Spesso abbiamo idee formidabili e le realizziamo con sorprendente ingegno. Però talvolta perdiamo di vista l'essenziale e ci dimentichiamo di curare anche dettagli collaterali che possono contribuire a minare seriamente il successo della nostra impresa.
Questo Blog nasce con l'intento di pubblicare il pensiero, anche quello più intimo, di una piccola anima.
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giovedì 24 dicembre 2020
martedì 8 dicembre 2020
Bomba ad orologeria
Ecco qui di nuovo quei minuscoli e ribrezzevoli bacherozzi pronti a raccontarci ancora una volta una delle loro simpatiche storielle.
L. Ti sei mai imbattuto in qualcosa di veramente straordinario che non ti saresti mai aspettato di trovare?
R. Niente di veramente rilevante nemmeno spulciando tra le pieghe del lavoro di ogni giorno...
L. Oh santi numi! Dimmi tu se questa non è una vera bomba ad orologeria.
R. Se il battito d'ali di una farfalla può creare un uragano dall'altra parte del mondo, essa può sicuramente creare un enorme cataclisma!
sabato 28 novembre 2020
Tre rivisitazioni
Ho recuperato alcuni disegni effettuati diversi mesi fa e li ho rielaborati aggiungendo presenze umane che non c'erano negli elaborati originali.
"Il tunnel" è diventato "Nel tunnel".
"La forma" è diventato "In forma".
"Cosa c'è dietro l'angolo?" è diventato "Girare l'angolo".
Mi piace pensare di aver sovrapposto soltanto degli osservatori. Fanno parte della scena, ma in un certo senso se ne distaccano lasciandola incontaminata. Non viene intaccata, né stravolta l'essenza originale.
sabato 21 novembre 2020
In cinque minuti mi presento
Terminato il Liceo Classico mi sono iscritto al Corso di Laurea in Ingegneria, biennio comune a Brescia con l’intenzione di proseguire poi a Milano con la specializzazione in Elettronica dando così seguito ad una passione giovanile che mi portava a nutrire un grande interesse per la Fisica in generale.
Trascorso il primo anno, sentendo venir meno la passione per questo filone di studi, decisi di anticipare il servizio di Leva in modo da mettere meglio a fuoco l’iter del mio futuro. Durante il periodo di ferma obbligatoria ebbi modo di frequentare alla SCUST di S. Giorgio a Cremano un corso per Telescriventista esercitato poi in seguito a Verona in un reparto di supporto alle Forze Alleate (NATO).
Questa specializzazione, ma molto probabilmente anche l’amicizia stretta con alcuni commilitoni che avevano già avuto esperienze precedenti in campo informatico, hanno cominciato a destare il mio interesse per i microcomputer e la programmazione. Durante gli ultimi mesi del servizio di Leva, acquistato uno ZX Spectrum e diversi libri che mi introducevano in questo mondo, iniziai ad avere familiarità con il software e la programmazione in linguaggio Basic.
Contemporaneamente, per assecondare questa mia nascente passione, mi iscrissi al corso di Laurea in Scienze Matematiche e Fisiche all’Università Cattolica di Brescia, in parte per comodità logistica, ma anche per la corrispondenza di esami con il Corso di Laurea in Informatica che pensavo di frequentare a Milano dopo il biennio comune.
Nel 1985, col desiderio di ravvicinare la data del matrimonio e mettere su famiglia, entravo anticipatamente nel mondo del lavoro avendo ormai consolidato le mie competente in autonomia per oltre due anni tanto da essere in grado di scrivere con assoluta confidenza anche programmi in linguaggio macchina (Assembler Z80).
Fra diverse proposte ricevute destò per me maggiore attenzione una azienda di Ponte S. Marco che aveva un reparto dedito allo sviluppo di un CAD bidimensionale. L’ingegnere che se ne occupava si stava trasferendo a Milano e c’era bisogno di qualcuno che completasse il porting dal sistema UCSD Pascal al Microsoft Pascal per PC IBM compatibili.
