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sabato 5 luglio 2008

L'autostrada dei Rosari


E' ormai da più di due anni che con frequenza settimanale percorro quel tratto di autostrada che collega Brescia e Cremona. Praticamente da quando conosco Maria Luisa. Con quel che costa il gasolio, ma non solo per questo, ho imparato a viaggiare con tutta calma, superando raramente i 120 km all'ora. La strada è tutta diritta e nonostante possa essere oltremodo monotona in realtà non lo è.

Ho conosciuto Maria Luisa durante un pellegrinaggio a Lourdes con i miei figli. Ma il nostro amore è sbocciato dopo. Quella è stata solo la nostra grande occasione d'incontro. Guidati dall'Alto abbiamo scelto una meta comune nello stesso identico tempo e questo viaggio della fede fatto insieme ci ha dato l'occasione per muovere poi i primi passi uno a fianco dell'altra.

Una cosa che a Lourdes ha colpito molto anche i miei ragazzi fu la lunga processione domenicale. Questo interminabile serpentone di persone venute proprio da ogni luogo della terra che si muovevano con compostezza recitando la preghiera del Rosario, ognuno nella propria lingua. In mezzo a migliaia d'individui estranei, lontani anche dal nostro gruppo, non ci sentivamo soli ed avevamo il cuore gonfio di gioia.

E' questo il miracolo più grande che si possa vivere andando a Lourdes. La guarigione dell'anima che arreca un beneficio più durevole rispetto a quella del corpo.

E' questa la sensazione di estasi provata al ritorno, come per i discepoli scesi dal Tabor.

La continua preghiera del Rosario di quei giorni m'ha tenuto compagnia anche nei successivi giorni del mese di maggio, almeno quando potevo scendere all'oratorio dove si celebrava la Messa. Preparavo in fretta la cena per i ragazzi e poi giù a pregare. Avrei rigovernato poi al mio ritorno.

Ed intanto iniziavano i primi contatti telefonici e le prime e-mails con Maria Luisa finché il mese successivo siamo usciti insieme a cena. Ci siamo scoperti attratti l'uno dall'altra ed abbiamo camminato così giorno per giorno verso il matrimonio celebrato appunto l' 8 settembre dello scorso anno. Una data non scelta a caso, ma proprio come ringraziamento alla Madonna che è stata il motivo del nostro primo incontro.

Ed è da quei primi viaggi per spostarmi fra Brescia e Cremona che ho preso l'abitudine di recitare la preghiera del Rosario mentre percorro l'autostrada. Non amo molto la radio che spesso accendo solo per i notiziari. La recita continuata delle Ave Maria dona serenità e distende la mente che richiama il ricordo di tanti altri momenti simili.

I Rosari del mese di maggio quando ero studente in Seminario. Ero agitato per le ultime interrogazioni di filosofia, ma quella preghiera serale fatta in corale compagnia passeggiando avanti e indietro ridonava serenità.

Ricordo i Rosari dei miei genitori. Subito dopo la morte di Santina, mi capitava di passare da loro e li trovavo in preghiera. E' forse l'aiuto più grande che ha saputo darmi mia madre in quei terribili anni. Più dell'aiuto materiale per le faccende di casa che ho sempre rifiutato per non gravare su lei che era sempre stata la serva di tutti.

Ed ora qualche volta, quando viaggiamo insieme, il Rosario lo recito anche con Maria Luisa.

E' bello parlare con la propria sposa in auto, ma pregare insieme permette di raggiungere un'intimità particolare e di porsi davanti a Dio partecipando di quel grande amore che ci viene da Lui.