Nella quiete di Barbaine, trascorriamo seduti all'ombra qualche istante prima che tramonti il sole in questa ultima domenica di giugno dedicata ai santi Pietro e Paolo.
Sul muretto un micio svogliato sonnecchia. Vorremmo sostare un attimo in chiesa in muta preghiera, ma l'abbigliamento non consono per l'interno, ma molto adatto per l'esterno, c'invita a desistere nonostante nei paraggi non s'oda anima viva.
Fa un po' sorridere il monito appeso sul portale che invita a pulire per bene scarpe e scarponi prima di entrare. Veglia lì appeso tutto l'anno: avrà più successo nelle giornate invernali, penso io muovendo il passo, di sandali vestito, fin nei pressi dell'ultimo banco.
Fan bella mostra di sé alcune pile ridotte di santini. Spicca quella più grandicella per dimensione del giovane Carlo Acutis. Rialzo lo sguardo verso l'ospite discreto in fondo alla piccola navata il cui sobrio stile romanico è ben vivacizzato da alcuni affreschi superstiti.
Giriamo intorno, sul lato a meridione dove il regolare ciotolato ci convoglia verso il frondoso fico che affianca il muro della sacrestia. Adagiata a terra c'è una gronda che raccoglie l'acqua piovana che cade dal tetto e una canale la riversa in un grosso contenitore di plastica affiancato da un altro dalla medesima dimensione.
Nulla deve andare sprecato. Preziosa l'acqua per l'orto che cresce rigoglioso costellato da numerosi alberi da frutto proprio ai piedi del terrapieno da cui stiamo osservando. E mentre ritorniamo sui nostri passi scorgiamo il gatto di prima che sornione ci ha seguiti.
Sdraiato si prende qualche mio grattino che elargisco generoso come solitamente non amo fare restando avaro di coccole nei confronti di cani e gatti che talvolta mi osservano pietendo un contatto sdegnosamente rifiutato.
Torno al muretto della piazzola antistante collocata più in basso. Estraggo il cellulare e controllo se avevo già postato la foto scattata quando siamo arrivati in quest'oasi di pace. Maria Luisa mi fa notare che son praticamente le otto. Seguito imperterrito a scrivere questo breve resoconto. Chi ci scrollerà di dosso questa piacevole brezza che accarezza le nostre spalle?
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