Translate

lunedì 26 dicembre 2011

Mentre il giorno muore

Esco sul balcone e, mentre vedo che il giorno muore lontano, penso al grande giorno di festa che ormai se n'è andato.

Non desideravo nulla di speciale, se non di esser vicino anche a chi mi era lontano. Ma il mio augurio di bene e serenità si spegne senza raggiungere anche tanti che mi sono vicini. Può bastare chiedere perdono?

Abbiamo ascoltato la tua Parola, nella Notte Santa, circondati da uomini e donne di cui non conoscevamo il volto. Staremo alla Tua presenza, se ne saremo degni, sommersi da una moltitudine di visi stranieri ed avremo tutto il tempo dell'eternità per sorriderci e stringere legami di amicizia.

Chissà se cercheremo ancora un volto noto, un viso che ci è familiare o finiremo per confonderli tutti, man mano che i nostri ricordi sbiadiscono nella notte della vita.

domenica 11 dicembre 2011

Caro carburante

Egregio sig. greggio,

siamo in prossimità delle festività natalizie e, come a Gesù Bambino, m'è venuta voglia di scrivere anche a lei per manifestarle tutto il mio disappunto e rincrescimento per essere aumentato così tanto in quest'ultimo periodo.

Lo so, non è da me. Solitamente sono uno che apprezza notevolmente la crescita degli altri, ma questa volta devo dissentire e, se possibile, indignarmi anche un poco per questo suo grande balzo in avanti.

Dicono che c'è la crisi e che non si poteva fare diversamente. Delle due l'una: o non è vero e la gente continuerà ad acquistare mezzi sempre più dispendiosi e, come sempre, non perderà l'occasione di andare di qua e di là senza grandi pretesti, ma solo spinta dalla noia o dal dovere oppure comincerà a pensarci su bene e le verrà meno voglia di venire a fare il pieno da lei, se non costretta da necessità o altra causa di forza maggiore.

Penso anche che lei sia fortunato perché c'è tanta gente che non potrà subito fare a meno di lei. Ha troppo bisogno di spostare questo e quello, da qui a là e non sa farlo se non con un automezzo che brucia un sacco di carburante. Ci sono poi tanti altri che non hanno necessità di muovere nulla, ma semplicemente devono recarsi al lavoro che, per loro sventura, non hanno trovato certamente sotto casa. Vorrà dire che se proprio non riescono a fare car sharing oppure ad inforcare una bicicletta, qualora la distanza ed il meteo lo consentono, se ne faranno una ragione e rinunceranno ad una gita fuori porta nel fine settimana.

Che poi si sa, andare a zonzo fa venir voglia di spendere e di questi tempi non è di certo il caso. Meglio una passeggiata a piedi verso il vicino parco oppure lungo le vie del quartiere. Come l'ultima volta, quando abbiamo avuto l'occasione di notare un sacco di alloggi in vendita, facendo il giro largo di ritorno dal verde pubblico. Anche questa cosa non l'ho compresa bene e forse me la potrà spiegare lei. Come mai i prezzi delle case non calano o, almeno, non in maniera così significativa? Non sono un economista, ma mi sembrava di aver capito che doveva essere il mercato a regolare i costi delle cose: meno richiesta, maggiore accessibilità.

Caro carburante, forse non tutti i mali vengon per nuocere e lei saprà fornirci l'occasione di regolare meglio il modo di gestire il nostro vivere quotidiano.

sabato 3 dicembre 2011

Maria, Lui sa

Quando ho detto a mia moglie che il suo nome poteva essere scandito così come compare nel titolo, s'è un po' meravigliata per non averci mai pensato.

Domani sarà il suo compleanno e, vinto dalla pigrizia, mi presenterò a lei con le mani vuote e senza un dono particolare per sottolineare la circostanza. Nonostante la giornata uggiosa, oggi mi sento un po' euforico e quindi le ho già detto che, invece dei regali, proverò a dispensarle qualche sorriso in più. Non so voi, ma a me si riempie il cuore di gioia vedendo sorridere chi mi sta dinanzi. La mia massima aspirazione è riuscire a far sorridere sempre di gioia chi ha scelto di camminare al mio fianco.

Ieri sera in TV ho rivisto assieme a mia moglie il film "L'ultimo sogno", con Kevin Kline. Lei non l'aveva mai visto e quindi l'ho preferito ad altre trasmissioni. Non voglio raccontarvi la trama e così facendo guastarvi la possibilità di goderne a pieno la visione, casomai ve ne capitasse l'occasione. Però posso tranquillamente riportare una battuta che viene detta in una delle ultime scene del film. Il figlio domanda ad un certo punto al padre cosa la madre avesse fatto per farlo innamorare. Egli risponde in tutta semplicità che lei gli aveva sorriso.

