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mercoledì 7 agosto 2013

Chi sono io?

Ieri sera ho avuto il piacere di assistere alla proiezione di un bel film in un cinema all'aperto. Non mi capitava ormai da un sacco di anni di prendere posto in una platea sotto le stelle. Una delle primissime esperienze da me fatte risale al periodo della fanciullezza. Mi trovavo in colonia estiva a Cesenatico e la sera ci portavano sul retro dello stabilimento balneare dove avveniva la proiezione della pellicola direttamente sul muro dipinto di bianco.

Poi bisogna fare un grande balzo fino al periodo del servizio militare. Nell'approssimarsi dell'estate mi trovavo ad espletare un corso per telescriventista nella caserma di San Giorgio a Cremano e là dentro, in quella che veniva definita dai comandanti un'isola felice, vi era la possibilità di vedere per poche lire un film all'aperto. Era il tempo delle mele, ma anche di qualcos'altro in divenire.

Negli anni successivi, dopo il primo matrimonio, m'è capitato ancora di assistere a qualche proiezione estiva nel chiostro di Santa Chiara oppure su nel piazzale del castello di Brescia, ma le occasioni sono state decisamente minori di quante in realtà avrei desiderato. E così, dopo diversi anni andati a vuoto, ieri sera si è fatta concreta la possibilità di entrare nell'Arena Giardino di Cremona per la proiezione di "Flight".

Maria Luisa ed io non sapevamo assolutamente a cosa saremmo andati incontro dato che la decisione è stata abbastanza estemporanea subito dopo cena. A volte va male. Altre volte invece tentare la sorte porta i suoi frutti e la storia a cui abbiamo assistito è risultata decisamente interessante, ricca di emozioni forti nella parte iniziale ma non banale e scontata nel prosieguo e nella parte finale.

Non è mio costume fornire troppi particolari rischiando così di guastare la visione a chi non ne ha avuto ancora l'occasione e quindi me ne asterrò volentieri. Credo però di non compromettere nulla se riporto una domanda che il figlio rivolge al protagonista per assolvere un compito scolastico. Chi sei tu? Ecco il quesito a cui D. Washington riesce soltanto a ribattere che è una bella domanda subito prima dei titoli di coda.

Chi sono io? Molto difficile rispondere a bruciapelo ed anche dopo diverse ore di riflessione. Indubbiamente sarebbe più giusto che a questo interrogativo rispondessero per noi gli altri, le persone che ci conoscono, quelli che ci hanno frequentato, almeno per un po'. Cosa ci piacerebbe sentirci dire? Forse è meglio il silenzio sperando in un giudizio clemente.

Nel mio caso ho la sensazione di essere percepito un po' diversamente da come io stesso mi giudico intimamente. Forse Maria Luisa soltanto riesce a cogliere l'essenza di me perché solamente chi è carne della propria carne riesce ad arrivare al nucleo centrale là dove ogni involucro viene dischiuso, ogni diaframma cade o meglio, si lascia dissolvere pienamente perché le difese non hanno più senso di fronte a chi ci ama. E così, sollevato l'ultimo velo, mi piacerebbe che di me si potesse dire un giorno: ecco, era una piccola anima.