Nel giro di pochi mesi il prodotto fu pronto per la distribuzione sul mercato ed iniziò poi a specializzarsi in differenti soluzioni tematiche che orbitavano intorno all’argomento comune della Computer Grafica. Profusi grande passione nella realizzazione di un simulatore cinematico, lavoro che fu poi adattato alla generazione parametrica di esplosi di scatole ed imballi per la realizzazione delle relative fustelle. L’ottimizzazione del percorso laser per il taglio delle tavole di legno dove sarebbero state inserite le lame per la fustellazione dei cartoni e tante altre funzionalità acuivano, se possibile, la mia grande passione per gli algoritmi.
Altri filoni di sviluppo durante quegli anni furono la simulazione tridimensionale nel settore dell’arredamento o le lavorazioni a controllo numerico per comandare frese e torni nella realizzazione di stampi per materie plastiche.
La necessità di avere a disposizione maggiore memoria RAM rispetto al noto limite dei 640kb della memoria segmentata dell’MS-DOS mi portarono a fare indagini a basso livello per capire come veniva gestito internamente lo Heap globale. Questo mi permise di scrivere una libreria per i miei programmi che traesse grande beneficio dalla presenza di memoria RAM addizionale (Estesa ed Espansa). La libreria fu poi ceduta anche ad un’azienda milanese in cui collaborava l’ingegnere che avevo sostituito e che aveva in precedenza chiesto collaborazione per la generazione automatica degli organigrammi della Regione Lombardia avendo come base di partenza soltanto i dati anagrafici ed il ruolo.
Purtroppo l’esigua dimensione della ditta per cui lavoravo e la crisi dei primi anni novanta portarono alla chiusura dell’azienda di cui ero dipendente. Dopo il matrimonio e contemporaneamente alla nascita del nostro primo figlio, mia moglie col desiderio di vedermi lavorare più vicino a casa, mi aveva iscritto ad un corso serale di analista programmatore tenuto dalla Regione Lombardia. Questo idealmente mi avrebbe permesso di partecipare un giorno ad un Concorso pubblico per un impiego agli Spedali Civili di Brescia presso cui ella lavorava.
Nell’imminenza della chiusura aziendale di cui ero stato informato per tempo dall’allora mio datore di lavoro, maturarono le condizioni per indire il concorso pubblico per 5 posti di analista programmatore presso il CED della struttura ospedaliera.
Con grande soddisfazione della consorte mi classificai primo e ciò mi permise di approfondire anche altre competenze. Prevalentemente nel settore gestionale, ma non solo, dato che per la mia precedente esperienza di dialogo con periferiche esterne (Tavolette grafiche, plotter, stampanti, apparecchiature a CNC) potei sviluppare agevolmente un programma di comunicazione con analizzatori di laboratorio alternativo a quello acquistato dall’azienda esterna.
Trascorsi 5 anni in cui ebbi modo di stare più vicino a mia moglie -- lo capii meglio in seguito quando le fu diagnosticato un carcinoma al IV stadio – sia per risvolti di lavoro che avevano attinenza col suo ufficio e sia per la possibilità di pranzare assieme nella comune mensa aziendale. Non condividendo però pienamente le filosofie di un CED del settore pubblico in cui prevalentemente si tendeva a delegare in esterno lo sviluppo di programmi, trovai l’accordo adatto per tornare a lavorare nel settore privato.
Con Spazio Italia ho sviluppato le mie competenze nel mondo del Controllo Accessi. L’anno successivo alla mia assunzione l’azienda fu acquisita da FAAC Spa che aveva intenzione di allargare il proprio Business in questo settore, per essa nuovo, viste le pressanti sollecitazioni pervenute dalla rete vendita italiana.
Negli anni successivi la casa madre mi ha impiegato anche nello sviluppo di soluzioni legate al mondo del Parking. Attualmente la mia attività è quasi totalmente assorbita dalle esigenze della Business Unit Hub - Parking Technology.
venerdì 20 novembre 2020
Debugging
Questa volta ho fatto circolare la vignetta su altri portali ben prima di postarla su questo blog.Non sempre ho tempo di stendere un commento, più o meno breve, a complemento dei vari disegni che vado realizzando in forma digitale e che poi mi piace inviare nell'etere.
