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domenica 21 gennaio 2018

Lunga la strada

Mi sembra di essere tornato indietro agli anni del liceo quando sostavo diversi minuti davanti al foglio bianco per raccogliere le idee prima di partire con decisione nello svolgimento del componimento per la prova di italiano.

Altre volte le parole mi uscivano di getto e la mano faticava a star dietro ai pensieri che s'erano formati in testa con la rapidità di un lampo.

Non racconto una bella storia da molto, parecchio tempo. Poi ci sono momenti in cui senti inarrestabile il desiderio di tracciare qualcosa. La forma è lì dentro di te come un abbozzo, ma già compiuta e chiede solo di uscire ed essere riversata su qualcosa che le dia persistenza come un file di Paint ed arricchita con sfumature di colore secondo l'estro e l'inclinazione del momento.

Non sempre il risultato finale coincide esattamente con l'abbozzo originario. Man mano che il nostro elaborato prende corpo aggiungiamo questo o quel particolare che prima non avevamo nemmeno immaginato. Lo facciamo per puro piacere del tratto che la nostra mano va tracciando, ma anche come conseguente stimolo scaturito da una associazione di pensiero che spontaneamente viene forgiato dal nostro intelletto come un processo autonomo di cui non abbiamo piena coscienza, né padronanza.

E' l'inconscio che emerge una volta lasciato libero di affiorare e percorre vie inesplorate mai pago di quanto aveva raggiunto prima con sorprendente risultato.

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