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domenica 13 febbraio 2011

Uno sguardo a domani


Ero già andato a letto dopo una tranquilla serata passata davanti alla TV in compagnia di mia moglie. Ma il sonno questa sera tardava un poco a venire. Vorrei dormire, recuperare le ore di riposo che mi sono mancate durante la settimana, perché gli impegni sono tanti e perché al mattino c'è bisogno di alzarsi presto per andare al lavoro.

Però non volevo continuare a rigirarmi inutilmente e così, per non disturbare Maria Luisa, sono uscito dalla camera. Scendo un attimo in strada per incontrare la notte e vedere cosa mi perdo ogni fine settimana trascorso al ritmo di chi lascia che sia domani, e non adesso, la parte migliore della propria vita.

Ho appena girato l'angolo di casa che subito mi si affianca un tale. Nel buio fatico a vedere bene in faccia se si tratta di una persona amica oppure se cela per me qualche insidia. Quasi un brivido di paura. Faccio finta di niente e proseguo per la mia strada, sperando che anche lui se ne vada per la sua. Ma cosa dovrei temere? Perché sento quella presenza come una minaccia?

All'improvviso bisbiglia qualcosa. Forse mi sbaglio, non sta parlando con me. E' un refolo di vento in questo febbraio stranamente primaverile. Quel sibilo l'ho scambiato per una voce, un lamento. Ma poi di nuovo ancora una domanda, ora chiara, m'interroga nella notte. "Ehi, dico a te. Vuoi dare un'occhiata più avanti?"

Non so dove la voglia mi stia portando. Quasi senza meta gironzolo per le strade del quartiere. Cosa mai potrei desiderare di vedere più in là nella via? Certo che a quest'ora ci sono in giro persone veramente singolari. Perché non me ne sono rimasto a letto. Di sicuro a quest'ora dormirei già.

"Dico a te, non sto scherzando", riprende ancora quel tale con una certa insistenza. Ma quelle parole cominciano ad instillare in me un poco di fiducia: non sembrano ostili. "Dice a me?", rispondo con aria distratta, quasi non avessi capito bene la domanda. "Sì, se vuoi, posso farti dare un'occhiata in avanti per vedere le cose che devono ancora succedere".

Santo cielo... Cosa si è fumato costui sulle panchine del parco, penso fra me, e mi vien voglia di allungare il passo per levarmelo di torno. Guadagno in fretta la via di casa e salgo le scale senza far rumore. L'unico visionario stralunato, questa notte, l'ho incontrato io. Eppoi avrei voluto vedere, se gli avessi dato retta, che cosa sarebbe stato in grado di mostrarmi realmente. Il futuro non si può conoscere in anticipo. Tutto sommato è meglio così perché, forse, la visione non risulterebbe totalmente di nostro gradimento.

Dicono che a dicembre dell'anno prossimo verrà la fine del mondo. Ci scherziamo sopra, ma sotto sotto credo che siamo un po' curiosi di sapere cosa succederà. Magari niente, come per il bug dell'anno 2000. E se invece arrivasse davvero la fine del mondo? Non qualcosa di catastrofico, come immaginano alcuni. Qualcosa di bello come nessuno osa sperare realmente in fondo al proprio cuore. La fine, insomma, di ogni ingiustizia e sopruso. Una nuova stagione in cui, finalmente deposte le armi, si possa vivere per sempre in pace.

Penso che, se così deve essere, qualche segno si possa scorgere ancora prima di quella data. Gettiamo lo sguardo lontano, ben oltre i litigi di Palazzo che sono per noi un'inutile distrazione. Riuscite a vedere anche voi che la gente si muove e va tutta nella direzione sperata?

domenica 6 febbraio 2011

Esiste il diavolo?


Verso fine novembre 2010 ho trascorso un fine settimana in Toscana con alcuni amici ex-colleghi di lavoro. Ne avevo già dato notizia nel breve post consultabile qui: http://piccola-anima.blogspot.com/2010/12/gita-gmb-2010.html. Nel Museo dell'Opera del Duomo di Pisa abbiamo avuto modo di fotografare, rigorosamente senza flash, alcune stampe che riproducono gli affreschi del cimitero (Campo santo monumentale) ormai danneggiati in modo gravissimo in seguito al bombardamento alleato di fine luglio 1944. In uno di questi disegni è raffigurato il diavolo intento a divorare e ad infliggere terribili supplizi ai dannati. Quest'immagine ha subito evocato in me il ricordo del giudizio universale dipinto da Giotto per la cappella degli Scrovegni. Sono andato a rivedermelo in una delle numerose fotografie presenti on-line. Ho così scoperto che esistono sul web anche visite virtuali che ci consentono di ammirare quest'opera con maggiore calma rispetto ai pochi minuti che sono concessi al visitatore per la sosta nel piccolo locale della cappella.


Confrontando le immagini si possono scorgere numerose similitudini e differenze che caratterizzano queste due opere pittoriche.In entrambe inconfutabilmente emerge sovrastante ed inquietante la figura del diavolo che fa strage del genere umano.

Ora però il mio intento non è quello di tenere una lezione di storia dell'arte e neppure una dissertazione teologica sugli argomenti toccati da questi dipinti. Sicuramente non ne sarei all'altezza, data la mia scarsa preparazione in materia e, per così dire, visto che la mia ignoranza spazia in tutti i campi. Quello che intendo fare è di porre a me stesso una semplice domanda. Esiste il diavolo?

C'ho pensato su un po' e poi sono giunto alla conclusione che il diavolo non esiste. Al di là di tutta l'iconografia classica che ha rappresentato il diavolo in varie forme animalesche con tanto di corna e coda, non credo che esista un essere malvagio perennemente in lotta con Dio per condurci al male e sviarci da quel percorso di santità a cui noi tutti siamo chiamati.

Il male certamente esiste, ma non proviene dall'esterno a contaminare l'uomo. Nasce invece dentro di lui e ne esce manifestandosi in tanti modi diversi, ma caratterizzati tutti da un unico denominatore: il rifiuto di Dio.