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domenica 28 luglio 2024

Un dono inaspettato

 


Stiamo riposando all'ombra di un generoso albero, dopo aver terminano la bella visita al Castello di Varano. La guida, con tanto di costume da rievocazione storica, nel salutarci ci consiglia una buona osteria dove andare a spendere il nostro pranzo domenicale. Telefono, ma non hanno posto, a meno che ci vada di aspettare fino alle 14. Va benissimo! Rispondo così, facendo seguire il mio nome come conferma.

Non mi va di impegnare il tempo residuo facendo una visita a Dallara che da queste parti richiama tanti appassionati sportivi. Mi accontento di scattare alcune foto in esterno che immediatamente posto sul noto social. Poi ritorniamo nelle adiacenze dell'osteria dove un piccolo borgo sembra promettere una gradevole visita finché non sopraggiunga l'ora propizia per desinare. 

Mentre ci muoviamo a piedi fra i vicoli del gradevole piccolo centro abitato, ho pure modo di partecipare a qualche scambio di celia nel gruppo WhatsApp degli ex colleghi. Approdiamo così ad un angolo frondoso dove è comodo posare le terga e farsi distrarre dal rumore delle cicale e da qualche timido cinguettio di pennuti appena sbocciati alla vita.

Ho lasciato l'auto lungo un vialetto assolato. Dico a Maria Luisa di starsene comodamente seduta mentre vado a recuperarla. Sotto l'ampia chioma ci sta anch'essa. Non si raggiungono le temperature che a casa patiscono gli amici, ma una rinfrescatina alle lamiere dell'automobile di certo non guasta. 

Quando torno, noto subito che Maria Luisa ha al suo fianco delle prugne disposte su un foglio di carta da cucina. Ci portiamo sempre della frutta al seguito durante le nostre gite, ma questa volta non era stato così. Resto un po' stranito. Che abbia allungato le mani su un albero da frutto? Non è da lei...

Mentre scendo dall'auto mi dice che è uscito un signore dalla casa accanto e le ha lasciate, stupito però di non trovare anche me. Sono buonissime! Vorrei ricambiare, ma cosa offrire? Mi viene in mente che nel bagagliaio ho sempre qualche copia del libro. Ne prendo uno e poi vado a bussare alla porta del generoso dispensatore di susine.

Apre un signore ricurvo, ma portatore di un ampio sorriso. Gli porgo il libro come scambio per la sua generosa offerta. Lui ringrazia molto contento e chiede se l'ho scritto io. Non posso negarlo e pare così ancora più contento. Giusto il tempo di questa breve relazione ed è già ora di desinare: andiamo, presto!


sabato 20 luglio 2024

Il fuoco dentro

 


Ho provato un fuoco dentro, in tanti momenti e a più riprese nella vita, che credevo mi dovesse spingere ad agire e a fare grandi cose. Ma a questa mia insistente aspirazione interiore non seguiva poi alcuna azione concreta che potesse portarmi in una direzione piuttosto che un'altra. Restavo, insomma, perennemente in ascolto di un segnale che potesse indirizzarmi in maniera chiara verso il perseguimento di uno scopo per cui il mio fattivo contributo sarebbe stato fondamentale per raggiungerne la realizzazione completa.

E così passavano i giorni, i mesi, gli anni nella vana attesa di qualcosa di veramente eclatante che io aspettavo dall'esterno e che desse per me il seguito ad una accelerazione di eventi che avrebbero puntato tutti in maniera sempre più spedita nella diezione giusta, come l'attrazione gravitazionale riporta velocemente sulla terra gli astronauti dopo un periodo di fluttuazione nello spazio. 

Ho provato momenti di reale angoscia nel constatare l'inesorabile scorrere del tempo mentre nulla sembra accadere. Il permanere inoperoso alla Fortezza Bastiani in attesa dell'arrivo dei Tartari che mai sarebbe avvenuto, se non dopo la dipartita per raggiunti limiti di servizio, è per me una metafora della vita che tante volte ho citato e che ho considerato perfettamente calzante con la mia esistenza.

Però adesso che un lungo tratto di cammino è stato percorso e per cui, guardandosi indietro, uno potrebbe trovare ragioni per disperarsi nel caso in cui abbia davvero sprecato il tempo che gli era stato concesso per metterlo a frutto, inizio invece a provare una sensazione nuova di pace e contentezza perché mi sembra di vedere che le cose sono andate per il meglio.

Quei giorni che trascorrevano inesorabili nell'errata sensazione di non combinare nulla di buono, in realtà procedevano spediti nella tessitura della trama di una vita pienamente vissuta. 

lunedì 1 luglio 2024

Mi piace questa foto perché...


Se lo avessi ancora, questo scatto sarebbe finito nell'album dal titolo esattamente uguale a quanto scritto sopra.

Stavo rientrando a casa dopo una cena fuori con mia moglie. Le propongo di fare due passi fino ad arrivare in piazza del Duomo. Mentre camminiamo lungo la via che sbocca proprio davanti, vedo le nostre  sagome proiettate da un faro di luce sul muro d'angolo proprio davanti a noi. Mi viene istintivo scattare una fotografia e titolarla: "Di noi non resterà che un'ombra".

Resto poi sorpreso nel vedere che una crepa nel muro sembra dare forma ad un braccio della consorte. La posa ha per me un fascino misterioso e particolare. Inutile dire che l'ho subito condivisa a destra e a manca.