccessivo rigore, e lo sono; poi le cose si sistemeranno e dimostreranno, i superiori nei nostri confronti, maggiore indulgenza. Vi sto scrivendo all'ombra delle piante disseminate nel cortile principale su cui si affacciano i nostri alloggi. Ci sono comode panchine con aiuole, un'edicola e delle cabine telefoniche: un piccolo parco. C'è un'estrema attenzione nel rendere l'ambiente il più possibile gradevole per chi vi è ospitato.

Son contento perchè così mi sembrerà di passare una vacanza un po' "sui generis" (= insolita) piuttosto che una sorta di reclusione. Se poi aggiungiamo che a Napoli qualcosa di bello da vedere c'è, allora il quadro è completo. La sala spaccio è veramente fornita di tutto quanto possa servire a distendersi, compresi tavoli da ping pong. C'è una sala cinematografica interna che funziona quotidianamente e per sole £ 300 si possono gustare films di recente produzione.

Riguardo alle vivande non c'è che da rallegrarsi. E' possibile una maggiore scelta e una migliore celerità (meno coda!). Ci sono anche dei locali adibiti al tempo libero con sale di lettura e per varie attività. Probabilmente avrò la possibilità di coltivare il mio hobby per la pittura. Altri possono dedicarsi al modellismo oppure far parte della banda musicale e altre cose che per il momento non conosco ancora.

Unica, o una delle poche remore (= cose brutte) è il fatto che cominceremo a far guardie e servizi armati. Ma sono ben poca cosa rispetto a tutti gli aspetti positivi che l'ambiente sembra offrire al milite. Cominceranno anche le licenze. Mi augurerei di poter tornare prima che queste mie parole vi giungano per posta. Se non avvenisse non disperate perché certamente dopo poco dovrei arrivare anch'io. Quindi, tutto è bene quel che... comincia e finisce bene.

Se il morale è alto, invece la salute non si dimostra perfetta. Forse è stata l'aria fredda e umida di Salerno a farmi venire tosse e mal di gola che qui cercherò di togliermi. Ma non è niente di preoccupante, non ho mai avuto febbre. Vi abbraccio e vi bacio tutti di cuore con un pizzico di nostalgia ed un grossissimo desiderio di rivedervi a casa.

Ciao Romano


sabato 17 settembre 2022

Ricominciare

 

Sento spesso parlare di "zona di confort" da cui non amiamo distaccarci. A nessuno piace procurarsi il freddo per il letto e pertanto trovo abbastanza normale che ci piaccia permanere, almeno per quel che possa dipendere da noi, nello stato di gradevole benessere che pro-tempore ci ritroviamo a godere. Tuttavia, restare immobili può esporci a situazioni che mai avremmo pensato di dover affrontare.

E' praticamente ciò che a tanti sarà capitato di vedere in uno dei vecchi film di guerra dove le reclute sono tutte ben allineate di fronte al comandante. In quel momento viene detto che c'è un compito importante da svolgere, ma estremamente pericoloso; quindi serve un volontario che faccia un passo avanti. Tutti, tranne uno sprovveduto, fanno un passo indietro e così colui che non aveva assolutamente intenzione di candidarsi, pur rimanendo fermo, si ritrova ad essere in una posizione più avanzata rispetto a tutti gli altri e quindi scelto per l'impresa.

Similmente, anche se in questo caso il movimento è nel verso opposto, se tutti attorno a te avanzano di un passo mentre tu resti fermo dove sei, inesorabilmente finisci poi con l'apparire come colui che ha fatto un passo all'indietro. Bisogna sempre considerare il movimento relativo rispetto a chi ci sta attorno. Se è possibile, dobbiamo giocare d'anticipo per non ritrovarci poi ad inseguire con affanno le posizioni perse. Chi ha tempo, non aspetti tempo, recita un noto adagio. La vita è una lotta ed ogni volta bisogna essere pronti a partire, a ricominciare, ad affrontare a testa alta e con determinazione le nuove sfide che sempre si presentano sul nostro cammino.



martedì 16 agosto 2022

Social moment

 

 

A passeggio fra le vie del centro di una qualsiasi delle nostre città, non puoi fare a meno di notare che quasi tutti teniamo in mano uno smartphone, sia che si tratti di un ragazzino oppure di una persona adulta.

