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sabato 20 giugno 2020

Corsa ad ostacoli

Dopo lunghe giornate di intenso lavoro espletato in regime di smart-working, quando ormai sarebbe già ora di sedersi a tavola per la cena, esco di casa per fare una passeggiata in modo da sgranchirmi un po' e scrollarmi di dosso tutto quel tempo passato seduto davanti allo schermo di un computer. Siamo alle porte dell'estate ormai e penso sia giusto non badare troppo all'orario quando si sceglie un momento di relax, esattamente come mi capita sovente di fare quando sono dedito alle incombenze legate all'attività lavorativa che probabilmente mi tiene occupato ben più del dovuto. Ma, quando c'è di mezzo la passione per quello che si fa, corrono veloci le lancette dell'orologio ed il tempo sembra non si fermi mai.

Una di queste sere, invece di proseguire come altre volte verso il grande fiume, colto da non so quale intuizione, ho cambiato direzione ed imboccato una via sconosciuta. Come cremonese d'adozione, mi piace parecchio girare per il centro della città. Però amo anche allungare il passo ben oltre il perimetro urbano per andare di tanto in tanto a vedere il pigro defluire del Po. Quel giorno davanti a me procedeva, ben più motivato e solerte, un giovanotto in abbigliamento sportivo e così, vedendolo imboccare quella strada, ho pensato che seguire un percorso diverso dal solito mi avrebbe permesso di vedere cose nuove ed inaspettate.

Ed infatti così è stato. La strada che prosegue fiancheggiando il canale Morbasco abbandona quasi subito il centro abitato e permette allo sguardo di tuffarsi nel verde degli alberi che costeggiano da una parte il maleodorante corso d'acqua e dall'altra di perdersi nelle distese sterminate dei campi coltivati ad avena, mais, frumento, girasole e ogni altro genere di coltura che va per la maggiore in questo periodo. Mentre proseguo, non manco di inviare qualche fotografia anche a Maria Luisa che è rimasta a casa a disbrigare ancora qualche incombenza scolastica per l'imminente esame di maturità che la vedrà impegnata nei giorni successivi.

Con grande meraviglia la consorte di rimando mi fa sapere che non ha mai avuto occasione di percorrere quel tratto di strada e così mi strappa la promessa di tornarci un'altra volta in sua compagnia. Non trascorrono molti giorni ed il desiderio della moglie è stato subito appagato. Camminando insieme con andare non troppo spedito, le indicavo i luoghi in cui la prima volta mi ero soffermato a prendere alcune inquadrature col cellulare. La giornata decisamente più soleggiata non aveva però tutto il fascino della primigenia scoperta, sebbene il paesaggio fosse egualmente gradevole. La temperatura era ben più elevata al punto da farmi sentenziare che questo non sarebbe un tragitto adatto da percorrere in piena estate con il sole a picco e l'afa che incombe.

In questo luogo ci sono due argini del Po che corrono paralleli in direzione sud. Noi stavamo procedendo lungo quello più distante dal corso dell'acqua, ma ugualmente potevamo vedere in distanza quanto l'altro fosse frequentato, ben più di questo che ad un certo punto lascia l'asfaltato e sembra assumere i connotati di una usuale stradina di campagna. Consultando distrattamente sul cellulare la mappa del posto, ho visto che i due argini si sarebbero prima o poi congiunti, ma di strada bisognava percorrerne ancora tanta e così abbiamo deciso di tagliare corto effettuando in verità un tragitto non tanto ortodosso che mi ha poi portato a ricevere un benevolo rimbrotto da parte di un allevatore di bestiame, avendo attraversato la sua proprietà, nonostante i chiari divieti che, tutto intento a fotografare, non ero riuscito a focalizzare bene. E neppure avevo dato tanto peso ai tentativi di dissuasione della moglie pensandola colta più da desiderio di arretramento che dalla volontà di proseguire nel rientro a casa attraverso un itinerario più lungo.

Questa mattina sono voluto tornarci ancora per fare il giro completo approfittando del fatto che Maria Luisa era impegnata a scuola. Sono andato ad imboccare l'argine maestro che prometteva di dilungarsi, oltre la fattoria raggiunta la volta precedente, in maniera meno confusa ed incerta essendo completamente asfaltato. Ne ho pure approfittato per telefonare a mio figlio e sentire com'era andata la sua settimana lavorativa. Passo dopo passo mi sono ritrovato ad imboccare un tunnel sotto l'autostrada Brescia-Piacenza che in precedenza avevamo scorto soltanto da lontano. Sbucato al di là del sottopasso, dato che la strada sembrava proseguire ancora per un lungo tratto, ho acceso il dispositivo GPS e mi sono chiarito per bene dove stavo andando a finire. Ancora un po' ed avrei raggiunto una confluenza a vi dove finalmente i due argini si incontrano.

Mandata qualche fotografia alla moglie e prese altre diverse inquadrature della magnifica e rigogliosa campagna, cominciavo a scorgere poi in lontananza l'inconfondibile sagoma del Torrazzo che diventa per noi una sorta di Stella Polare nelle passeggiate fuori ordinanza, lontani dalla città. Col trascorrere del tempo, a più riprese ero tornato a pensare a quale immagine realizzare per il blog dopo diverse settimane di pausa in cui il lavoro talvolta aveva preso il sopravvento anche nel week-end. La prima idea, soltanto abbozzata, non riusciva a prendere corpo e forma compiuta e così, come spesso mi capita, è stata abbandonata, o forse soltanto accantonata, in favore di un'altra che stava venendo avanti con maggiore decisione e nitidezza.

La vita, soprattutto in questo periodo, può apparire come una competitiva corsa ad ostacoli. Nel mezzo c'è sovente un bivio, ma la musica non cambia tanto. Ci sono comunque ostacoli da superare. Talvolta gli ostacoli sono regolari ed equiparabili per difficoltà. In altre circostanze sembrano essere di seguito uno più impegnativo dell'altro e quasi impossibili da scavalcare. Però in fondo alla tratta scorgiamo un premio che ci stimola ad andare avanti. Ma non è detto che sia di maggior valore quello che potremmo ottenere con un nostro maggiore impegno: non sempre il risultato finale è direttamente proporzionale allo sforzo e alla fatica profusi nel tentativo di raggiungerlo.

Ma poi ho pensato che la vita è anche altro. Non è solo densa e fitta di ostacoli da superare per andare avanti. E' anche una bella strada sgombra da orpelli ed immersa in un verde rigoglioso e fertile come quella che stavo percorrendo al centro della pianura Padana.