Ora però la settimana lavorativa è al termine e quindi posso senz'altro ritagliarmi un paio di minuti per completare quanto mi ero ripromesso di fare. Non so se questo sarà il proseguimento di una lunga serie oppure soltanto un fugace guizzo. State a vedere e lo scopriremo insieme.
sabato 14 novembre 2020
Racconti di bugs ed altre storie
E così ho voluto cimentarmi ancora una volta con un elaborato in bianco e nero andando a sconfinare nel campo della fumettistica. Questa quartina non ha assolutamente pretese. Anzi, mi fa quasi tenerezza per la semplicità con cui è stata disegnata senza seguire uno storyboard preciso. Sono partito dapprima col tracciare - in maniera un po' grezza e maldestra, lo ammetto - i quattro riquadri giustapponendo subito dopo o in alcuni anche prima, le nuvolette che poi avrei riempito con qualcosa senza sapere in anticipo come.
Non volevo dedicarci troppo tempo e così ho disegnato due piccoli esserini. Insomma, due insetti che potessero apparire verosimili, ma non necessariamente il ritratto ineccepibile che ne avrebbe fatto un entomologo. Poi ho dato loro maggiore spazialità tratteggiando una landa sconfinata che potesse dare l'idea di una zona completamente desertica in modo che il focus restasse concentrato su di essi e non distraesse troppo l'osservatore.
Ho dipinto il cielo con una marcata tonalità scura e di primo acchito avrei voluto punteggiarlo con qualche astro come se la riflessione dei due protagonisti potesse essersi tenuta di notte, quando più sovente i pensieri esistenziali attanagliano l'animo umano. Poi però ho lasciato perdere ed ho pensato che anche i corpi celesti potessero essere una fonte di distrazione e probabilmente irrilevanti per quanto avrei scritto di lì a poco per dare compimento alla storiella.
Lo sviluppo del dialogo era già tutto vincolato, ed in qualche modo predeterminato, dalla scelta che avevo fatto poco prima riguardo alla forma ed alla tipologia delle nuvolette bianche: tre battute ed un pensiero finale. E quest'ultimo doveva essere una chiosa di quanto era stato detto apertamente a viva voce dai due minuscoli interlocutori.
Sicuramente il carattere tipografico da me scelto e la sua grandezza non sono risultati troppo azzeccati perché è necessario fare un ingrandimento dei vari riquadri per poter leggere il testo senza troppa fatica. Almeno per chi non possiede un'acutezza visiva ben al di sopra della media.
Di certo questo non è un lavoro svolto da un professionista del settore. E' soltanto una specie di esperimento che mi sono concesso liberamente perché ogni tanto mi piace tracciare qualcosa e buttarlo lì nel cyberspazio a beneficio di tutti, ma soprattutto per il mio esclusivo diletto.
sabato 31 ottobre 2020
Ultima occasione
Ormai non manca molto alla fine del mese. Ancora qualche ora e si potrà girare la pagina del calendario. Dopo aver visto ieri sera il documentario su Hugo Pratt, m'è venuta voglia di abbozzare qualcosa in bianco e nero lasciando all'autunno l'esclusiva nello sfoderare una gamma di colori più caldi. E così mi lascio andare a qualche suggestione onirica dal vago sapore surrealistico. Non una dilatazione del tempo, ma una perdita di tempo. Insomma un'ultima occasione per immaginare qualcosa di diverso.
domenica 18 ottobre 2020
Strada facendo
Una delle cose che ho sofferto di più, durante il periodo di lock-down della scorsa primavera, è stata quella di non poter uscire a fare una passeggiata a fine giornata dopo aver trascorso svariate ore di lavoro fermo davanti ad un computer. Poi, grazie alle restrizioni imposte a tutti, sia pur rispettate con una certa sofferenza, la situazione è decisamente migliorata e pian piano abbiamo riassaporato nuovamente il piacere di uscire all'aperto riacquistando un certo grado di libertà che nelle settimane precedenti ci era stato negato nel tentativo di salvaguardare la salute del maggior numero possibile di persone.