Abbiamo a disposizione un potente elaboratore personale che ci offre l'opportunità di chattare in tempo reale con un parente lontano che risiede al di là dell'oceano ed al contempo può indurci all'isolamento fino a farci trascurare il partner o l'amico che è seduto a tavola di fronte a noi.

Bisogna avere il coraggio di farne un uso più razionale, magari impostando più spesso la modalità aereo, oppure senza precipitarsi subito a sbirciare l'ultimo messaggio arrivato, come se temessimo di perdere la notizia più importante della nostra vita.

Il mondo sta scorrendo davanti a noi e se non alziamo lo sguardo rischiamo di perderci tutto il bello che nessun social ci potrà offrire.

sabato 16 luglio 2022

Falsa umiltà

 

Vorrei rimanere umile pure io, ma questa mania espressiva che sta dilagando assomiglia tanto a quell'altra per cui si facevano le virgolette grattando l'aria un paio di volte con le mani a coniglietto di playboy.

Questa definizione usando la rivista sexy, fino a prova contraria, è mia perché la sto usando da tempi non sospetti. Ecco un altro termine diventato virale in maniera autoreferenziale.

Che sia colpa dei social? Ma sicuramente che lo è, anche se molti di voi penseranno trattarsi più di merito che di demerito dato che una volta, appena prima della comparsa dei veicoli elettrici da pista di ballo di cui sopra, normalmente era uno soltanto a leggere davanti alla luce fioca di un focolare, per lo più giovinetto, mentre tutt'attorno a lui una corona di sdentati sorrisi porgeva l'orecchio alle novità che arrivavano dal fronte.

Ora le novità ce le abbiamo di fronte e non sono per niente nuove. C'è la guerra mondiale, come allora, solo che questa volta hanno deciso di concentrarla tutta in un posto e mi sa tanto che, con la scusa di limitare il numero dei morti, dovranno terminarla nello stesso modo, appena avranno finito di mettere a punto l'arma che annichilisce l'atomica. Sì, perché un'arma è risolutiva soltanto se è in mano ad una sola delle due parti.

venerdì 24 giugno 2022

L'amante

 

Mi aggiro per casa con gli occhiali da asciugare lavati di fresco per una nuova giornata di lavoro.

Collego il PC alla presa elettrica e lo accendo. Intanto che esegue il suo rollio, ripongo l'ampio asciugamano che ha assorbito il nostro sudore mentre svogliati guardavamo seduti sul divano l'ennesimo movie del network americano.

Le persiane sono socchiuse e la casa è in penombra. Una fitta rete ci separa dalle zanzare, ma non impedisce al brusio degli studenti convenuti a scuola per affrontare la seconda prova d'esame di sovrastare il silenzio di queste stanze.

Nella luce attenuata mi muovo ancora per un po' avanti ed indietro prima dell'approdo finale.

Negli occhi un flash d'immagini del film "L'amante" tenta invano di scuotermi dagli sterili screenshots che si susseguiranno uno dopo l'altro sino a tarda sera.

sabato 21 maggio 2022

Non solo arnesi

 


Questi che vedete nelle foto sono arnesi da cucina che ha fatto mio papà, assieme a tanti altri, durante lunghe sere d'inverno oltre trent'anni fa. Uso quello piatto, sottile e squadrato, per il risotto che a me piace rimestare per tutto il tempo della cottura, dal soffritto fino alla mantecatura. Non ha paragoni con quelli che potreste comperare in uno qualsiasi dei negozi di casalinghi o articoli da cucina. Nel rimestare il riso è formidabile per raschiarlo bene dal fondo della padella in acciaio che prediligo rispetto all'antiaderente. Quell'altro è per la polenta e non nasconde un uso più assiduo avendo la punta un po' smussata per l'uso. Trovo che anche questo sia particolarmente adatto e funzionale per la mia rimestatura continua da inizio a fine cottura. Se metti amore nel cibo che prepari, la qualità si sente. E buona parte di questa qualità si trasfonde dal buon lavoro di mio padre, attraverso i suoi attrezzi, fin nelle vivande che poi a tavola fan fiorire consensi e strappano sorrisi.

