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mercoledì 13 dicembre 2023

Santa Lucia

 

Le mie prime notti di Santa Lucia le ho vissute alla cascina Rocchetta. Dato che siamo emigrati a Brescia agli inizi di ottobre del 1968, ho avuto i miei ultimi doni nella casa di campagna l'anno precedente, quando ancora avevo cinque anni. Con un buono sforzo di memoria, riesco a tornare indietro alla prima Santa Lucia di cui ho ancora qualche ricordo. Di lì a non molti mesi avrei compiuto tre anni, ma in quel di dicembre ne avevo ancora due e per sentirmi più grande, se avessi saputo contare, a chi mi avrebbe chiesto l'età di certo ne avrei addizionato uno.

Orbene, in quella mattina di quel mio primo 13 dicembre ricordo che ero tenuto in braccio da mio padre che si aggirava intorno al tavolo della cucina su cui vi era un trenino di legno. Una locomotiva ed un vagone con sopra un'arancia e qualche caramella di zucchero. Mi appariva tutto abbastanza strano e non ero ancora stato investito da quelle sensazioni di desiderio ed aspettativa che venivano alimentate dai genitori nei giorni che precedevano l'evento e spesso usavano quest'ultimo come velato ricatto per indurre ad un comportamento migliore. L'anno seguente ricordo di avere ricevuto invece in dono un fucilino a tappi corredato anch'esso da un essenziale repertorio di dolciumeria.

La Santa Lucia dei miei quattro anni fu invece più abbondante e generosa. Forse ora mamma e papà potevano permettersi di fare qualche regalo in più. Oppure ora loro figlio era in grado di apprezzare maggiormente la sorpresa di quella magica notte. Sul tavolo della cucina vi erano più giocattoli che in passato. Credo che ci fosse qualcosa pure per mio fratello Matteo che era nato l'anno precedente. Trovai una scatola con svariati pezzi di legno. Prendendo a modello la figura che vi era sul coperchio, si poteva costruire la facciata di una casetta disponendo i pezzi uno sull'altro. Velocemente arrivai al tetto e mio padre non si poté trattenere dall'esprimere tutta la sua meraviglia. E pertanto non smetteva di complimentarsi continuamente con me perchè ero riuscito velocemente in quella che lui reputava di certo una piccola impresa, ma per me era sicuramente stato un gioco da ragazzi.

E così arriviamo ora alla Santa Lucia dei 5 anni, l'ultima in quel luogo. Avevo vissuto i bei momenti dell'attesa. Avevo spinto papà a realizzare una piccola fascinetta di fieno da lasciare fuori dall'uscio per l'asinello su cui cavalcava la prodiga latrice di doni. Ero andato a letto forse prima del solito per accelerare l'arrivo del lieto evento. Nel cuore della notte mi sono svegliato e sono sceso in cucina muovendomi al buio come da sempre amo fare nelle ore notturne. Da basso, sul tavolo, ho trovato quella che per me doveva essere una cosa portentosa. Ho preso fra le mani la grossa e pesante scatola e sono risalito al piano superiore per precipitarmi in camera dei miei genitori e condividere con loro la mia incontenibile gioia. Mia madre allungò la mano ed accese la luce posta sul suo comodino. Io ero in ginocchio sul suo tappetino scendiletto e stringevo fra le mani quella meraviglia. Avevo ricevuto in dono una confezione del Meccano. Faticai non poco a dar retta a mia madre e tornarmene così a letto perché era ancora notte fonda. Le sere seguenti, con l'abile guida di mio padre, ci sarebbe stato tempo di dilettarci nella costruzione di quei modelli che venivano illustrati sommariamente nel manualetto pieghevole a corredo.

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