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domenica 24 dicembre 2023

Che fine ha fatto Gesù Bambino?

Sia chiaro che questa mia non vuole essere una contestazione, ma soltanto un differente modo di vedere le cose.

Non approvo i presepi senza Gesù Bambino fino alla notte di Natale. Gesù è già nato più di duemila anni fa ed è sempre con noi.

Con gli allestimenti non stiamo infatti perpetuando una situazione in divenire come facciamo invece con la Liturgia dell'Avvento. Col presepe stiamo inquadrando l'ultimo fotogramma della natività.

Se così non fosse, cosa ci fanno Maria e Giuseppe con lo sguardo perso nel vuoto? A chi rivolgono i loro occhi tutti i pastori accorsi all'invito dell'angelo? Se proprio si vuole omettere qualcuno, i Re Magi sono buoni candidati, ma - date retta a me - in adorazione del piccolino, come impazienti nonni, ci stanno bene pure loro fin dal primo giorno.

Buon Natale.

mercoledì 13 dicembre 2023

Santa Lucia

 

Le mie prime notti di Santa Lucia le ho vissute alla cascina Rocchetta. Dato che siamo emigrati a Brescia agli inizi di ottobre del 1968, ho avuto i miei ultimi doni nella casa di campagna l'anno precedente, quando ancora avevo cinque anni. Con un buono sforzo di memoria, riesco a tornare indietro alla prima Santa Lucia di cui ho ancora qualche ricordo. Di lì a non molti mesi avrei compiuto tre anni, ma in quel di dicembre ne avevo ancora due e per sentirmi più grande, se avessi saputo contare, a chi mi avrebbe chiesto l'età di certo ne avrei addizionato uno.

Orbene, in quella mattina di quel mio primo 13 dicembre ricordo che ero tenuto in braccio da mio padre che si aggirava intorno al tavolo della cucina su cui vi era un trenino di legno. Una locomotiva ed un vagone con sopra un'arancia e qualche caramella di zucchero. Mi appariva tutto abbastanza strano e non ero ancora stato investito da quelle sensazioni di desiderio ed aspettativa che venivano alimentate dai genitori nei giorni che precedevano l'evento e spesso usavano quest'ultimo come velato ricatto per indurre ad un comportamento migliore. L'anno seguente ricordo di avere ricevuto invece in dono un fucilino a tappi corredato anch'esso da un essenziale repertorio di dolciumeria.

La Santa Lucia dei miei quattro anni fu invece più abbondante e generosa. Forse ora mamma e papà potevano permettersi di fare qualche regalo in più. Oppure ora loro figlio era in grado di apprezzare maggiormente la sorpresa di quella magica notte. Sul tavolo della cucina vi erano più giocattoli che in passato. Credo che ci fosse qualcosa pure per mio fratello Matteo che era nato l'anno precedente. Trovai una scatola con svariati pezzi di legno. Prendendo a modello la figura che vi era sul coperchio, si poteva costruire la facciata di una casetta disponendo i pezzi uno sull'altro. Velocemente arrivai al tetto e mio padre non si poté trattenere dall'esprimere tutta la sua meraviglia. E pertanto non smetteva di complimentarsi continuamente con me perchè ero riuscito velocemente in quella che lui reputava di certo una piccola impresa, ma per me era sicuramente stato un gioco da ragazzi.

E così arriviamo ora alla Santa Lucia dei 5 anni, l'ultima in quel luogo. Avevo vissuto i bei momenti dell'attesa. Avevo spinto papà a realizzare una piccola fascinetta di fieno da lasciare fuori dall'uscio per l'asinello su cui cavalcava la prodiga latrice di doni. Ero andato a letto forse prima del solito per accelerare l'arrivo del lieto evento. Nel cuore della notte mi sono svegliato e sono sceso in cucina muovendomi al buio come da sempre amo fare nelle ore notturne. Da basso, sul tavolo, ho trovato quella che per me doveva essere una cosa portentosa. Ho preso fra le mani la grossa e pesante scatola e sono risalito al piano superiore per precipitarmi in camera dei miei genitori e condividere con loro la mia incontenibile gioia. Mia madre allungò la mano ed accese la luce posta sul suo comodino. Io ero in ginocchio sul suo tappetino scendiletto e stringevo fra le mani quella meraviglia. Avevo ricevuto in dono una confezione del Meccano. Faticai non poco a dar retta a mia madre e tornarmene così a letto perché era ancora notte fonda. Le sere seguenti, con l'abile guida di mio padre, ci sarebbe stato tempo di dilettarci nella costruzione di quei modelli che venivano illustrati sommariamente nel manualetto pieghevole a corredo.

