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sabato 26 maggio 2012

Il coro




Giovedì ultimo scorso ho avuto il piacere di assistere al concerto del Coro Gospel B.B. Ensamble che si è tenuto qui nella nostra Parrocchia in occasione delle celebrazioni per la festa patronale.

In verità la partecipazione di pubblico non è stata per niente oceanica, nonostante l'esibizione fosse completamente gratuita ed aperta a tutti. Anche se ritengo che l'azione di promozione dell'evento non sia stata sufficientemente solerte ed efficace, sono spontaneamente portato a pensare che una sorta di apatia e generale pigrizia abbia dissuaso i più a venire in chiesa per prendere parte a questo spettacolo.

Mentre mi avvicinavo al presbiterio, così da udire meglio, ho notato l'inattesa presenza di mia cugina e di sua madre. Scambiando con loro un breve saluto, ho appreso che conoscevano una delle coriste che era in procinto di esibirsi, assieme a tutti gli altri, senza accompagnamento musicale.

La gradevole melodia delle loro voci che spesso veniva scandita dal battito ritmato delle mani, si accompagnava con un'accattivante gestualità che tendeva a coinvolgere il pubblico e a farlo divertire sempre di più. Solamente io, visto lo scarso senso del ritmo, me ne restavo ben fermo, dando poi libero sfogo e partecipando con un fragoroso applauso tra una canzone e l'altra.

E così, nel volgere di circa un'oretta, l'esibizione è giunta a conclusione, non senza che abbiano cantato ancora un paio di motivi più noti, concessi come bis per placare l'insistenza degli spettatori.

Tornando infine a salutare i miei parenti, a cui nel frattempo si era aggiunto anche un altro cugino che non vedevo da tempo, ho chiesto apertamente a loro quale fosse fra le donne la corista che conoscevano. Quando poi ho riportato il fatto in famiglia non hanno mancato di farmi notare quanto fossi stato curioso ed indiscreto. Molto semplicemente volevo verificare se ero riuscito ad intuire quale fosse l'amica fra tutte quelle persone a me totalmente sconosciute. E quando me la indicarono fui contento che ella fosse nella ristretta cerchia di quelle da me scelte.

Subito mia zia volle aggiungere che quella persona era stata la fidanzata di suo figlio Sergio morto da oltre trent'anni. Continuando il discorso mi diceva pure che erano sempre rimasti in contatto con questa donna. Con discrezione m'indicò anche il marito di lei seduto poco lontano fra i banchi. Mi disse anche che una dei due figli era fra il gruppo delle soprano.

E così, col pensiero di questa cosa bella come gli affetti che continuano, nonostante la perdita di chi ne ha motivato il sorgere, me ne tornai verso casa.

Agli inizi degli anni ottanta, quattro giovani sono di ritorno da un viaggio in Ungheria, Romania o di chi sa quale altro paese dell'est europeo in cui erano stati. Non una vacanza, ma un viaggio di solidarietà per portare generi di conforto ad alcuni amici che avevano conosciuto in una precedente occasione. Ricordo che mia madre sottolineava con una certa tristezza lo stato di povertà patito da questi giovani loro conoscenti.

Mio cugino e altri tre suoi amici, forse già in territorio jugoslavo, per una fatalità oppure un'oscura trama del destino, finirono sotto un Tir e morirono tutti quanti sul colpo. Facile immaginare lo strazio generale partecipando ai funerali di queste quattro giovani vite stroncate nel fiore degli anni.

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