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mercoledì 16 giugno 2010

Chicchina


Come avevo promesso, ora tocca a te, dolce amore mio.

Ne approfitto, mentre sei fuori a cena con i tuoi studenti per il saluto di fine anno. Premurosa come sempre, mi hai fatto trovare sulla tavola un pezzo di dolce all'uva che ho mangiato avidamente accompagnandolo con un po' di champagne, ormai senza bollicine, rimasto nel frigo dal compleanno di tua madre. Ed intanto, con lento upload, sto inviando in internet per la stampa alcune foto ricordo di quella bella festa.

Quanto l'altro giorno ti ho accennato di questo mio proposito di scrivere qualcosa su di te e t'invitavo ad indovinare l'immagine che avrei scelto, non hai avuto dubbi e senza esitazione hai pensato a quella posa con il ghiacciolo.

Lo sai che questa fotografia mi piace particolarmente. Dall'espressione del tuo viso, che è quasi una smorfia, trapela con facilità il tuo gusto per le cose semplici, che poi sono anche quelle più vere e che arrecano felicità autentica.

Gli anni volano ormai, ma sembra ieri quando ti vidi per la prima volta. Di buon mattino ero in attesa con i ragazzi sul piazzale dell'hotel Industria, a Brescia. Attendevamo che arrivasse il bus navetta per portarci al pullman con cui saremmo andati in pellegrinaggio a Lourdes. Non c'era nessun altro in giro a quell'ora. Dopo qualche istante uscisti dall'albergo dove avevi pernottato assieme all'amica Flavia, alquanto arrabbiata per essere dovuta venire fin lì da Cremona perché, vi avevano detto in agenzia, non erano previste fermate nella vostra città.

Io di questa cosa sono sempre stato molto contento perché se così non fosse stato mi sarei perso il tuo primo sorriso. Certamente di circostanza, come le persone solari sanno dispensare con prodigalità. Ma non mi è stato indifferente e, di certo, ha mosso qualche leva giusta nel profondo del mio intimo.

Ho già scritto, specialmente nei primi tempi dopo il ritorno, come questo viaggio sia entrato nell'anima di noi tutti. Un'occasione spirituale, che talvolta ti ha fatto soffrire fino alle lacrime, come mi confidasti successivamente. Ma ci ha elevato entrambi in alto, tanto da farci dire per un lungo periodo dopo il nostro rientro, di sentirci ancora sul Tabor.

Non ci siamo incontrati per caso. E' questo quello che ci piace credere. E non ci saremmo mai trovati se non fossimo stati, in qualche modo, guidati dall'Alto.

Quando poi abbiamo iniziato a frequentarci, è stato bello scoprire nell'altro ciò che desideravamo da sempre. Solo Colui che ci conosce nell'intimo poteva dare pieno compimento a tutti i nostri desideri più veri.

Comunque non ti ho idealizzato. Nonostante le lenti che porto, ci vedo bene ed i tuoi difetti, che pur ci sono, non contano e per me sono di gran lunga sovrastati dalle tue numerose qualità. Poi non sei solo intelligente, sei anche una donna molto paziente e mi dai modo di crescere sempre più nella direzione giusta. Sì, perché non c'è mai niente di scontato, non si può mai dire di essere giunti alla meta della perfezione interiore, com'è ovvio, e ci resta sempre qualche angolo del nostro carattere da smussare, qualche spigolo da arrotondare così bene come solo la vita di coppia sa fare.

Sono contento sai, quando mi dici che gli altri, incontrandoti, ti trovano insolitamente raggiante e vitale. Vederti felice aumenta ancor di più la mia gioia. Tutto questo è straordinario, visto che in questo nostro percorso a due non sono di certo mancati i momenti d'apprensione per questo o quel problema, di salute oppure non. Ma la vita è così. Poter contare sull'amore profondo di chi ci circonda aiuta a vedere sempre il sereno al di là delle nuvole e quando ad uno fa difetto la speranza, l'altro infonde coraggio ed energie nuove per affrontare il cammino quotidiano.

Tutto sommato, come puoi vedere, non ho parlato troppo di te. Più che altro son finito col dire qualcosa di noi, come è giusto che sia. Perché non siamo più due, ma una carne sola e se è pur vero che ciò che fa male a te, fa soffrire anche me, non c'è dubbio che ciò che ti alimenta e ti rende più vitale certamente completa anche la mia vita.

Grazie per avermi amato e di continuare a farlo.