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lunedì 30 dicembre 2019

C'est la vie

Due passi fuori casa nel vano tentativo di addizionarne diecimila. L'aria è pungente, ma mi sono coperto bene. Non eccessivamente da ritrovarmi ingolfato nell'incedere. Il tragitto si snocciola da sé mentre procedo in direzione del sole. Troppo basso all'orizzonte per contrastare in maniera vincente questa sacca di gelo artico. Ma non esageriamo: non siamo neppure sotto lo zero.

Mi sembra di procedere spedito, ma evidentemente il mio passo non lo è abbastanza dato che vengo raggiunto, superato e distaccato ragguardevolmente da una signora di bassa statura che recupera la sua auto parcheggiata più avanti, come ho modo di vedere qualche istante dopo. Fiancheggio una distesa vasta ben arata e forse anche già seminata. Non sono un esperto e non saprei giudicare di quante pertiche si dilata il mio sguardo. Siamo ai limiti della zona abitata e provo ad immaginare per un attimo la cifra di realizzo per una destinazione non più rurale.

Potrei deviare lungo l'argine dove altri individui si sono incamminati prima di me. Desisto e proseguo diritto conservando immutato l'iniziale proposito. Un altro sorpasso è pronto al compimento. Mi scarta sulla sinistra un canuto signore, non troppo anziano a giudicare dall'aspetto. Non posso fare a meno di notare che ha agganciato alla cintola un mazzo di chiavi che tintinna seguendo sincronicamente il ritmo del suo spedito passo.

Un terzetto pigro e svogliato riesco a guadagnarlo anch'io. Mi sembra si tratti di una coppia di maturi sposi. La madre conversa con la figlia alla sua destra tenendo il consorte sulla sinistra che di tanto in tanto si guarda attorno e nota che li sto osservando. Mentre sopravvanzo nel vialetto ormai ristretto del parco, sento parlare in inglese. Immagino trattarsi di turisti in visita alla città e subito la mia congettura si smonta mentre la donna chiede lumi alla giovane interlocutrice per il termine "consumismo" che non sa tradurre in lingua anglosassone.

Il grande fiume è decisamente calato di livello. Non più la sostenuta portata di qualche giorno addietro, immortalata e pubblicata sull'indiscreto social. Mentre mi avvicino al ponte che travalica l'ampio corso d'acqua, vedo venire incontro il signore dai bianchi capelli di poco prima. Deve aver raggiunto il suo punto di mezzo ed ha completato il giro di boa. Risalgo su per la strada che fiancheggia quella principale che riporta in centro o, nella direzione opposta, fa il cambio di provincia e pur di regione or che mi sovviene.

Una ciclabile consente di proseguire in totale sicurezza lontano dall'andirivieni frenetico dei mezzi in transito. All'incrocio, dove fra poco dovrò attraversare, c'è un'autovettura dei vigili urbani. Mi avvicino e noto che l'addetto alla pubblica sicurezza sta proteggendo a debita distanza una giovane signora ritta in mezzo alla carreggiata a me opposta. Sembra intenta a marciare sul posto.

Attraversando la strada dinanzi a lei vedo che sotto la giacca slacciata ed aperta sul davanti indossa soltanto un paio di mutande ed un reggiseno rosso. Il ventre tondo e rigonfio pare quello di una gestante, ma l'abbigliamento pare proprio di chi non teme il freddo perché ha brindato in abbondanza.

Mentre mi allontano sento che canta un motivetto in francese di cui trattengo soltanto la prima parte: "C'est la vie...".

martedì 24 dicembre 2019

C'era una volta il mare

Non sento la risacca, ma fragore anomalo di pezzi di plastica. Non più la spuma o lo sciabordio delle onde che s'infrangono sulla rena. Non più striature color smeraldo, né flutti cangianti in bianco dal cobalto. Dove una volta c'era il mare, ora una landa desolata avvolge la terra.

domenica 17 novembre 2019

Comodo

Vien voglia di starsene comodo sulla poltrona o disteso sopra ad un morbido divano. Abbandonarsi un po' svogliatamente colti da un avvolgente senso di pigrizia mentre la TV borbotta qualcosa davanti a noi. Lasciare che gli occhi si socchiudano quel tanto che basti a perdere concentrazione su ciò che sta andando in onda e farsi cullare da una soave musica che di tanto in tanto interrompe una piacevole chiacchiera che entra mestamente nella nostra abitazione solcando le vie dell'etere.


sabato 9 novembre 2019

La fragilità del cristallo

Questo disegno è stato ispirato dallo scambio di battute avute stamane su facebook con un'amica, ex collega di lavoro.

