Questo Blog nasce con l'intento di pubblicare il pensiero, anche quello più intimo, di una piccola anima.
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sabato 21 febbraio 2015
Fine vita
Ieri sera, poco dopo aver telefonato a papà e non essere riuscito a mettermi in contatto con lui, ricevo un breve messaggio da Alessandra. Mi dice che il nonno non aveva potuto rispondere perché impegnato con lei nella medicazione. Il messaggio viene subito seguito da un altro in cui mia figlia chiede disponibilità per essere accompagnata dopocena a vedere dove si trova la Domus. Sono ancora in auto e sicuramente più tardi non avrò voglia di uscire nuovamente di casa. La chiamo al cellulare e le propongo di andare subito a fare questa ricognizione, visto che domani dovrà iniziare il suo tirocinio presso quell'ente privato.
Trascorsi al massimo una decina di minuti, arrivo con l'auto sotto casa di mio padre ed attendo che Ale scenda dopo lo squillo concordato in precedenza. Nel frattempo do una rapida occhiata su Google Maps, tanto per rinfrescarmi la memoria e vedere se ora sono possibili anche altre vie d'accesso alla Casa di cura "Domus Salutis". No, a quella struttura posta nelle dirette adiacenze degli Spedali Civili di Brescia, si accede ancora per quell'unica strada che conoscevo un tempo.
A metà percorso, mentre mia figlia mi sta facendo un rapido ragguaglio sullo stato di papà e sulle proprie vicissitudini giornaliere, le dico con fare scherzoso di stare attenta al tragitto. Subito ribatte che fin lì dove ci troviamo ora ci sa arrivare senza problemi. Adesso non sono più tanto solito frequentare in auto quelle vie, ma anche se la viabilità nel frattempo è stata un po' modificata, riesco ad effettuare il percorso migliore per andare all'imbocco della strada senza uscita che porterà alla Domus dove mia figlia inizierà domani - cioè oggi - il suo periodo di tirocinio.
Ci sono venuto poche volte da queste parti. Mentre mi avvicino in auto proprio non riesco a ricordare - ma sono in grado di farlo ora - che una delle ultime volte è stato proprio quando stavamo valutando se ricoverare qui mia moglie. Santina aveva poi preferito essere portata a casa e quelle enormi stanze della misericordia non son più state da parte mia oggetto di visita.
Gironzolo un po' goffamente per le viuzze intorno all'edificio così da individuare l'ingresso principale. Intanto Alessandra memorizza i suoi punti di riferimento e prende nota mentalmente dove potrà domani parcheggiare l'auto. Mentre staremmo quasi per andarcene, scorgiamo all'incrocio una serie di cartelli che indicano le varie direzioni da prendere. L'Hospice dove lei dovrà presentarsi è dall'altra parte. Giriamo l'auto in quella direzione ed andiamo a dare un'occhiata anche dall'altro lato creando così qualche difficoltà di manovra ai pochi automobilisti che in quell'ora si stanno muovendo assieme a noi su quella strada.
Quando Alessandra sembra ormai paga del nostro sopralluogo, rientrando verso casa le chiedo come mai le è stato comandato di venire a far pratica proprio alla Domus Salutis. Mi risponde che l'aveva chiesto lei. Intendiamoci, non che potesse proprio scegliere la destinazione, ma l'ambito di lavoro sì. E lei, dopo l'esperienza nel settore psichiatrico, voleva ora confrontarsi con il "Fine vita". Più tardi a tavola, con Maria Luisa, ho voluto rammentare ancora questa sua spontanea scelta e così mia figlia ha ricevuto anche i complimenti di mia moglie, che poi s'è lasciata pure scappare qualche lacrima ricordando una sua amica scomparsa di recente.
Mentre riflettevo fra me e me, prima di iniziare la stesura di questo post, pensavo di prendere spunto dal breve viaggio fatto in auto con Ale per dilungarmi poi su tematiche più importanti come quelle che riguardano il senso della nostra esistenza, gli obiettivi raggiunti o meno, le vite brutalmente troncate per disprezzo dell'altrui valore. Farlo adesso mi sembrerebbe un tantino pretestuoso ed allora rimanderò la riflessione ad un altro momento più favorevole, dove magari accennerò anche alla Bellucci che in TV da Fazio dichiara apertamente aspettative di vita fino a cent'anni, ma dove sfugge forse troppo facilmente che il mezzo secolo a venire può essere totalmente privo delle energie che hanno accompagnato la metà che lo ha preceduto.
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