Senza avere la pretesa di effettuare un'analisi sociologica precisa e puntuale, che ben volentieri lascio agli esperti del settore, molto semplicemente vorrei dare eco ad alcuni articoli comparsi di recente sulla stampa locale ed in particolare su La voce del popolo riportando di seguito qualche commento da me fatto a seguito di quella lettura. Chi scrive è un vicario cooperatore, un curato per dirla con parole più semplici, che si occupa di un oratorio nelle cui vicinanze sorge un noto centro commerciale bresciano.
Le riflessioni del prelato son tutte volte a cercare le ragioni di un fenomeno che si sta facendo strada, ma oserei dire che è ormai ben radicato nei nostri adolescenti. La tendenza cioè a preferire come luogo di aggregazione queste omnipresenti strutture di vendita piùttosto che gli spazi che gravitano attorno alle parrocchie. D'impulso, senza neppure aver terminato per questione di tempo la lettura dell'intero articolo, ho così voluto commentare.
Un bel malloppo. Faccio fatica a leggerlo tutto ora, ma ci riprovo in un altro momento. Per ora un commento soltanto. Non è che i nostri ragazzi soffrono di solitudine? Se è così, dove si
va a cercare compagnia? Non certo in un luogo vuoto. E' nel mare,
reale o virtuale, che ci si va ad annegare, sperando che qualcuno ci
prenda all'amo e ci faccia sentire un po' meno soli, un po' più
importanti.
Ma l'Oratorio non dovrebbe essere il luogo privilegiato per
esperienze di questo genere? Dovrebbe. Forse, dopo tanto giocare, dopo
tanto divertimento i nostri ragazzi sono ancora soli. Ed il messaggio
che abbiamo sempre un Amico fedele, che ci vuol bene sempre, magari non
passa a sufficienza oppure non così chiaro.
Dopo qualche giorno, potendo disporre di una maggiore tranquillità, sono tornato sull'argomento e mi sono preso la briga di andare a ripescare nuovamente quegli articoli ed ho apposto un altro commento.
Questa
volta l'ho letto tutto e vedo che in chiusura ci siamo trovati in
sintonia. Per il discorso della solitudine invece non c'è
sovrapposizione. Può darsi che sia un pensiero tutto mio. Solo un altro
flash, magari un tantino stereotipato.
Siamo nell'era
dell'apparire più che dell'essere ed il centro commerciale è un grande
mercato dove i nostri occhi possono comperare in abbondanza. Lo si vede
anche nei rapporti di coppia che gli adolescenti, ma non solo loro,
costruiscono. Al bravo tipo, alla brava tipa preferiscono anteporre il
bel tipo, la bella tipa.
Il bello ed il buono possono convivere: ci
mancherebbe! Spesso però si preferisce la vuota bellezza. E come
biasimare i nostri ragazzi, ma prima ancora di loro, i genitori,
cresciuti con la TV commerciale che di messaggi importanti, di un certo
spessore cioè, ne lascia filtrare un gran pochi.
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