Il titolo, come rivelato in anteprima a lei, poteva benissimo essere anche un altro: "L'insostenibile leggerezza del sapere". Poi però ho pensato che quest'ultimo facesse un po' troppo Milan Kundera ed allora ho lasciato perdere. Ma non del tutto. Infatti compare fra le righe di questa breve dedica.

Qualcuno potrebbe anche vederlo come "Il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto". E via di questo passo fino a mia moglie che ha scambiato la sovrastante catasta di libri per un tino.


domenica 3 novembre 2019

La rete

La giornata era uggiosa, non più di oggi in verità. Mi siedo al PC e decido di snocciolare sul candido foglio geometriche trame come una labirintica rete che abbraccia tutto quanto lo spazio. E' posteriore il pensiero che rimanda ad internet come pure l'evoluzione che mi porta a sciogliere l'intreccio per fare posto ad un essenziale paesaggio. Landa desolata solcata soltanto da una triplice forma avicola dove la presenza umana è soltanto immaginata nel giradischi che incombe su tutta la scena. Un variopinto fumo denso di colorate volute punge il piatto e sovrasta tutto quanto con angosciante inquietudine.


venerdì 1 novembre 2019

Fino a quando

Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?

Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?

Fino a quando su di me trionferà il nemico?
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,

perché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!"
e non esultino i miei avversari quando vacillo.

Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.

sabato 19 ottobre 2019

Pozzi di scienza

Non c'è che dire: la classe non è acqua. Ne sanno una più del diavolo. Sono dei veri pozzi di scienza.


domenica 13 ottobre 2019

Verrà la neve

Verrà la neve e staremo a guardare.
Verrà la neve e ci sarà caldo nel casolare con tanta roba buona da mangiare.
Verrà la neve e come un manto coprirà ogni suono ed ogni rumore.
Verrà la neve e ci sarà gioia nel cuore.
Verrà la neve, ma non tornerai tu.
Verrà la neve come quel giorno che te ne andasti per non tornare più.


sabato 28 settembre 2019

Fiori

Fioriranno desideri come frutti maturi d'autunno.
Non il buio, né il tempo cupo dischiuderanno candidi petali che instillano allegrezza.
Luce soave accenderà la corolla. Come vispi occhietti staranno a guardare.


martedì 17 settembre 2019

La barca va

Fin che la barca va, lasciala andare.
Dove arriverà? Questo non si sa.
Sarà come l'Arca di Noè?
Chi può dire, quando forte il vento c'è.

lunedì 19 agosto 2019

Alla base

Qualche volta è necessario tornare alla base delle cose per ripristinare l'ordine iniziale dove tutto era essenziale. Bisogna focalizzare l'attenzione alla radice del problema per riuscire a dipanare la matassa e trovare un varco che fa breccia attraverso tanta inutile complicazione che finisce poi con l'irretire e tarpare le ali ai più.


giovedì 25 luglio 2019

Gola

Caldo infernale. Mi volto e rivolto senza trovare sollievo.
Sonno, ma non dormo. Sarebbe meglio fare un giro oltre. Per andare poi dove?
Immobile, fino ad avere le membra anchilosate per la stasi.
Ascolto in silenzio. Un ronzio rimbomba nella testa. Sangue che circola o una ventola che spinge aria lontano dal radiatore.
Due passi e poi torno a sedere.
Sete. Bevo, ma non si placa questa arsura e continuamente brucia la gola.


sabato 15 giugno 2019

Mappe concettuali

C'è un angolo di maggior addensamento dove i percorsi sono più angusti e regolari con tinte più sature e marcate. All'opposto ci sono zone che vanno man mano divergendo sfumando in una maggiore frammentazione. Cosa tiene unite le une alle altre ? Chi impedisce loro di sfaldarsi totalmente? C'è una inesorabile forza gravitazionale che le attrae oppure c'è stato un primordiale impulso repulsivo che le allontana ? Ritorno all'ordine o fuga verso il caos ?

Inflazione di domande. Carenza di risposte. Urge Cercare Altrove. UCA.




sabato 8 giugno 2019

Deserto

Giusto per occupare diversamente alcuni minuti che avevo a disposizione prima di mettermi a tavola per il pranzo del sabato, ho acceso il PC ed ho cominciato a stendere il colore di sfondo per il disegno che avevo in mente di realizzare.

