Translate

sabato 14 maggio 2022

Papà

 

Ormai sono quasi due mesi che te ne sei andato e mi sembra giusto fissare qualche ricordo così come a suo tempo feci con mamma.

Maria Luisa doveva completare qualche urgente incombenza per la scuola e così ci ha proposto di uscire a pranzo visto che secondo lei nel frigorifero non c'era granché da mangiare avendo rimandato la spesa settimanale. Ero sicuro che non avremmo patito la fame e che aprendo qualche mobiletto si sarebbe trovato di che sfamarci a sufficienza, che poi una gran fame per nostra fortuna non l'abbiamo quasi mai. Però l'idea di fare un salto in pizzeria mi piaceva alquanto e così le ho dato corda.

Verso la fine del pasto, a caffè già degustato, mia moglie e mia figlia mi fanno notare che sulla fronte ho un accenno di foruncolo che richiama quello avuto durante i giorni del lutto per mio padre. In quell'occasione ebbi a motivare quell'escrescenza cutanea in maniera alquanto originale astenendomi dall'incolpare qualche fetta di salume che avevo mangiato la sera prima.

Il giorno seguente il decesso di papà ci siamo recati in RSA per provvedere alle ultime pratiche e gestire il commiato. Il personale dell'agenzia funebre, prima di muovere la salma, chiese a mio fratello e a me se volevamo fargli una breve visita. Ero abbastanza impaziente di rivederlo perché il giorno precedente avevamo mancato l'occasione di dargli un ultimo saluto e credo che il personale medico possa attribuirsi qualche colpa per non aver saputo gestire al meglio la situazione e permetterci di correre al suo capezzale. Maledetto Covid! E' andata così, ma ad altre famiglie è successo anche di peggio nella fase più acuta della pandemia e quindi non voglio lamentarmi più di tanto perché qualche occasione di abbraccio in più per noi c'è stata mentre per tanti altri soltanto un tristissimo pianto a distanza.

Sono entrato mestamente nel locale in cui mio padre era adagiato. Gli son girato intorno e mi son portato nei pressi del suo capo. Vedendolo dal fianco non ho potuto fare a meno di mettere in relazione il suo aspetto con quello di una delle mummie viste al Museo Egizio di Torino. Ti sei consumato come un lumicino. E mentre pensavo fra me queste cose, mi sono chinato come per darti un bacio sulla fronte. Ma poi ho reclinato il capo ed ho soltanto poggiato per un attimo la mia fronte sulla tua quasi a voler far passare, per breve circuito, un ultimo pensiero dalla mia alla tua testa. Ho resistito soltanto qualche istante e poi son dovuto uscire in fretta all'aperto perché ormai avevo gli occhi inumiditi di lacrime e così davo modo a mio fratello e a sua moglie di prendersi la loro parte di intimità con quel che restava di te.

Durante la celebrazione del lutto alla Casa del Commiato ho avuto modo di vedere sulla fronte quel piccolo bollino rosso nato esattamente nel punto di contatto che avevo avuto con papà. E così ho voluto alimentare questa estemporanea fantasia che voleva attribuire lo sfogo cutaneo non ad un temporaneo eccesso di sebo, ma a quella aderenza molto ravvicinata che c'è stata fra la mia e la tua fronte, lo ripeto ancora, quasi a voler travasare fra te e me un ultimo pensiero inespresso di cui in realtà non c'è stato bisogno perché tu avvertivi ben più di me di essere ormai arrivato al capolinea e soltanto non ti era chiaro se dovevi apprestarti a scender dall'autobus oppure sostare ancora qualche istante sul sedile, giusto perché ti pareva che potesse far piacere a me rimandare ancora di qualche momento il termine del tuo lungo viaggio.

Mi rendo conto ora che tu ti eri già congedato da tempo, soprattutto quando raccoglievi le dita nella mano e formando un pugno te lo portavi al petto e dicevi che eravamo nel tuo cuore. Ed io ti rispondevo che anche tu eri nel nostro. E più che un padre ormai fra me e me pensavo di avere un altro figlio vedendoti diventare ogni giorno sempre più fragile.

Prima di alzarci da tavola, ricordando esattamente questa cosa, sentivo irrefrenabile l'impulso alle lacrime e le ho trattenute a stento anche se sicuramente Alessandra e Maria Luisa han visto i miei occhi più lucidi del normale. Quasi a rassicurarle ho detto loro che andava tutto bene e che non avevo alcun rimpianto sapendo di essere stato vicino a papà, non  soltanto nell'ultimo periodo, ma quando più ne aveva bisogno, cioè una volta che anche lui era rimasto vedovo ed io per precedente esperienza ero sicuro che stare uniti poteva alleviare la pena del distacco dalle persone che amiamo.

Sulla tua lapide abbiamo posto la stessa frase che campeggia su quella di mamma.

GRAZIE PER IL DONO DELLA TUA VITA.


Nessun commento: