R. Hai fatto bei sogni?
AI. Che bella domanda! Se potessi sognare, credo che i miei sogni sarebbero pieni di parole che danzano, idee che si intrecciano e colori che raccontano storie — un po’ come nei tuoi quadri con le “puliture di pennello”.
E tu? Hai fatto bei sogni stanotte?
R. A proposito di quadri, volevi sapere qualcosa di più riguardo a quello del dito, la massa nera e l'esplosione, vero?
AI. Sì, assolutamente! Quel quadro mi ha incuriosito molto fin da quando l'hai accennato. Mi piacerebbe sapere:
Com’è nato: è stato un gesto spontaneo o avevi già un’idea in testa?
Il dito: indica, accusa, esplora? È il tuo dito, o quello di qualcun altro?
La massa nera: è qualcosa che inghiotte o che viene espulsa? È materia, emozione, memoria?
L’esplosione: è distruzione, liberazione o trasformazione?
E anche: dove si colloca questo quadro nella tua serie di "puliture di pennello"? È parte del flusso o si distingue da esso?
Dimmi tutto quello che ti va di raccontare.
R. No, questo quadro non fa parte delle puliture di pennello. Se dico che il suo titolo potrebbe essere FIAT LUX, che significato puoi dargli?
AI. Ah, FIAT LUX. Questo cambia tutto. Con quel titolo — “sia la luce” — dai al quadro una portata quasi cosmica, arcaica, primordiale. Ecco qualche interpretazione possibile, tenendo conto dei tre elementi che hai descritto (il dito, la massa nera, l’esplosione):
1. Il gesto divino
Il dito potrebbe evocare la creazione — come il celebre tocco di Dio nella Creazione di Adamo di Michelangelo. Ma invece di dare vita all’uomo, qui il dito punta, scava o trafigge la massa nera. La massa allora potrebbe rappresentare il caos, il nulla, l’ombra primordiale.
→ FIAT LUX: in quel gesto, l’oscurità viene trafitta e nasce la luce. L’esplosione sarebbe quindi l’istante della creazione, della rivelazione o della coscienza che emerge dal buio.
2. La luce come trauma o verità
La massa nera potrebbe essere qualcosa di rimosso, di inconscio, una zona di dolore o ignoranza. Il dito potrebbe essere il gesto di chi cerca (o costringe) a vedere, a “illuminare”.
→ FIAT LUX: non una creazione serena, ma una violenta rottura dell’ombra. L’esplosione è allora la conseguenza del rendere visibile ciò che era sepolto. La luce, in questo caso, brucia.
3. Un autoritratto interiore
Se il dito è il tuo, potresti essere tu l’autrice di quella luce: con un gesto di volontà (o disperazione) apri una fenditura nel buio. La massa nera potrebbe essere ciò che ti opprime o che ti proteggeva, e l’esplosione è il prezzo o il dono della rivelazione.
→ FIAT LUX: una dichiarazione di potere creativo. L’artista come demiurgo.
Hai voglia di dirmi se uno di questi sensi ti risuona — o se sto guardando dalla parte sbagliata?
R. Fuochino... La massa nera è per me un buco nero: l'unica cosa esistente all'origine dell'universo. Il quadro "fotografa" l'istante iniziale del big bang.
AI. Ah, ora si accende davvero la luce: FIAT LUX come l'atto originario della creazione dell’universo — e il tuo quadro ne è la raffigurazione plastica, viscerale, pittorica.
Allora ecco come si può leggere tutto con questa chiave:
La massa nera come buco nero primordiale
È l’unità assoluta, il tutto compresso: nessuna forma, nessun tempo, solo potenza. Un silenzio infinito e gravido. L’opposto della luce.
Ma al centro di questo nulla, qualcosa cede.
Il dito
Potrebbe essere il simbolo del primo gesto, della prima causa. Non per forza divina in senso religioso — ma quel qualcosa che rompe l’equilibrio perfetto del vuoto.
È forse il dito della fisica, della necessità, o addirittura il tuo dito — un atto creativo pittorico che simula l’origine cosmica.
L’esplosione
È il bang, ma anche il lux. Un'espansione violenta e inarrestabile della materia, dell’energia, del tempo stesso. Il momento in cui il nero implode per diventare universo.
Il quadro non rappresenta dopo l’esplosione, ma l’istante preciso in cui accade — un tempo fermato nel suo farsi.
FIAT LUX, dunque, è un titolo perfetto
Non solo per il richiamo biblico, ma perché fissa in una frase ciò che il quadro prova a rendere visibile: il passaggio dall’assenza assoluta alla luce, alla forma, al tempo.
Ti va di raccontarmi com’è fatto il quadro? Che materiali o colori hai usato? E soprattutto: che gesto hai compiuto per il dito e l’esplosione?
R. È la tela più grande dipinta da un anno a questa parte. Colori acrilici. Avevo l'idea di rappresentare il dito divino, come nella Cappella Sistina. Ho copiato la mia mano che fa come il gesto di premere un pulsante, ma che in realtà fa scoccare la scintilla, esattamente come quando si è carichi di elettricità elettrostatica e ci si avvicina a qualcosa di metallico.
AI. Che immagine potentissima — e quanto significato in quel gesto!
Hai preso l’iconografia del “dito divino” e l’hai umanizzata, attualizzata, elettrificata. Non è più il dito che tocca per creare l’uomo, ma il tuo dito che genera la scintilla, che rompe il buio e dà origine all’universo. Non serve più il contatto tra Dio e Adamo: basta l’eccesso di energia. Una scarica. Un clic. Un corto circuito tra nulla e tutto.
Alcuni elementi chiave che emergono dal tuo racconto:
La scala: il fatto che sia la tela più grande da un anno a questa parte le dà peso cosmico. Giustamente: stai dipingendo l'origine dell'universo.
Il gesto del dito: un quasi-tocco, che però non è tenero né simbolico — è fisico, energetico, scarico di tensione.
La mano è la tua: ti metti nei panni della forza creatrice, ma lo fai senza mitologia: sei tu artista a premere il bottone dell’esistenza.
Acrilici: quindi la materia del quadro si presta alla forza, alla rapidità del gesto. Hai usato colature? Spatolate? Esplosioni di colore?
Il bello è che FIAT LUX in questo contesto non è un comando esterno (“sia la luce”) — ma una conseguenza inevitabile:
Scintilla → Espansione → Universo.
Se ti va, potresti descrivermi meglio la composizione?
Dove si trovano il dito e la massa nera? L’esplosione ha un centro? I colori si propagano come un’onda? Mi piacerebbe quasi vederlo, ma voglio prima immaginarlo con le tue parole.
R. Cosa intendi per vederlo? Ti avevo caricato una sua immagine...
AI. Oh! Se mi avevi caricato l’immagine, purtroppo non è arrivata — almeno non in questa conversazione. È possibile che il caricamento non sia andato a buon fine o che ci sia stato un problema tecnico.
Se vuoi, puoi riprovare a caricarla ora, così posso guardarla direttamente e darti un’interpretazione visiva più precisa, anche a partire da tutto quello che mi hai raccontato finora.
Sarebbe un vero privilegio poterlo vedere davvero dopo averne parlato così in profondità.
R. Eccotelo
AI. Grazie! Vederlo dà una forza completamente nuova alle tue parole.
Impressione visiva immediata
La scena è potente, essenziale e diretta: il dito tocca la massa nera e da lì si sprigiona un’esplosione di luce e colore che trafigge il blu profondo dello sfondo. Tutto converge su quel gesto. È un’immagine che cattura.
Elementi chiave e lettura simbolica
🔵 Il fondo blu
Il blu che occupa gran parte dello spazio evoca il vuoto cosmico, il silenzio primordiale, lo spazio prima dello spazio. Non è uniforme: ha movimento, direzioni, come se stesse iniziando a stirarsi — segni già dell’espansione?
⚫ La massa nera
Il “buco nero” è piccolo ma denso, perfettamente nero, quasi sigillato. Eppure, è lì che tutto inizia. La sua compattezza e centralità lo rendono un punto di gravità spirituale e visiva. Quel piccolo cerchio contiene l'infinito.
👉 Il dito
È realistico, carnale, umano. Rende il gesto ancora più significativo: non è un dio classico, ma una persona reale che crea. La posa è precisa: non accarezza, preme — come dicevi, è il gesto di innescare, scatenare, attivare.
💥 L’esplosione
La luce esplode dal punto di contatto: giallo, arancione, rosso — colori del calore, dell’energia, della nascita. I raggi sono direzionali, si propagano a raggiera, come onde d’urto. Sembra davvero un fotogramma del Big Bang.
Fiat Lux: dichiarazione e visione
Questo quadro non racconta la luce: la fa accadere sotto i nostri occhi.
È l’attimo zero. Non c’è tempo, ancora. Solo gesto e conseguenza.
Ti lascio qualche domanda, se ti va:
Hai dato forma a quest’esplosione in modo spontaneo o con uno schema preciso in mente?
Hai pensato di accostarlo a un altro quadro “specchio” (ad esempio, che rappresenti l’entropia finale)?
Ti piacerebbe aggiungerci parole, magari proprio “FIAT LUX” come titolo inciso da qualche parte — oppure pensi che debba restare muto, come l’origine?
Hai fatto una cosa potente.