Maria Luisa ed io, girandoci di scatto l'un verso l'altra, ci siamo profusi simultaneamente in una fragorosa risata di approvazione perché è stato così anche per noi.

Qualche volta lei si rammarica perché le sembra di non vedermi così felice come vorrebbe e si sente per questo un po' sconfitta. In quelle circostanze le dico che non deve dare troppo peso al mio aspetto esteriore che risente del mio vissuto recente ed anche di quello passato. Ma dentro mi sento contento di poter dare e ricevere in reciproco scambio.

Anche se l'ho già detto, mi piace riportarlo ancora. Quando rimasi vedovo, chiesi a Dio di farmi incontrare un'altra donna da amare così da dimostrare concretamente che, se Santina fosse vissuta più a lungo, ne sarei stato capace.

La mia preghiera non è rimasta inascoltata e ben presto le nostre vite han trovato modo d'intrecciarsi. Sì Maria, perché Lui sa.


Il Natale che vorrei

Quand'ero ragazzino, come tanti miei coetanei, amavo leggere i fumetti.

Un giorno mi sono imbattuto in un breve racconto ambientato nel deserto del Sahara. Due beduini, sotto il sole cocente, per passatempo decidono di giocarsi quanto hanno di più caro: un po' della loro acqua. Il primo dice all'altro: "Vuoi scommettere una goccia d'acqua che riesco a spostare quel grosso sasso laggiù?". Il secondo accetta, ma perde perché l'amico riesce nell'impresa. Intinge quindi il dito nella propria fiaschetta e lascia poi cadere una goccia d'acqua in quella dell'amico.

Il primo beduino rilancia e dice ancora: "Vuoi scommettere due gocce d'acqua che riesco a spostare anche quel masso ancora più grosso?". L'altro acconsente nuovamente. Seppure a gran fatica, il primo riesce a smuovere il masso come si era riproposto. Quindi nuovamente lo stesso rito per trasferire ora due gocce d'acqua dalla fiaschetta di uno in quella dell'altro.

Il secondo beduino, preso da brama di rivincita, si fa avanti con intraprendenza e dice al primo: "Scommetti tre gocce d'acqua che riesco a spostare quell'enorme macigno laggiù, ben più grosso dei due che hai spostato tu?". Il primo accetta ed ha così inizio la sfida. Il secondo beduino sembra non riuscire nell'impresa, ma alla fine, con grande sforzo, riesce a spostare il pietrone spingendo di schiena. Ora è a lui che, con l'intinzione del dito, devono essere versate nella fiaschetta di pelle tre gocce d'acqua.

I due riflettono un po' e poi convengono sconsolati di aver faticato tanto per nulla.

I movimenti di capitali in questi tempi di profonda crisi economica mi sembrano ricordare tanto le inutili fatiche dei due beduini protagonisti del fumetto letto molti anni fa: un grande affanno per un effimero guadagno.

Le soluzioni che si vorrebbero attuare per rimettere in funzione il sistema produttivo sembrano ormai tentativi vani. Chi ha accumulato ingenti quantità di denaro, in teoria, sembrerebbe disposto a cedere qualcosa per far ripartire il meccanismo che s'è inceppato. Come se poi la crescita ed i consumi potessero salire nuovamente in alto e correre ancora con gli stessi ritmi vertiginosi del passato. Son pie illusioni e questo resterà vero, almeno per un po', soltanto per i mercati cosiddetti emergenti. Successivamente anche loro si troveranno a dover fronteggiare gli stessi problemi che noi tutti stiamo già patendo oggi.

Se tornassi piccino, con la voglia di scrivere a Gesù Bambino, prenderei carta e penna e gli direi di non venire quest'anno da noi. Continuando a scrivere, aggiungerei che Lo stiamo aspettando ogni anno ed ogni volta, di nuovo, ci sembra di tornare un poco più buoni o, almeno, c'impegnamo per esserlo.

Ma il lieto annuncio che Tu ci hai portato un giorno, ora non fa più al caso nostro. Quello che ci hai detto, va bene solo se siamo in tanti ad accoglierlo. Se restiamo in pochi, sono sicuro che a Te non importa, ma non funziona così bene per tutti.

Caro Gesù Bambino, fa che gli uomini tornino ad essere un po' più intelligenti e lungimiranti, così come tu li hai creati.

Ecco, questo è il Natale che vorrei. Non solo i pastori e gli angeli a cantare "Gloria nell'alto dei Cieli", ma anche tutto il resto del paese.