Ho mandato a mia figlia la fotografia del dipinto che ho realizzato questa mattina.
Subito le ha trovato il titolo che corrisponde esattamente a ciò che avevo immaginato.
Questo Blog nasce con l'intento di pubblicare il pensiero, anche quello più intimo, di una piccola anima.
Ho mandato a mia figlia la fotografia del dipinto che ho realizzato questa mattina.
Subito le ha trovato il titolo che corrisponde esattamente a ciò che avevo immaginato.
Volevo esplicitare un pensiero. Arriva il weekend e non vedo l'ora di dipingere un quadretto. Subisco una certa fascinazione come quando poco più che ventenne facevo grande sfoggio con l'acquarello quasi quotidianamente in quelle estati giovanili.
C'era dentro di me un impulso a buttare fuori qualcosa che avevo tenuto prigioniero dentro di me. Poi evidentemente, vuotato il sacco, o forse anche in seguito ad aver intrapreso una intensa attività lavorativa, dipingere era diventato complicato quanto fare un compito in classe, se non hai studiato e monta urgente la voglia di bigiare.
Adesso è diverso. Ho come anticipato una ripresa che avrei procrastinato ancora per alcuni anni fino al sopraggiungere della pensione. Quasi casualmente, giusto per. Ed invece, nonostante a volte sia faticoso perché ho trovato più agevole dipingere in piedi con la tela disposta su un piano rialzato costituito da uno scatolone plastificato componibile in cui Maria Luisa ha riposto delle cose, la testa tutta sovreccitata continua a elaborate quanto fatto e quanto vorrei di nuovo fare, ma che solo l'affievolirsi della luce diurna riesce a contenere e farmi pazientare.
Poi succederà che d'improvviso avrò di nuovo l'impulso a tralasciare i colori, chissà. Per ora la frenesia prosegue e do seguito. Non che sia completamente soddisfatto di tutto ciò che produco. Non importa. Mi svago, mi piace farlo e finché dura continuo a giocare.
Mio cugino Bonomo, l'artista, gli ha dato il titolo "Dimenticare primavera". Nella mia idea originale c'era il tentativo di riprodurre una delle tante panchine che mi avete visto spesso fotografare in giro. Però ho voluto aggiungere un elemento, che mai si potrà vedere nelle mie pose, per evocare una dimenticanza a cui ciascuno potrà attribuire la motivazione che preferisce.
Ho avuto una breve conversazione con mio cugino artista riguardo alla mia difficoltà nel dipingere i volti. Ecco la sua risposta.
Da giovane guardavo l'iperrealismo come un prodigio e tentai alcuni esperimenti peraltro riusciti. Era l'ammirazione per una tecnica che diventa contenuto; pensavo addirittura che il soggetto fosse secondario, poi negli anni ho sperimentato molto fino a capire i miei limiti e pregi. Oggi oltre alla soddisfazione personale provo quella che dà il consenso di un piccolo gruppo di estimatori...