Per indole o per pigrizia, non dedico un tempo abbastanza significativo ad una salutare pratica sportiva. Tuttavia mi piace svolgere una moderata attività fisica che semplicemente consiste in lunghe e piacevoli passeggiate, per lo più in compagnia della consorte, godendo così assieme a lei un po' di svago nelle belle giornate di sole in modo da stemperare nel fine settimana le fatiche dell'attività lavorativa o le incombenze della vita familiare di chi ha genitori anziani da gestire.
In tempi recenti, continuando a lavorare prevalentemente in regime di smart-working ed avendo ridotto drasticamente i lunghi spostamenti in automobile per raggiungere la sede di lavoro, al fine di permettere alla mente di distaccarsi e trovare ugualmente tregua dopo la fervida attività di scrittura di programmi prima del rientro in famiglia, ho cominciato ad uscire di casa anche durante la settimana per effettuare una gradevole camminata.
Mi piace percorrere le vie del centro storico di Cremona. Se, come spesso capita, non indugio davanti al PC ben oltre l'orario canonico, la città brulica ancora di tanti individui che si attardano fuori casa prima del rientro per la cena. Non ho tragitti particolari o preferiti. Vado dove mi porta il caso, spinto più spesso dal desiderio di attraversare una via per me nuova, magari defilata e poco frequentata. Spesso però mi allungo verso la periferia seguendo l'ultimo sole che va a coricarsi dietro il maestoso Po. Oppure in direzione opposta fino a raggiungere il territorio di San Sigismondo che è praticamente adiacente all'ospedale la cui struttura è diventata a molti familiare nei momenti più acuti della pandemia per i numerosi collegamenti televisivi.
Mentre cammino ed addiziono passi sul cellulare, mi distacco lentamente da tutti quei ragionamenti che mi hanno tenuto impegnato nelle ore precedenti. Però, se mi sovviene qualche buona idea oppure il proposito di un ulteriore test da applicare agli algoritmi stesi durante la giornata, mi mando una sintetica email di promemoria in modo che l'indomani, scaricando la posta, me la possa ritrovare ed evitare che qualcosa vada perduto. Riesco così a raggiungere pian piano un ottimo e salutare punto di distacco con le incombenze di lavoro perché tutto è stato sistemato per bene e, se qualcosa è sfuggito, ho inviato l'appunto giusto per occuparmene il dì seguente.
Recentemente l'azienda per cui lavoro ha cambiato di qualche chilometro la sede dell' ufficio di zona spostandolo più vicino al centro di Desenzano a cui sono legati tanti ricordi della mia infanzia. In pausa pranzo mi piace tornare lungo le rive del lago di Garda che tanto mi era mancato quando da Padenghe ci siamo spostati nel territorio di Lonato. Un sabato pomeriggio ci ho portato Maria Luisa con la scusa di farle vedere la sistemazione nel nuovo ufficio. Poi abbiamo passeggiato per il centro fino all'imbrunire e nel mentre le raccontavo qualche episodio dell'infanzia legato a luoghi ancora riconoscibili, ma ormai decisamente cambiati e resi ancor più gradevoli da tutte le trasformazioni che si sono susseguite nel tempo e che, nel frattempo, mi ero perso.
domenica 20 settembre 2020
Rompere le scatole
Mi è sempre piaciuto rompere le scatole. Almeno da quando negli anni '80 sviluppavo programmi CAD in computer grafica per i fustellifici. Da allora so che basta scollare una bandella e come per magia la scatola si può distendere su un ipotetico piano perché è così che nasce: da un singolo foglio di cartone tagliato con delle lame e poi ripiegato per bene fino a formare gli involucri che quotidianamente utilizziamo.
