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sabato 15 febbraio 2014

Il mattone è finito



 Vent'anni fa non ci conoscevamo granché. Ci siamo lasciati guidare dal nostro intuito: mi hai tolto la terra sotto i piedi. Nevicava quando ci siamo sposati all'Ahwahnee. Gli anni sono trascorsi, sono arrivati i bambini, i momenti di felicità, quelli di difficoltà, ma mai di infelicità. L'amore e il rispetto reciproco sono rimasti intatti e sono cresciuti. Abbiamo fatto tanta strada insieme, ed eccoci qui - più vecchi, più saggi, con qualche ruga sul volto e nel cuore - dove abbiamo iniziato vent'anni fa. Abbiamo sperimentato molte delle gioie, dei dolori, dei misteri e dei prodigi della vita, ed eccoci ancora insieme. Sotto i miei piedi, la terra non è mai tornata.

Steve Jobs di Walter Isaacson
MONDADORI

Ce l'ho fatta. Dopo quasi due anni oggi sono finalmente riuscito ad ultimare la biografia del fondatore della Apple. Neppure la lettura di Anna Karenina mi aveva tenuto occupato così a lungo, anche se allora mi erano occorsi circa sei mesi per giungere al termine del poderoso libro. Intendiamoci, nel frattempo mi sono dedicato anche ad altre letture e solo in questo fine settimana ho voluto dare l'accelerazione finale per completarlo.

Ogni tanto mi capita di rigirarmi nel letto insonne per qualche caffè di troppo che impedisce di lasciarmi cadere nelle braccia di Morfeo. Ed allora, quando raggiungevo sufficiente consapevolezza riguardo al fatto che era inutile proseguire coricato nel mio prolungato stato di veglia, sfilavo il tomo dal comodino e mi portavo in altro ambiente più consono rispetto alla camera da letto e mi lasciavo andare alla lettura di qualche capitolo.

Ho iniziato a detestare Steve per quel brutto caratteraccio che si portava appresso ed ho finito oggi per rivalutarlo vedendo sotto una diversa angolatura l'insieme di tutto il suo operato che, in ultima analisi, risulta un grave monito nei miei confronti. In conclusione di biografia, l'autore del libro riporta un'ampia memoria di Jobs che diviene quasi un lascito per le generazioni future. Fra quelle righe si legge pure di Steve Ballmer e dell'impossibilità per Microsoft di recuperare posizione finché tale persona resterà al suo comando. Ora noi tutti sappiamo delle dimissioni date dal CEO nei mesi scorsi dopo la sua presa di coscienza riguardo all'essere un freno per l'azienda. Ma è stato per me curioso ed illuminante leggere questo passaggio nelle parole di Jobs che più avanti fa pure accenno ai talenti individuali per esprimere la vocazione della sua vita.

Mi sento particolarmente colpito da questa affermazione perché in vari momenti ho manifestato sincero rincrescimento per non aver fatto nulla di veramente significativo, magari dicendolo soltanto privatamente e non pubblicamente come ora. Tutti riceviamo dei talenti. A chi cinque, a chi due e a chi uno soltanto. Io mi sento come quest'ultimo servo del Vangelo che, per paura, lo ha tenuto nascosto sotterra e, per non aver osato abbastanza, sento ora tremendo il fluire dei giorni.

Ma c'è un altro insegnamento che dal testo sacro si può cogliere ed è quello che mi conforta maggiormente. Mai nessuno si deve sentire deluso e sfiduciato a tal punto da rinnegare se stesso perché c'è sempre tempo per convertirsi e cambiare. La misericordia divina è infinita e noi non possiamo porre un limite al desiderio di amore che Dio ha nei nostri confronti.