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sabato 13 dicembre 2025

A che gioco giochiamo?

 


Mi piace sottoporre i miei dipinti all'intelligenza artificiale per vedere se riesce a cogliere tutti gli elementi a cui avevo pensato oppure si perde in considerazioni fuorvianti. Il più delle volte Gemini ci prende e riesce a compiere una buona analisi. Dopo avergli sottoposto questo dipinto, invece di rispondermi con una descrizione, ha proposto questa immagine che richiama in qualche modo la mia pittura.

Ho avuto il dubbio che non si trattasse di una immagine generata, ma fosse la rielaborazione di un quadro realmente esistente. In basso a destra, sebbene parzialmente mascherata, compare una firma. Ho provato a cercare online quell'artista,  ma non è uscito nulla di significativo.

Non pago, ho voluto chiedere il parere a ChatGPT, la concorrenza, per sapere se quella immagine fornita da Gemini poteva essere stata generata oppure riprodotta. Dopo l'analisi il dilemma non è  stato sciolto. Non sono stati trovati elementi decisivi a favore di una tesi o dell'altra. Ho allora spiegato che quella riproduzione era comparsa inspiegabilmente invece di procedere con l'analisi scritta del mio dipinto. ChatGPT ha sentenziato che è uno degli errori che frequentemente può fare l'AI: invece di commentare passa ad elaborare graficamente ciò che è stato sottoposto, fraintendendo le intenzioni dell'interlocutore. Ma allora dico io, a che gioco giochiamo?


domenica 30 novembre 2025

Seconda mano

 


Di questa cosa, quella cioè di dipingere su piatti di carta con i colori avanzati dopo un'opera su tela, ho già parlato in precedenza. Mi piace tornare sull'argomento più che altro per sottolineare sinteticamente alcuni concetti  legati al titolo.

Non di rado le seconde mani, come le seconde occasioni del resto, riservano piacevoli sorprese. Non è come per le competizioni dove arrivare secondi lascia in bocca l'amaro ben più di un piazzamento al terzo posto dove il podio può essere inaspettato e procura gioia ed esaltazione tali da superare addirittura la felicità di chi è arrivato primo. 

Cosi anche per la pittura. Mi dedico con un certo impegno nel realizzare su tela quel che avevo in mente, ma poi succede più di una volta che resti quasi più contento di ciò che ho steso in seconda battuta, senza star lì troppo a pensare cosa realizzare. Mi lascio ispirare dalle tonalità residue avanzate e dai primi tratti che vado tracciando con la matita su quel piccolo tondo di carta che per me ormai rappresenta una sorta di oblò da cui osservo il mondo senza annoiarmi troppo.


sabato 15 novembre 2025

Cookie

 


Cookie non è solo un modo di archiviare informazioni da parte delle applicazioni web: è anche la tenera cagnolina di mio figlio.

sabato 11 ottobre 2025

Come una gemma preziosa

 


Mentre camminavo lentamente verso lo sposo, pensavo a cosa dire quando mi sarei staccato da lei. Rivolgendomi al neo genero, ho detto una cosa sola: «Custodiscila».

sabato 27 settembre 2025

Il buon selvaggio

 


J J Rousseau e il buon selvaggio.

Commento di Bonomo Faita.

Il "buon selvaggio" è un concetto centrale nella filosofia di Jean-Jacques Rousseau, che descrive l'uomo nello stato di natura, prima della corruzione della società e della civiltà. Questo uomo primordiale è considerato intrinsecamente buono, libero, pacifico e in armonia con la natura, dotato di sentimenti come l'amor di sé (auto-conservazione) e la pietà. La civiltà, con le sue convenzioni sociali, le proprietà e l'invidia, corrompe questa innocenza originaria, trasformando l'uomo in un essere egoista e malvagio.

lunedì 1 settembre 2025

Quando si dice il caso

 


Non dormo. Un caffè di troppo mi ha tolto il sonno. Siedo al buio su una poltrona del salotto e attendo di cadere invano fra le braccia di Morfeo. Provo a coricarmi, mica posso stare alzato tutta notte. Dopo essermi rigirato un paio di volte nel letto, penso che è meglio se mi alzo a leggere qualcosa. Spera, l'autobiografia del papa, è lì da qualche settimana e aspetta paziente che cominci a leggerlo.


Dopo una breve introduzione, in cui è facile riconoscere il pensiero di Francesco, vi è un prologo in cui si racconta il tragico naufragio del Principessa Mafalda in cui persero la vita centinaia di migranti che erano salpati per l'Argentina partendo da Genova l'11 ottobre 1927, esattamente il giorno prima che nascesse mio padre.


I nonni del pontefice dovevano salire su quell'imbarcazione, ma non avevano fatto in tempo a vendere le loro proprietà e quindi dovettero rimandare il viaggio. Riuscirono a concretizzare questo progetto soltanto il primo di febbraio del 1929, il giorno prima che nascesse mia madre. Potete immaginare quanto possa essere rimasto sorpreso per il legame stretto che unisce la nascita dei miei genitori con l'adiacenza a due eventi particolari che riguardano la famiglia di papa Bergoglio.