Quindi, quando state per gettare una scatola di cartone dei medicinali, dei biscotti o di qualsiasi altra cosa, non limitatevi a pressarla, che poi non si comprime per bene più di tanto. Sollevate il coperchio. Guardateci dentro. Individuerete facilmente la bandella incollata ad un lato della scatola. Infilateci il dito e distaccatela. Come per incantol'involucro si distenderà e, se le dimensioni saranno più grandi del vostro contenitore della differenziata, potrete sempre stracciarlo, ben più agevolmente che se vi foste limitati a schiacciarlo soltanto. Mi raccomando. Imparate anche voi a rompere le scatole.
domenica 30 agosto 2020
CO2
sabato 29 agosto 2020
Ninni
Evidentemente in questo periodo mi piacciono i componimenti, i temi estemporanei come quelli che ci davano a scuola.
Maria Luisa è davanti al suo computer, tutta concentrata ed attenta alla lettura degli elaborati assegnati ai suoi studenti e ricevuti per posta elettronica entro la scadenza richiesta.
Non come quando ero studente che si portavano appresso il primo giorno di scuola e c'era sempre qualcuno che, guarda caso, se li era dimenticati a casa.
Cercavo di essere diligente e così all'inizio delle vacanze stilavo un rudimentale programma di svolgimento da suddividere e distribuire lungo tutto il periodo estivo per non ritrovarmi a fare tutto negli ultimi giorni, facendo insomma tesoro dei buoni consigli dati dagli insegnanti.
Mentre la moglie corregge i temi, io sono seduto in poltrona e seguito la lettura di "Ragazzo italiano" di Gian Arturo Ferrari. Me lo ha regalato Cristina, un'amica di Maria Luisa che è venuta a trovarci in montagna poche settimane fa.
È la storia di Ninni, nome che ci ha fatto molto sorridere perché mia moglie si rivolge a me proprio con questo appellativo. Nel libro sto ritrovando tantissimi racconti dei miei genitori. C'è nell'autore una formidabile capacità di evocare situazioni che moltissime famiglie hanno vissuto nel nord Italia a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Nel punto in cui sono arrivato io, cioè circa a meta libro, Ninni va a scuola a Milano dove la sua famiglia è recentemente emigrata. Il maestro assegna il tema "Una casa in costruzione" e subito d'impulso richiudo il libro e corro a prendere il cellulare per mettermi a scrivere anch'io.
Cosa mi vien voglia di raccontare? Immediatamente il pensiero torna a quel Ninni ancora bambino che viene ad abitare nell'Oltremella, cioè nella zona ovest di Brescia dove mio padre aveva comperato un appartamentino di recente costruzione.
Attorno alla nostra palazzina non era ancora tutto cementificato. Vi erano alcuni lotti non ancora edificati in cui noi ragazzini ci intrattenevamo dal primissimo pomeriggio fino ad ora di cena in giochi infiniti col pallone, le biglie o scorribande in bicicletta su dune e dossi risultanti dall'amnassamento di materiali derivanti dalla costruzione dei vari edifici circostanti.
Poi un giorno sono comparsi degli operai ed hanno iniziato a scavare qualche buca e ad erigere qualche colonna posticcia come a dar segno d'avvio a nuovi lavori quando invece è soltanto un modo di fingere una effettiva esecuzione per probabili questioni burocratiche magari legata alla scadenza di una concessione edilizia.
Passano i mesi e purtroppo poi si passa realmente alle vie di fatto e quel verde residuo, ma farei meglio a dire marrone tanto il terreno era battuto e calpestato da stuoli chiassosi e irrefrenabili di ragazzini di ogni età, viene ben presto rimpiazzato da quattro palazzine portate a completamento praticamente in simultanea.
Assieme agli edifici cresce anche Ninni, il bimbo di campagna venuto dal lago. Presto la vita lo porterà ancora altrove, ma tanti di quei volti sono ancora fortemente impressi nei suoi ricordi ed ora, quando capita di rivederne uno su facebook, fatica a credere che a quel viso siano venuti i capelli bianchi oppure che siano diradati a tal punto da renderne difficoltoso il riconoscimento.
