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mercoledì 29 luglio 2020

Irrilevante

Questa mattina mi sono preso qualche ora di permesso dal lavoro e sono salito in montagna per partecipare al funerale di una cara amica. E' una conoscenza di vecchia data che ho incontrato fin dall'adolescenza, quando ella ha iniziato a risiedere stabilmente al paese dei miei nonni avendo sposato un giovane del posto. Ma è stato soltanto in tempi relativamente più recenti che ho avuto modo di scambiare con lei qualcosa in più di un semplice saluto.

Dobbiamo tornare agli anni in cui anche Santina era in chemioterapia. Le due donne, accumunate dalla stessa nefasta malattia, hanno trovato subito naturale accorciare le distanze ed avere un contatto confidenziale ben più rilevante di quello avuto in precedenza. Mentre per mia moglie le cose sono poi precipitate rapidamente, per Fiorenza invece la malattia ha iniziato a regredire e a lasciare spazio a prospettive differenti per l'avvenire.

E così c'è stato modo di intrecciare successivamente un amichevole scambio anche con Maria Luisa, la mia seconda moglie. Tuttavia, quella battaglia che sembrava vinta per sempre, dopo diversi anni di tregua, col tempo è tornata a tendere insidie all'amica fino allo sbocco fatale che ha avuto il suo compimento proprio in questi giorni.

Durante l'omelia della messa di suffragio, mi sono rimaste particolarmente impresse le parole del celebrante che, rivolgendosi alla deceduta, diceva che in questo suo nuovo stato avrebbe sicuramente trovato tutte le risposte alle numerose domande che portava con sé e a cui neppure un sacerdote sa rispondere. Questo pensiero mi ha subito richiamato alla mente un desiderio che anch'io avevo covato in passato una volta entrato nell'aldilà. Subito avrei voluto sapere la verità dei fatti su un paio di cose.

Stamattina però, quasi una folgorazione, ho pensato che di tutte queste domande che albergano nel nostro intimo e che di certo sono state un nostro assillo terreno, in quella nuova dimensione avrebbero potuto risultare del tutto prive di senso. Comunque siano andate le cose, quel fatto o quella circostanza non avrebbero più avuto alcuna importanza perché, se il nostro destino è quello di vivere in pienezza al cospetto dell'Amore, ogni altra questione perde completamente importanza e diventa del tutto irrilevante.

lunedì 20 luglio 2020

Lo sapevo

Lo sapevo. Capita sovente che leggendo lo scritto di un altro venga voglia di richiudere il libro e prendere in mano la penna. Un po' dipende anche dalla circostanza, dal tipo di lettura che si stava attuando in quel frangente. L'urgenza nasce come necessità incombente, come subitanea smania di prender parte ad un processo creativo più che a seguitar di subire il fascino dell'operato altrui. Ci sono pensieri e riflessioni che si dipanano nella mente come chiare trame che tendono tuttavia a sbiadire lestamente così come le abbiamo viste affiorare. I termini con cui abbiamo provato a fissarli con atto cosciente mentre venivano avanti in maniera spontanea, ma non ben definita, quasi scompaiono e non poco fatichiamo nel ritrovare il bandolo del vacuo ragionamento, della riflessione che si perde per sempre se in qualche modo non la si fissa su qualcosa di ben più accessibile e durevole di una mutevole connessione sinaptica.