 

sabato 14 maggio 2022

Papà

 

Ormai sono quasi due mesi che te ne sei andato e mi sembra giusto fissare qualche ricordo così come a suo tempo feci con mamma.

Maria Luisa doveva completare qualche urgente incombenza per la scuola e così ci ha proposto di uscire a pranzo visto che secondo lei nel frigorifero non c'era granché da mangiare avendo rimandato la spesa settimanale. Ero sicuro che non avremmo patito la fame e che aprendo qualche mobiletto si sarebbe trovato di che sfamarci a sufficienza, che poi una gran fame per nostra fortuna non l'abbiamo quasi mai. Però l'idea di fare un salto in pizzeria mi piaceva alquanto e così le ho dato corda.

Verso la fine del pasto, a caffè già degustato, mia moglie e mia figlia mi fanno notare che sulla fronte ho un accenno di foruncolo che richiama quello avuto durante i giorni del lutto per mio padre. In quell'occasione ebbi a motivare quell'escrescenza cutanea in maniera alquanto originale astenendomi dall'incolpare qualche fetta di salume che avevo mangiato la sera prima.

Il giorno seguente il decesso di papà ci siamo recati in RSA per provvedere alle ultime pratiche e gestire il commiato. Il personale dell'agenzia funebre, prima di muovere la salma, chiese a mio fratello e a me se volevamo fargli una breve visita. Ero abbastanza impaziente di rivederlo perché il giorno precedente avevamo mancato l'occasione di dargli un ultimo saluto e credo che il personale medico possa attribuirsi qualche colpa per non aver saputo gestire al meglio la situazione e permetterci di correre al suo capezzale. Maledetto Covid! E' andata così, ma ad altre famiglie è successo anche di peggio nella fase più acuta della pandemia e quindi non voglio lamentarmi più di tanto perché qualche occasione di abbraccio in più per noi c'è stata mentre per tanti altri soltanto un tristissimo pianto a distanza.

Sono entrato mestamente nel locale in cui mio padre era adagiato. Gli son girato intorno e mi son portato nei pressi del suo capo. Vedendolo dal fianco non ho potuto fare a meno di mettere in relazione il suo aspetto con quello di una delle mummie viste al Museo Egizio di Torino. Ti sei consumato come un lumicino. E mentre pensavo fra me queste cose, mi sono chinato come per darti un bacio sulla fronte. Ma poi ho reclinato il capo ed ho soltanto poggiato per un attimo la mia fronte sulla tua quasi a voler far passare, per breve circuito, un ultimo pensiero dalla mia alla tua testa. Ho resistito soltanto qualche istante e poi son dovuto uscire in fretta all'aperto perché ormai avevo gli occhi inumiditi di lacrime e così davo modo a mio fratello e a sua moglie di prendersi la loro parte di intimità con quel che restava di te.

Durante la celebrazione del lutto alla Casa del Commiato ho avuto modo di vedere sulla fronte quel piccolo bollino rosso nato esattamente nel punto di contatto che avevo avuto con papà. E così ho voluto alimentare questa estemporanea fantasia che voleva attribuire lo sfogo cutaneo non ad un temporaneo eccesso di sebo, ma a quella aderenza molto ravvicinata che c'è stata fra la mia e la tua fronte, lo ripeto ancora, quasi a voler travasare fra te e me un ultimo pensiero inespresso di cui in realtà non c'è stato bisogno perché tu avvertivi ben più di me di essere ormai arrivato al capolinea e soltanto non ti era chiaro se dovevi apprestarti a scender dall'autobus oppure sostare ancora qualche istante sul sedile, giusto perché ti pareva che potesse far piacere a me rimandare ancora di qualche momento il termine del tuo lungo viaggio.