Poi però mi sono bloccato e l'ho lasciato lì esattamente come lo vedete ora senza disporre alcuni quadri su cavalletto dando loro una destinazione alquanto insolita come spesso mi piace fare con gli oggetti e le cose. Variopinte tele, se volete, le potete immaginare voi.

Con quest'astuzia mi sarò pure evitato una discreta fatica necessaria a tratteggiare in maniera minimamente prospettica dei rettangoli di colore su altrettanti trespoli. Però, se avessi perseguito nell'intento, avrei infranto l'incanto di pensarmi realmente abbandonato in un luogo arido e solitario dove la mente può sfruttare una mirabile occasione di ritrovare se stessa, lontana da ogni frastuono e da ogni inutile condizionamento.


sabato 1 giugno 2019

Legami

Senza catene, imprigionato alla tua presenza. Spessi legami trattengono dall'andare lontano. Invisibili sbarre dividono le anime. Non fuggirò e resterò a guardare. Un rapido treno corre sul filo. Faranno ritorno gli uccelli ed il ragno imbastirà ancora l'appiccicosa trama. Un soffio e la foglia cade al suolo già secca. Ma una radice nuova germoglia e perpetua la millenaria meraviglia.

sabato 25 maggio 2019

Non importa

Sapete cosa penso? Penso che è da un sacco di tempo che non scrivo qualcosa di intimo, in relazione stretta con il proclama con cui è stato fondato questo blog.

Nell'ultimo periodo ho preferito dare spazio alla mia pseudo vena creativa ed ho fatto sparire le parole quasi completamente.

E così mi rendo conto che pian piano si sta atrofizzando la mia capacità di interiorizzare, di tirar fuori da dentro pensieri e riflessioni che ho ritenuto un tempo importanti fino al punto da pensare che la mia fosse quasi una vocazione, una specie di missione.

Strada facendo ho perso un poco la pazienza perché avevo netta la sensazione che fossero in tanti là fuori ad approfittarne, a sondare le pieghe del mio periodare e trovare un modo per trarne un profitto.

Non che la cosa mi abbia sorpreso più di tanto. Se uno scrive e racconta di sé, subito viene bersagliato da cose di cui farebbe volentieri a meno. Ed allora ho preferito dare più spazio ai miei disegni che forse mi permettono di mantenere una maggiore distanza.

Però uno poi si rende conto che non può rinnegare sé stesso e quindi, anche se dipingere lo appassiona alquanto, è parlare con il proprio io interiore la cosa di cui sente maggiore urgenza. Altrimenti ci si rattrappisce, si invecchia presto ed ogni occupazione lascia il tempo che trova.

Ecco perché questa sera preferisco abbandonare il film che corre sul filo. Facile intrattenimento che perpetua una apatia da cui bisognerebbe scuotersi più spesso.

Si danno per scontate un sacco di cose, ma la vita diventa meravigliosa e non banale soltanto se non ci lasciamo andare ed abbiamo la forza di un impegno quotidiano.

Questo non significa essere sempre sulla cresta dell'onda e non concedersi mai alcun momento di svago. Per me vuol dire semplicemente non restare sordi a quei segnali, a quei messaggi che bussano dal di dentro e vogliono venire a galla, respirare aria pulita per non affogare in quel liquido amniotico che li imprigiona e impedisce loro di nascere.

Pertanto non importa se qualcuno ancora una volta vorrà approfittare di questo mio essermi esposto. Vulnerabile, nudo e senza difese mi lascio andare per un breve momento in compagnia soltanto di me stesso.

In questi anni ho imparato, la lezione è stata proficua. Non scrivo per dare un aiuto ad altri, ma aiuto me stesso ad essere più vero. Perché, quando si prende in mano una penna e si guarda un foglio bianco, prima o poi qualcosa ne esce. E cosa scaturisce se non sé stessi?

Mi guardo distrattamente allo specchio. Un sacco di segni marcano il viso. I peli della barba ormai son bianchi. La maggior parte dei capelli chissà dove sarà andata? Eppure non provo tristezza. Per il corpo decadente no. Soltanto mi domando se ho fatto abbastanza.

