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lunedì 2 gennaio 2012

La conoscenza


L'uomo ha perso più conoscenza negli ultimi cento anni di quanta ne ha acquistata. Nel senso che la conoscenza della natura, dei cicli naturali delle piante è nata con l'umanità. Era una conoscenza abbastanza complessa perché non è che mangiando una foglia uno capisce subito cos'è nutrimento, cos'è medicina. Bisogna mangiarla più volte, concentrarsi sugli effetti, discuterne in gruppo. Non credi?

Per migliaia di anni il pianeta è rimasto a un certo livello, coi buoi, i cavalli e le cose di campagna. Si sapeva quali foglie, quale medicina prendere per stare bene, cosa mangiare d'inverno, cosa mangiare d'estate. Negozi prima ce n'erano pochi, al massimo vendevano attrezzi per lavorare la terra.

Poi, nel dopoguerra, è nato questo boom della tecnologia per cui nel Novecento, cioè nell'ultimo secolo, hanno inventato tutto. E il bagaglio di conoscenze notevoli che veniva tramandato da genitori a figli è stato dimenticato. C'è chi pensa che è una cosa buona perché abbiamo imparato a mettere i pomodori nelle scatolette, abbiamo i computer, gli aerei e tutto quello che vuoi. Ma guarda le controindicazioni che si creano! C'è un'overdose di tecnologia, e si vedono già gli effetti: l'immondizia che non si riesce a smaltire, l'inquinamento, i gas e non gas. Addirittura sembra che abbia portato a un surriscaldamento del pianeta per cui si sciolgono i ghiacciai. Ma vuoi scherzare?! Cos'è che ci si guadagna? C'è solo da perdere.

Gli animali in giungla sono organizzati comodamente per nutrirsi sul pianeta, mentre l'uomo deve lavorare per vivere. Ma adesso sembra che non gli basti mai. E' stressatissimo. Si sono create tutte queste necessità fittizie per cui uno si deve sbattere un casino per i vestiti, per la televisione, per la macchina, per la benzina. Ci hanno catturato proprio tutti con la storia dei consumi, delle proposte di mercato. "Il mio", "il tuo", lo impacchettano, lo imbottigliano, lo contengono... Cosa sono tutte queste proposte di mercato? E' il diavolo che ha preso posizione. Più che il bene o il male, il diavolo cos'è? Diaballein in greco significa "dividere", perciò il diavolo è quello che divide. Dio unisce e il mercato divide. Ecco il diavolo!

Invece, a grandi linee uno può pensare che tutto è la creazione, è il tempio di dio, quindi che mercato bisogna farci dentro? E' tutta terra, arriva tutto dalla terra. Basta che uno si sieda su un fazzoletto di terra, dia due zappate e crescono le cose, l'insalata, le patate. E le mangia. Hai capito? Il vero mercato è questo. Guarda come è già tutto organizzato. Se ci metti un seme ne vengono cento. Cosa vuoi di più?

Non ci vuole tanto per stare bene. Una manciata di riso e lenticchie. Niente di che, no? Se uno si accorge di aver sbagliato strada dovrà ritornare al bivio e riprendere quella giusta.

Prima leggevo tanto, poi ho determinato che dal leggere non ti viene la vera informazione. L'informazione è esperienza, è vedere. Quando passi le giornate in un libro dimentichi di vivere la realtà. Per questo ho letto sempre di meno. Perché l'informazione che leggi è passata, è l'idea che un altro si è fatto di un certo soggetto, fatto o posto. Invece è la tua idea che devi realizzare, no? Creati una conoscenza tua, individuale.

FOLCO TERZANI
A piedi nudi sulla terra
MONDADORI

1 commento:

veronica ha detto...

non fu mai scritta così tanta verità....