Mi rendo conto ora che tu ti eri già congedato da tempo, soprattutto quando raccoglievi le dita nella mano e formando un pugno te lo portavi al petto e dicevi che eravamo nel tuo cuore. Ed io ti rispondevo che anche tu eri nel nostro. E più che un padre ormai fra me e me pensavo di avere un altro figlio vedendoti diventare ogni giorno sempre più fragile.

Prima di alzarci da tavola, ricordando esattamente questa cosa, sentivo irrefrenabile l'impulso alle lacrime e le ho trattenute a stento anche se sicuramente Alessandra e Maria Luisa han visto i miei occhi più lucidi del normale. Quasi a rassicurarle ho detto loro che andava tutto bene e che non avevo alcun rimpianto sapendo di essere stato vicino a papà, non  soltanto nell'ultimo periodo, ma quando più ne aveva bisogno, cioè una volta che anche lui era rimasto vedovo ed io per precedente esperienza ero sicuro che stare uniti poteva alleviare la pena del distacco dalle persone che amiamo.

Sulla tua lapide abbiamo posto la stessa frase che campeggia su quella di mamma.

GRAZIE PER IL DONO DELLA TUA VITA.


sabato 30 aprile 2022

L'oracolo

 

Alla scuola elementare la maestra ci dava talvolta delle ricerche da eseguire a casa. Penso che il suo scopo fosse quello di spronarci e renderci familiari nella consultazione di enciclopedie che tutti avremmo dovuto possedere. Noi invece non avevamo alcuna enciclopedia da cui attingere ulteriori informazioni rispetto ai testi scolastici. "Conoscere" andava per la maggiore in quel periodo ed io osservavo con un certo stupore tutte quelle illustrazioni di cui era corredata, quando qualche mio compagno portava in classe uno di quei volumi.

Alcuni anni più tardi i miei genitori acquistarono "Arcobaleno" composto da una decina di volumi monotematici. All'inizio mi era sembrato un bellissimo acquisto, ma in seguito non riuscivo a trovare il modo di effettuare agevolmente le ricerche che ci venivano affidate nei compiti a casa. In realtà un po' più grandicello riuscii a trarre grande profitto dalla lettura di questi libri che mi permettevano di fare approfondimenti su argomenti che non avrei di certo trovato su "Conoscere".

Ma in quel periodo, viste le mie perplessità e forse anche qualche esplicita lamentela, i miei genitori chiamarono un rappresentante e così comprammo "Capire" che voleva essere la naturale evoluzione dell'altra enciclopedia più datata che circolava da un sacco di tempo. Dopo questo secondo acquisto ed in seguito ad uno sguardo più approfondito, a me però era rimasta una sorta di delusione perché non mi sembrava ancora di cogliere nel segno quando dovevo effettuare una ricerca scolastica.

In uno di questi volumi mi era capitato di leggere una antica profezia secondo la quale l'umanità sarebbe stata turbata da continue guerre ancora per alcuni anni all'inizio del XXI secolo, ma poi ci sarebbe stata una lunga e duratura era di pace e concordia fra tutti popoli. Dopo le grandi devastazioni dei due conflitti mondiali i cui racconti avevano angosciato anche noi piccoli, sebbene ormai lontani negli anni da quegli orrori, non mi sembrava vero di poter sperare in un avvenire decisamente più tranquillo.

Ho sempre tenuto presente questa sorta di oracolo ed ogni volta che sul finire del ventesimo secolo si annunciava un conflitto di una certa rilevanza, pensavo che fosse il naturale percorso profetizzato per arrivare poi a quello stato di pace duratura di cui avrebbero goduto le generazioni a venire ormai lontane per sempre dagli incubi e dai disagi patiti dai nostri genitori.

