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giovedì 12 settembre 2024

Etologia

Questa mattina stavo scorrendo un po' svogliatamente, per lo più meccanicamente, le pagine di Facebook. Ad un certo punto la mia attenzione è stata calamitata su un filmato ornitologico in cui era inquadrato un nido di uccelli sul cui bordo facevano corona i due genitori mentre all'interno si agitavano quattro piccini. Il maschio portava nel becco un mazzo, se così si può dire, di vermicelli che provvedeva ad infilare, con l'aiuto della più esile femmina, nelle bocche spalancate degli uccellini stando bene attenti entrambi che ciascuno ricevesse la sua parte.

Terminata la distribuzione, i grandi restavano li a fissare, oserei dire con un certo compiacimento, la prole appena nutrita. Pochi secondi dopo, molto probabilmente a causa di qualcosa che era entrato da una parte, qualcos'altro stava per fuoriuscire dall'altra. Uno dopo l'altro i nudi pennuti alzavano il posteriore e da esso fuoriusciva una specie di palloncino biancastro dalla chiara consistenza di un marshmallow che prontamente il padre afferrava col becco e trangugiava voracemente.

Rimasto un attimo sbigottito, ed in verità anche un tantino schifato, ho immaginato che questa cosa non fosse altro che una mirabile trovata di madre natura. Se dapprima avevo considerato come un amorevole sacrificio il tornare al nido col becco pieno di succulenti vermetti e doversene privare per alimentare la prole, con le candide fatte dei loro piccolini scoprivo una sorta di golosa compensazione che fungeva da gradita leva per il proseguimento delle cure parentali.

Non sono un etologo e quindi non ho la certezza che le cose stiano davvero come le ho immaginate, ma a me piace pensare che tutto questo faccia parte di un disegno precostituito che il solo caso non basta a giustificare.