Ninni per ora gode ancora di ottima memoria e, quando incontra un amico, non lo vede come lui è adesso, ma com'era un tempo quello spensierato ragazzino, quella carina ragazzina che, a ben vedere, ancora c'è in quel volto un poco segnato dal tempo.
domenica 23 agosto 2020
L'amicizia
mercoledì 29 luglio 2020
Irrilevante
Dobbiamo tornare agli anni in cui anche Santina era in chemioterapia. Le due donne, accumunate dalla stessa nefasta malattia, hanno trovato subito naturale accorciare le distanze ed avere un contatto confidenziale ben più rilevante di quello avuto in precedenza. Mentre per mia moglie le cose sono poi precipitate rapidamente, per Fiorenza invece la malattia ha iniziato a regredire e a lasciare spazio a prospettive differenti per l'avvenire.
E così c'è stato modo di intrecciare successivamente un amichevole scambio anche con Maria Luisa, la mia seconda moglie. Tuttavia, quella battaglia che sembrava vinta per sempre, dopo diversi anni di tregua, col tempo è tornata a tendere insidie all'amica fino allo sbocco fatale che ha avuto il suo compimento proprio in questi giorni.
Durante l'omelia della messa di suffragio, mi sono rimaste particolarmente impresse le parole del celebrante che, rivolgendosi alla deceduta, diceva che in questo suo nuovo stato avrebbe sicuramente trovato tutte le risposte alle numerose domande che portava con sé e a cui neppure un sacerdote sa rispondere. Questo pensiero mi ha subito richiamato alla mente un desiderio che anch'io avevo covato in passato una volta entrato nell'aldilà. Subito avrei voluto sapere la verità dei fatti su un paio di cose.
Stamattina però, quasi una folgorazione, ho pensato che di tutte queste domande che albergano nel nostro intimo e che di certo sono state un nostro assillo terreno, in quella nuova dimensione avrebbero potuto risultare del tutto prive di senso. Comunque siano andate le cose, quel fatto o quella circostanza non avrebbero più avuto alcuna importanza perché, se il nostro destino è quello di vivere in pienezza al cospetto dell'Amore, ogni altra questione perde completamente importanza e diventa del tutto irrilevante.
lunedì 20 luglio 2020
Lo sapevo
sabato 20 giugno 2020
Corsa ad ostacoli
Una di queste sere, invece di proseguire come altre volte verso il grande fiume, colto da non so quale intuizione, ho cambiato direzione ed imboccato una via sconosciuta. Come cremonese d'adozione, mi piace parecchio girare per il centro della città. Però amo anche allungare il passo ben oltre il perimetro urbano per andare di tanto in tanto a vedere il pigro defluire del Po. Quel giorno davanti a me procedeva, ben più motivato e solerte, un giovanotto in abbigliamento sportivo e così, vedendolo imboccare quella strada, ho pensato che seguire un percorso diverso dal solito mi avrebbe permesso di vedere cose nuove ed inaspettate.
Ed infatti così è stato. La strada che prosegue fiancheggiando il canale Morbasco abbandona quasi subito il centro abitato e permette allo sguardo di tuffarsi nel verde degli alberi che costeggiano da una parte il maleodorante corso d'acqua e dall'altra di perdersi nelle distese sterminate dei campi coltivati ad avena, mais, frumento, girasole e ogni altro genere di coltura che va per la maggiore in questo periodo. Mentre proseguo, non manco di inviare qualche fotografia anche a Maria Luisa che è rimasta a casa a disbrigare ancora qualche incombenza scolastica per l'imminente esame di maturità che la vedrà impegnata nei giorni successivi.