Quando l'11 settembre del 2001 sono state attaccate e distrutte le torri gemelle, vedendo quelle immagini sul piccolo televisore in bianco e nero che era stato acceso nel laboratorio della nostra ditta, ho pensato che Santina, morta nel gennaio di quello stesso anno, si era risparmiata l'orrore di quei tragici eventi. Proprio oggi avrebbe compiuto sessant'anni e quando morì non era arrivata neppure a quaranta, ma di voglia di vivere ne aveva tanta nonostante il futuro avesse potuto riservare a tutti altre sgradite sorprese.

Qualche giorno fa Maria Luisa, dopo avermi chiesto un ragguaglio sulla odierna situazione in Ucraina, mi ha detto che era quasi contenta che a sua mamma ed a mio padre fossero stati risparmiati questi ulteriori motivi di angoscia che si sono aggiunti al paio di anni travagliati a causa del Covid e prima ancora alle brutalità perpetuate dall'ISIS.

Non ci sembrava vero di poter voltare pagina e cominciare a pensare che la pandemia fosse ormai in stato di remissione dopo averla contrastata con efficaci vaccini che abbiamo saputo approntare velocemente mettendo a frutto gli studi iniziati alcuni decenni fa. Ed ecco che a qualcuno è venuto in mente di turbare i nostri sonni per dare contro a quel desiderio di europeizzazione che sta inesorabilmente dilagando e che rappresenta una terribile minaccia per chi non vuole che le cose stiano nel modo in cui amiamo viverle noi.

Non so se l'oracolo di cui ho letto quand'ero bambino resti ancora valido. Però penso che le scaramucce ad inizio del ventunesimo secolo ormai dovrebbero essere già terminate da un pezzo affinché quella benevola profezia possa risultare vera.

sabato 26 marzo 2022

Parlar di tutto e scrivere di niente

 

Sarà perché al lavoro sono coinvolto in nuovi progetti di sviluppo software che talvolta mi tengono impegnato fino ad ora tarda, sarà perché col tempo viene un po' meno la voglia di mettersi davanti allo schermo e fissare per sempre qualche pensiero, sarà perché la vita corre via col suo grande turbinio, sarà perché non si è fatto altro che parlare a lungo di una cosa e poi adesso di un'altra ancora più grave, ma a me, più che di scrivere, sembra sia venuta piuttosto la voglia di cacciare la testa sotto ad un bel mucchio di sabbia per tirarla fuori soltanto a tempo debito, quando tutto sarà passato, ma passato veramente.

Poi però, quasi come per incanto, giusto non più di un'ora dall'aver sentenziato di fronte alla moglie che forse è giunto il momento di lasciare andare questo progetto che mi vuole coinvolto ormai da diversi anni, ecco che ancora inaspettato torna il desiderio di sentir tamburellare le dita sulla tastiera, non per scriver linee di codice, ma per provare ancora una volta ad infilare i pensieri uno dietro l'altro per vedere, come cantava quel tale, l'effetto che fa.

Mi sarebbe piaciuto allietare, capoverso dopo capoverso, qualche lettore paziente che, per caso o per oculata ricerca, si è imbattuto nelle trame dei miei pensieri. In passato m'è pure capitato di ricevere complimenti ed approvazione perfino da qualche collega di lavoro che si era ritrovato a leggere alcuni dei miei pezzi e di essere stato lodato per il periodare fluido e scorrevole. Ogni tanto sono andato io stesso a rileggermi alcuni pensieri che non ricordavo completamente e di essermene meravigliato. Davvero sono stato io a scrivere quelle cose?

Altre volte la stesura è stata decisamente più difficoltosa. Sono tornato a limare il primo periodo a più riprese senza capire bene come sarebbe stato l'incipit del successivo. Il più delle volte, soprattutto agli inizi, avevo così tante cose da dire, soprattutto a me stesso, che non mi son curato troppo della forma e le frasi si accumulavano quasi da sole una dopo l'altra. Pensavo che una successiva rilettura sarebbe stata sufficiente per eliminare qualche svarione grammaticale, qualche imprecisione sintattica facendo largamente tesoro delle brevi lezioni di stile che Maria Luisa ha generosamente dispensato in questi anni a mio beneficio, anche se lei tende a minimizzare dicendo che il suo apporto è stato minimale e che scrivevo già bene di mio.