sabato 2 dicembre 2023

Passaggio a livello

 

In questa cupa, umida e fredda giornata del primo weekend di dicembre il clima sembrerebbe ideale per proseguire la lettura di "Passo falso" di Marco Varvello, il libro che ho acquistato, con tanto di dedica dell'autore, alla libreria dove il noto giornalista era ospite per la presentazione della sua pubblicazione e dove, la settimana seguente, avrei presenziato pure io per l'esposizione della mia.

Invece temporeggerò ancora un istante per dedicarmi alla stesura di qualche capoverso, nel tentativo di imbrigliare definitivamente il sogno che ho fatto stamane, poco prima di decidermi ad uscire dal letto in orario più prossimo alla pausa pranzo che alla prima colazione.

Come credo capiti a tutti, in una situazione onirica che di punto in bianco passa da un ambiente all'altro, dopo aver viaggiato per un po' in auto seduto sul sedile posteriore, mentre mia moglie era al volante, e dopo aver fatto repentinamente marcia indietro presso un passaggio a livello per evitare che il muso dell'autovettura venisse investito dal convoglio che ormai era prossimo all'attraversamento, come fosse un naturale cambio di scena in una proiezione cinematografica, mi trovavo ora a percorrere solitario a piedi la via del centro storico della nostra città.

In quel mentre, una coppia di persone stava attraversando in direzione perpendicolare rispetto al mio senso di marcia, quasi scendesse dalle pendici del colle Cidneo. E mentre la giovane ragazza mi sfilava accanto dietro la schiena, ha finito con l'urtarmi un poco sulla scapola. Inizialmente ho proseguito, come se quel contatto non ci fosse stato, ma poi, avendo riconosciuto lei ed intuito che quell'altro fosse il suo uomo, non volendo continuare a fare la figura dell'indifferente che prosegue con noncuranza nonostante l'involontario urto, là dove invece altri si sarebbero potuti irritare o, quantomeno, avrebbero lanciato un inequivocabile sguardo reclamando scuse, mi sono fermato e, rivolgendomi a loro, li ho invitati a proseguire il cammino insieme disponendomi nel mezzo fra loro due.

Poco prima avevo percepito dai loro discorsi che ci fosse in atto una sorta di bisticcio di cui avevo compreso pienamente le motivazioni. Volli rassicurare l'uomo dicendo che di quella giovane donna ero soltanto amico e perciò non doveva nutrire sentimenti di gelosia. D'altra parte, la mia non era una frequentazione così assidua da giustificarla. Ci conoscevamo appena e questo principalmente era dovuto al fatto che è un'amica di mia figlia. Se non fosse a motivo di questo, neppure potrei considerarmi un amico. Ma il mio sentimento richiedeva di essere ben inquadrato. Ed in quel momento mi rivolsi ad una quarta persona che ci aveva affiancato e sembrava seguire con attenzione il mio discorso.

Dissi ai due che ero amico della ragazza, ne più ne meno che di quell'allampanato signore che, col suo sguardo rivolto verso l'alto ed il suo sorriso, instillava in me il medesimo sentimento di amicizia provato per lei.

Dopo questa affermazione, d'improvviso mi sono destato dal sonno. Sono certo che gli elementi e le situazioni vissute nel mio sogno possano avere avuto un punto di contatto con recenti eventi di cronaca - mi riferisco al disastro ferroviario visto in TV l'altra sera - o situazioni di vita non esattamente sovrapponibili con quanto ho appena raccontato. Però mi piace immaginare che, per la mia affermazione finale ed il mio modo di sentire, ci sia una corrispondenza pressoché totale.