Sento già il rimprovero di Maria Luisa che m'invita ad aprire gli occhi e a vedere quelle mille cose meravigliose, piccole ed insignificanti, ma non per questo meno grandi, di cui mi sono occupato in tutti questi anni.

Posso confessare di avere vissuto? A vent'anni si vorrebbe cambiare il mondo. A quaranta cominci a tirare qualche bilancio e ti convinci che è il mondo a cambiare te. A sessant'anni fai pace con te stesso. Ti rendi conto che è già tanto se anche tu non hai contribuito a rovinarlo questo mondo e ti prepari ad un lungo dolce atterraggio.

Nei giorni scorsi ho visto andare in giro una ragazzina di nome Greta. Una forza della natura ed una determinazione che non hanno eguali. Tutti a batterle le mani e a lanciare sguardi di compiacimento come se avesse proferito i nostri propri pensieri.

Che grande occasione persa! E' passata come una meteora e così, dopo averla liquidata presto con una compiacente approvazione, proseguiamo ora con il nostro solito andazzo. Ragazza! Non con le parole, né coi bei discorsi mestamente arrabbiati dovevi entrare nelle nostre vite, ma con la clava ed il randello per darli in testa a tutti e farci male fino al punto da non sentire più dolore.

Il giorno seguente dovevamo essere tutti in giro a raccattare pattume, a levare la plastica dai mari, così come fanno i bambini che rimettono in ordine la propria stanza solo dopo essere stati rimbrottati aspramente dalla madre per eccesso di disordine dominante.

Ed invece no. Eccoci qui rassegnati ad esporre ogni settimana in maniera sempre uguale i bidoni della raccolta differenziata. Li ritiriamo vuoti, residui a parte, per tornare lesti a riempirli d'involucri e contenitori d'ogni genere. Comperiamo scatole e pacchi, più che beni di primaria necessità e non sarà la passione per il riciclaggio a salvarci dal disastro ecologico.

E così, parola dopo parola, ho finito col parlare più di niente che di qualcosa. Non importa. Mi son tenuto compagnia per un po' ed ora questi poveri pensieri trasformati in bit voleranno nell'etere oppure correranno veloci lungo un sottile cavo di vetro e magari distrarranno per un po' un assonnato lettore.


domenica 12 maggio 2019

Le lingue

Ora io vidi una landa desolata, arida, senz'acqua. In questa terra sconfinata non c'era presenza di vita alcuna. Soltanto il silenzio aleggiava su quelle dune mosse di tanto in tanto da una brezza secca che smuoveva un poco la sabbia.

Poi d'improvviso cominciarono a cadere dall'alto miriadi di lingue. Scendevano lievi come petali di fiori. Quando toccarono il suolo subito lo fertilizzarono e cominciò a spuntare una debole vegetazione come se la parola avesse immediatamente portato il suo frutto.


martedì 23 aprile 2019

Il mondo gira

Il mondo gira anche senza di noi. Lo ha fatto per miliardi di anni e per chissà quanti ancora. Che grande mistero. Che immensa vertigine.

sabato 20 aprile 2019

Il mondo è blu

Il mondo e’ blu
la mia tristezza
resti tu
il mondo e’ blu
adesso non
sorrido piu’
perche’ non c’e’
non c’e’ chi mai
mi dira’ ti amo
perche’ non c’e’
non c’e’ chi mai
mi dira’ ti amo

Il mondo è grigio

Il mondo e’ grigio
la mia tristezza
resti tu
il mondo e’ grigio
adesso non
sorrido piu’
perche’ non c’e’
non c’e’ chi mai
mi dira’ ti amo
perche’ non c’e’
non c’e’ chi mai
mi dira’ ti amo

Vestiti come dei bonzi per arrivare alla corte dell'imperatore

Capitani coraggiosi
Furbi contrabbandieri macedoni
Gesuiti euclidei
Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
Della dinastia dei Ming
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente

sabato 13 aprile 2019

La veste bianca

L'aurora di bianco vestita
Già l'uscio dischiude al gran sol
Di già con le rosee sue dita
Carezza de' fiori lo stuol!
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar
Metti anche tu la veste bianca
E schiudi l'uscio al tuo cantor!
Ove non sei la luce manca
Ove tu sei nasce l'amor
Commosso da un fremito arcano
Intorno il creato già par
E tu non ti desti, ed invano
Mi sto qui dolente a cantar
Ove non sei la luce manca
Ove tu sei nasce l'amor

domenica 7 aprile 2019

La bacca bianca

Lì nel mezzo, quasi nascosta tra le fronde, c'è una piccola bacca bianca. Cosa ci sta a fare diversa dalle altre? Perché ha quel colore così inusuale? Non poteva essere anch'essa rossa come tutte le altre?