Con grande meraviglia la consorte di rimando mi fa sapere che non ha mai avuto occasione di percorrere quel tratto di strada e così mi strappa la promessa di tornarci un'altra volta in sua compagnia. Non trascorrono molti giorni ed il desiderio della moglie è stato subito appagato. Camminando insieme con andare non troppo spedito, le indicavo i luoghi in cui la prima volta mi ero soffermato a prendere alcune inquadrature col cellulare. La giornata decisamente più soleggiata non aveva però tutto il fascino della primigenia scoperta, sebbene il paesaggio fosse egualmente gradevole. La temperatura era ben più elevata al punto da farmi sentenziare che questo non sarebbe un tragitto adatto da percorrere in piena estate con il sole a picco e l'afa che incombe.
In questo luogo ci sono due argini del Po che corrono paralleli in direzione sud. Noi stavamo procedendo lungo quello più distante dal corso dell'acqua, ma ugualmente potevamo vedere in distanza quanto l'altro fosse frequentato, ben più di questo che ad un certo punto lascia l'asfaltato e sembra assumere i connotati di una usuale stradina di campagna. Consultando distrattamente sul cellulare la mappa del posto, ho visto che i due argini si sarebbero prima o poi congiunti, ma di strada bisognava percorrerne ancora tanta e così abbiamo deciso di tagliare corto effettuando in verità un tragitto non tanto ortodosso che mi ha poi portato a ricevere un benevolo rimbrotto da parte di un allevatore di bestiame, avendo attraversato la sua proprietà, nonostante i chiari divieti che, tutto intento a fotografare, non ero riuscito a focalizzare bene. E neppure avevo dato tanto peso ai tentativi di dissuasione della moglie pensandola colta più da desiderio di arretramento che dalla volontà di proseguire nel rientro a casa attraverso un itinerario più lungo.
Questa mattina sono voluto tornarci ancora per fare il giro completo approfittando del fatto che Maria Luisa era impegnata a scuola. Sono andato ad imboccare l'argine maestro che prometteva di dilungarsi, oltre la fattoria raggiunta la volta precedente, in maniera meno confusa ed incerta essendo completamente asfaltato. Ne ho pure approfittato per telefonare a mio figlio e sentire com'era andata la sua settimana lavorativa. Passo dopo passo mi sono ritrovato ad imboccare un tunnel sotto l'autostrada Brescia-Piacenza che in precedenza avevamo scorto soltanto da lontano. Sbucato al di là del sottopasso, dato che la strada sembrava proseguire ancora per un lungo tratto, ho acceso il dispositivo GPS e mi sono chiarito per bene dove stavo andando a finire. Ancora un po' ed avrei raggiunto una confluenza a vi dove finalmente i due argini si incontrano.
Mandata qualche fotografia alla moglie e prese altre diverse inquadrature della magnifica e rigogliosa campagna, cominciavo a scorgere poi in lontananza l'inconfondibile sagoma del Torrazzo che diventa per noi una sorta di Stella Polare nelle passeggiate fuori ordinanza, lontani dalla città. Col trascorrere del tempo, a più riprese ero tornato a pensare a quale immagine realizzare per il blog dopo diverse settimane di pausa in cui il lavoro talvolta aveva preso il sopravvento anche nel week-end. La prima idea, soltanto abbozzata, non riusciva a prendere corpo e forma compiuta e così, come spesso mi capita, è stata abbandonata, o forse soltanto accantonata, in favore di un'altra che stava venendo avanti con maggiore decisione e nitidezza.
La vita, soprattutto in questo periodo, può apparire come una competitiva corsa ad ostacoli. Nel mezzo c'è sovente un bivio, ma la musica non cambia tanto. Ci sono comunque ostacoli da superare. Talvolta gli ostacoli sono regolari ed equiparabili per difficoltà. In altre circostanze sembrano essere di seguito uno più impegnativo dell'altro e quasi impossibili da scavalcare. Però in fondo alla tratta scorgiamo un premio che ci stimola ad andare avanti. Ma non è detto che sia di maggior valore quello che potremmo ottenere con un nostro maggiore impegno: non sempre il risultato finale è direttamente proporzionale allo sforzo e alla fatica profusi nel tentativo di raggiungerlo.
