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martedì 8 agosto 2023

Lo scolaretto ottuagenario

 


Leggere "Il segreto del Bosco Vecchio", a quasi dodici anni di distanza da quando lo fece mio padre, mi fa provare una sensazione strana ed inedita.

Tantissimi anni fa, a mio papà che partiva per le cure termali a Salsomaggiore, diedi come viatico "La fattoria degli animali" ritenendo che non si sarebbe stancato troppo presto essendo il numero di pagine abbastanza contenuto.

Quando ero piccolo mia madre gli dava da leggere qualche articolo di rotocalco o di giornale e lui accompagnava la lettura a voce alta scorrendo il dito sulla pagina, ma procedendo con una totale insicurezza, come avesse imparato a leggere da pochissimo tempo ed ancora faticasse grandemente a riconoscere per bene ogni singola parola.

Se noi, a motivo di questa sua incertezza, lo rimbrottavamo, con un bonario sorriso si giustificava dicendo che la maestra vedendo che aveva imparato a leggere bene prima degli altri compagni, gli aveva affidato il compito di mantenere accesa la stufa e così, mancando l'esercizio, aveva poi disimparato. A far di conto invece è sempre stato abile e su questo non c'era nulla da eccepire.

Mentre si susseguono via via le vicende del libro di Buzzati, non posso evitare di soffermarmi a pensare cosa stesse meditando mio padre durante la lettura di questi capoversi. Nei boschi un po' della tua vita l'hai passata, papà, e quei fantasiosi racconti non ti devono poi essere sembrati così inverosimili.

Nei tuoi anni di vedovanza hai recuperato alla grande il gap accumulato in gioventù e noi, che contribuivamo a stimolare il tuo interesse regalandoti sempre qualcosa di nuovo sperando ricadesse nei tuoi interessi e passioni, non potevamo che essere fieri di questo solerte scolaretto ultra ottantenne che sistematicamente, dopo il riposino, si metteva al tavolo del salotto per dedicarsi metodicamente all'ora di lettura pomeridiana.

E quando un libro ti andava particolarmente a genio, come le storie della Falegnameria Belfaggio, non ti esimevi dal farci partecipi elargendo a nostro beneficio un riassunto così meticoloso e denso di particolari che, tenendo ben desta la nostra attenzione, non potevano evitare di richiamare alla mente gli ormai desueti valori della tradizione orale.

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