Ne abbiamo parlato giusto qualche momento fa. E' così che si deve scrivere. Di getto, senza curarsi troppo della forma. Ci sarà un secondo passaggio, una limatura finale atta a rimuovere con cura tutte le sbavature rimaste sul campo. Anche se, a onor del vero, a me sembra che talvolta possa essere ben più efficace la scrittura originale rispetto a quella revisionata. Poi però convengo che le ripetizioni di termini vadano abolite, che la lettura debba essere il più scorrevole possibile, evitando di incespicare in capoversi o frasari poco chiari, rispettando il plurale del verbo quando vi è più di un soggetto. Lo confesso, questa è una mia debolezza, ma col tempo sto imparando e faccio più attenzione a questi particolari che possono apparire di poco conto e per lo più tollerati.

E mentre allontano un attimo i polpastrelli dai tasti per brandire la tazza della fumante tisana che Maria Luisa ha testé posto al mio fianco sulla scrivania, provo a vedere se riesco a lasciarmi andare ad una riflessione non banale, ad un pensiero intimo che meglio calzino e possano motivare lo sforzo di essermi seduto ancora una volta davanti al PC per pubblicare un nuovo post su Piccola anima, il blog che ha raccolto in passato tante mie riflessioni ed a cui invece oggi tendo un po' a distaccarmi, sia per scarso desiderio di lanciare nel web altre sfumature della mia vita privata, ma di più perché forse non ho più tante cose da dire. O, quantomeno, non ho più la velleità di pensare che quel che scrivo possa essere un contributo significativo nella costruzione di un mondo migliore.

S'è rotto l'incanto. Mi sembrava di aver voglia di parlare di tutto ed invece son finito con lo scrivere di niente. Se vi sentite un poco presi in giro dal momento che eravate giunti fin qui ed un po' di aspettativa l'avevate pure accumulata ripensando ai miei tempi migliori, allora meritate le mie scuse. Il tempo è prezioso. E' infinito, ma purtroppo noi ne godiamo soltanto una porzione infinitesimale e dobbiamo valutare per bene le scelte che facciamo, specialmente come lo impieghiamo. Il tempo non va sciupato.

sabato 12 febbraio 2022

Il clown

 

Dietro questa maschera c'è un uomo e tu lo sai
L'uomo d'una strada che è la stessa che tu fai
E mi trucco perché la vita mia
Non mi riconosca e vada via

Dietro questa maschera c'è un uomo e tu lo sai
Con le gioie, le amarezze ed i problemi suoi
E mi trucco perché la vita mia
Non mi riconosca e vada via

Dietro questa maschera, lo sai ci sono io
(Sono io soltanto, io)
Quel che cerco, quel che voglio, lo sa solo Dio
(E lo sa soltanto Dio)

 Tratto da "La favola mia" di Renato Zero

 

sabato 22 gennaio 2022

Sul filo di lana

 

In molte situazioni ci si ritrova a fare la cosa giusta proprio nel momento in cui il tempo sta quasi per scadere.

Le occasioni non sono mancate per provvedere con largo anticipo. Eppure, pensavamo che non avesse molta importanza e che non ci si dovesse affannare più di tanto perché - ci dicevamo in cuor nostro - tanto non c'è bisogno di correre.

Chi ha tempo non aspetti tempo, recita il noto adagio. Chi ben comincia è a metà dell'opera, giusto per rispolverare una variante che mi è particolarmente cara. Tuttavia abbiamo indugiato più del dovuto e così ci stiamo ammassando ora in lunghe file quando invece, se avessimo agito per tempo, avremmo potuto condurre a termine la cosa senza correre il rischio di arrivare proprio sul filo di lana.