Ma poi ho pensato che la vita è anche altro. Non è solo densa e fitta di ostacoli da superare per andare avanti. E' anche una bella strada sgombra da orpelli ed immersa in un verde rigoglioso e fertile come quella che stavo percorrendo al centro della pianura Padana.
sabato 16 maggio 2020
Curve del contagio
Le curve del contagio da me raffigurate con colori non scelti a caso, ricordano l'andamento di un suono composto da varie fasi: attack, decay, sustain e release (ADSR). Soltanto che qui la musica è ben diversa e non si tratta di rappresentare l'andamento di una tonalità musicale, bensì il numero dei contagiati da COVID-19 durante il fluire dei giorni.
Dopo una rapida ascesa favorita da mancanza di distanziamento sociale, segue poi una presa di coscienza generale che l'unico modo di contrastare efficacemente un agente patogeno nuovo è quello di mantenere un isolamento individuale.
Tanto più rigorosa ed attenta sarà questa modalità di reazione difensiva all'attacco virale, tanto più ravvicinata nel tempo sarà la caduta che porterà all'azzeramento, o quasi, dei casi di contagio.
Le curve migliori sono quelle che nella discesa mantengono un andamento pressoché lineare. Credo che sia praticamente impossibile avere una maggiore rapidità di decadimento perché siamo esseri sociali e nessuno di noi vuole e può permettersi di vivere completamente come un eremita.
Se fate una ricerca in internet ed andate ad osservare i grafici che illustrano i casi giornalieri relativi ai vari Stati, non è difficile intravvedere per ciascuno di essi lo stesso andamento raffigurato nel mio disegno. Ovviamente per alcuni ci si troverà ancora in fase di rapida ascesa e per altri invece sarà ben visibile la traiettoria verso il basso. E questo nonostante vi sia la presenza di alcuni valori giornalieri in eccesso o in difetto rispetto alla tendenza generale.
Fortunatamente possiamo dire che in questo momento l'Italia ha una situazione che può essere rappresentata con una curva di caduta praticamente piatta. L'importante è che con le nostre azioni non ci portiamo poi in area viola dove l'andamento non è più lineare e dove c'è una inversione di tendenza rispetto a quella desiderata da tutti.
mercoledì 6 maggio 2020
Amor
sabato 25 aprile 2020
Volo d'angelo
sabato 4 aprile 2020
Unboxing
domenica 29 marzo 2020
Gita fuori porta 2020 da dimenticare
sabato 28 marzo 2020
Gita fuori porta 2020
sabato 14 marzo 2020
Proprio così
Le relazioni pericolose
domenica 8 marzo 2020
Boxing
sabato 29 febbraio 2020
Chi ha detto virus?
domenica 9 febbraio 2020
Non ti muovere
domenica 26 gennaio 2020
Per puro diletto
domenica 19 gennaio 2020
domenica 12 gennaio 2020
sabato 11 gennaio 2020
Uccellino, ritorna!
La prima sera in cui mi ero accorto della sua presenza, avendo visto a terra le sue numerose fatte, l'avevo subito fatto sloggiare. Non se ne voleva andare, non senza avergli dato gentilmente un colpetto con la scopa.
Ma poi è ritornato anche altre volte ed Alessandra ha avuto la bella pensata di mettere a terra un cartone per meglio ripulire le tracce del suo passaggio.
Questa sera, ormai all'imbrunire, sono andato a controllare se era già in posizione. Lo era. Ho pensato di sbricioalre sulla mensola un biscotto immaginando che lo avrebbe mangiato il dì seguente quando sarebbe tornata la luce del giorno.
Nell'andarmene non ho però spento la luce di quella specie di ripostiglio. Tanto sarei ritornato da lì a poco. Mentre esco dalla cucina faccio in tempo a vedere che sta volando via in direzione opposta alla mia.
Evidentemente accettava la mia presenza ravvicinata, ma non la luce. Credo che sia andato a trascorrere la notte sul ramo dell'abete qui vicino.
Uccellino, ritorna!