Lo spunto per questa breve riflessione è nato da un vivace scambio di battute avvenuto qualche giorno fa su Facebook con un'amica. Il tutto traeva origine dalla condivisione di un'immagine in cui vi era una scena domestica con madre sconsolata, con tanto di capelli in piedi, e figli seduti sul pavimento intenti a giocare, mentre la casa versava nel più completo disordine. Al ritorno del marito la risposta della moglie per giustificare tutto quel guazzabuglio era stata lapidaria. Non si era curata di fare le solite cose "irrilevanti" di tutti i giorni e quindi in cucina regnava il caos e la cena non era pronta.
Osservando con cura la scena, mi era parso di poter sottolineare che l'unica cosa fondamentale sarebbe stata soltanto quella di richiudere il frigorifero lasciato completamente spalancato. Per il resto, a mio giudizio, poteva anche essere "normale disordine" procurato dai figli in assetto da gioco e che poteva essere annullato in breve tempo.
L'intento dell'immagine doveva probabilmente essere quello di richiamare l'attenzione su tutto il lavoro sommerso che le casalinghe conducono e che non viene mai riconosciuto a sufficienza e quindi era stato mostrato esplicitamente cosa potrebbe trovare l'indolente maritino di ritorno dal lavoro, se la moglie avesse smesso per una volta di occuparsi delle solite cose.
Senza voler negare che possano ancora sussistere numerosi casi di schiavitù domestica, mi premerebbe ora evidenziare che oggi come oggi la situazione famigliare è profondamente cambiata e certi stereotipi non hanno più una gran ragion d'essere. Restando sul personale, durante il mio recente passato di vedovanza non ho disdegnato di rimboccarmi le maniche e fare in casa quanto farebbe una buona madre, sia pure con un provvidenziale aiuto da parte dei suoceri nel tenere i figli finché a tarda sera non ero rientrato dal lavoro. Quindi, senza richiedere un part-time, ho cercato di gestire al meglio l'economia domestica, occupandomi direttamente di tutte le faccende: cucinare, lavare, stirare e tenere pulita la casa. Ovviamente tutto questo senza il conforto di una persona affettuosa che poi la sera a letto desse ancora maggior senso a tutto il mio faticare.
E non è da meno neppure mio padre che dalla morte di mamma, ma in verità ancor prima, si occupa pure lui di badare in autonomia a se stesso e a tutto quello che ne consegue. Credo che avendo visto me stirare abbia pensato, se c'è riuscito mio figlio, posso tentare anch'io. In tutta onestà, non sono mai riuscito a stirarmi una camicia così bene come invece riesce a fare lui con le sue. Se penso che quando c'era mamma, impareggiabile donna tuttofare d'altri tempi, lui non era neppure capace di rifarsi il letto... Tra poco nonno Luigi compirà 85 anni ed ogni tanto si lamenta per un po' di mal di schiena. Ma se mettiamo in conto tutto il pesante lavoro fatto da giovane ed ora anche questo, come potrebbe essere diversamente?
Non credo però che possiamo essere bravi solo noi. Secondo me, se solo riuscissimo a varcare la soglia di casa di tante famiglie italiane, non ci stupiremmo di ritrovare l'identica scenetta ovvero marito con l'aspirapolvere in mano o quant'altro per condividere reciprocamente la fatica del vivere quotidiano.
Osservando con cura la scena, mi era parso di poter sottolineare che l'unica cosa fondamentale sarebbe stata soltanto quella di richiudere il frigorifero lasciato completamente spalancato. Per il resto, a mio giudizio, poteva anche essere "normale disordine" procurato dai figli in assetto da gioco e che poteva essere annullato in breve tempo.
L'intento dell'immagine doveva probabilmente essere quello di richiamare l'attenzione su tutto il lavoro sommerso che le casalinghe conducono e che non viene mai riconosciuto a sufficienza e quindi era stato mostrato esplicitamente cosa potrebbe trovare l'indolente maritino di ritorno dal lavoro, se la moglie avesse smesso per una volta di occuparsi delle solite cose.
Senza voler negare che possano ancora sussistere numerosi casi di schiavitù domestica, mi premerebbe ora evidenziare che oggi come oggi la situazione famigliare è profondamente cambiata e certi stereotipi non hanno più una gran ragion d'essere. Restando sul personale, durante il mio recente passato di vedovanza non ho disdegnato di rimboccarmi le maniche e fare in casa quanto farebbe una buona madre, sia pure con un provvidenziale aiuto da parte dei suoceri nel tenere i figli finché a tarda sera non ero rientrato dal lavoro. Quindi, senza richiedere un part-time, ho cercato di gestire al meglio l'economia domestica, occupandomi direttamente di tutte le faccende: cucinare, lavare, stirare e tenere pulita la casa. Ovviamente tutto questo senza il conforto di una persona affettuosa che poi la sera a letto desse ancora maggior senso a tutto il mio faticare.
E non è da meno neppure mio padre che dalla morte di mamma, ma in verità ancor prima, si occupa pure lui di badare in autonomia a se stesso e a tutto quello che ne consegue. Credo che avendo visto me stirare abbia pensato, se c'è riuscito mio figlio, posso tentare anch'io. In tutta onestà, non sono mai riuscito a stirarmi una camicia così bene come invece riesce a fare lui con le sue. Se penso che quando c'era mamma, impareggiabile donna tuttofare d'altri tempi, lui non era neppure capace di rifarsi il letto... Tra poco nonno Luigi compirà 85 anni ed ogni tanto si lamenta per un po' di mal di schiena. Ma se mettiamo in conto tutto il pesante lavoro fatto da giovane ed ora anche questo, come potrebbe essere diversamente?
Non credo però che possiamo essere bravi solo noi. Secondo me, se solo riuscissimo a varcare la soglia di casa di tante famiglie italiane, non ci stupiremmo di ritrovare l'identica scenetta ovvero marito con l'aspirapolvere in mano o quant'altro per condividere reciprocamente la fatica del vivere quotidiano.
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