domenica 17 marzo 2019

L'ultima spiaggia

Non vi abbiamo ingannato. O almeno non era questa l'intenzione. Abbiamo sbagliato, ma non siamo pentiti. Ecco perché il nostro torto è ancora più grande. Prendete voi le redini. Non ve le cederemo. Dovrete strapparcele con forza dalle mani. Speriamo sia migliore il vostro domani.


sabato 9 febbraio 2019

Altro episodio di vita domestica


Fino a questa settimana ho lavorato su un nuovo progetto che mi ha coinvolto alquanto, ma mi ha pure sottratto qualche ora di sonno. Chi è programmatore sa bene che nella mente umana, ben prima che in un moderno elaboratore, c'è un task che continua a girare in background e verifica e porta avanti ciò che lo stato di vigilanza, per necessità contingente, ha bisogno di accantonare temporaneamente. E così sono frequentemente interrotto nel riposo perché un interrupt non mascherabile mi riporta sul pezzo e preme perché sia completato agendo in maniera ben più insistente del committente.

Morale? Lo confesso, stamane sono riuscito a dormire qualche ora in più. Ma tutto questo lungo cappello in realtà non è altro che una premessa a ciò che mi preme dire.

Si sa che i sogni fatti all'alba sono i più veritieri. Non ridete: poco fa per me era ancora l'alba.

Ebbene, stavo sognando questo come una mirabile visione.

Mi trovavo in una grande chiesa, forse una cattedrale. Prendevo posto sul lato sinistro in fondo alla navata centrale. Al mio fianco Maria Luisa. All'altro una colonna, che però non mi impediva di vedere che il momento era solenne. Il celebrante, alto prelato con tanto di mitria in testa, si preparava a fare un annuncio. L'ora era quasi propizia. Tutto l'alto clero si era dato appuntamento, ciascuno nel proprio luogo, per leggere in ogni dove un importante documento che riguardava un annuncio da fare. Lo avevano preparato scritto per dire a tutti esattamente la stessa cosa e nello stesso preciso momento, quando cioè sarebbero scoccate le 18.30. L'ora era giunta ed il presidente dell'assemblea iniziò a parlare.

Ci fu dapprima il suo invito a farsi vicini alla propria consorte. Lei doveva abbracciare l'uomo circondandolo alle spalle come una amorevole madre. Poi il vegliardo iniziò a leggere e noi potevamo seguirlo sul pieghevole che avevamo tra le mani illustrato dal disegno di qualche papa, Pietro, il primo e poi gli ultimi recenti, esclusi quelli viventi.

Il solenne discorso era proclamato in latino ed io non capendo granché, voltai pagina e corsi avanti. Vi erano scritte alcune date dei secoli passati ed intuivo che in quei precisi momenti si erano verificati fatti che erano stati annunciati in precedenza. Le autorità ecclesiastiche li avevano annotati senza darvi seguito o particolare rilevanza. Ma ora che si era avverata anche l'ultima previsione, congiuntamente avevano preso la decisione di annunciare a tutti che per l'umanità d'ora in poi sarebbe seguita un'era di pace che non sarebbe mai più terminata.

È squillato il telefono e mi sono svegliato.

Mi rendo conto che il mio è stato ed è un po' il sogno di tutti. Lo lascio lì dove si trova ora e tornerò ogni tanto a controllare se è diventato qualcosa di diverso, cioè non una profetica fantasia, ma immanente realtà.

La fede, la speranza e l' amore. Ma di tutti più grande è l'amore.

domenica 27 gennaio 2019

Sangre y lágrimas

Sangue e lacrime. Mille occhi ci guardano dall'alto, ma noi ora siamo soltanto il vostro monito.

sabato 26 gennaio 2019

Dal foglio bianco

Da un foglio bianco possono uscire cose che non immagini. Son lì che bussano discrete alla porta del tuo cuore ed aspettano con pazienza che tu le faccia affiorare a galla.


martedì 1 gennaio 2019

La ruota

C'è una grande ruota che fa girare tutti in tondo. Ma qualcuno tira con forza dalla sua parte e quel cerchio armonico finirà con lo spezzarsi.