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mercoledì 8 novembre 2023

Azioni inutili

 

Ci sono parecchie cose inutili che ci ritroviamo a fare nel corso della giornata. Una di queste è per me quella di stare ad osservare gli aggiornamenti del cellulare. Ogni tanto do una piccola scrollata col dito per mantenere lo schermo attivo. Poi mi soffermo sull'app che in quel momento è in fase di installazione. Valuto il tempo dell'aggiornamento e, quando sparisce, noto con una certa soddisfazione il decremento del contatore. Quando il conteggio scende a 9, non ci sarebbe più bisogno di effettuare alcuno scroll della lista, ma faccio ugualmente il gesto per evitare di andare in stand-by. Tutte le volte, tranne questa in cui ho voluto condividere con voi un mio momento d'inutile follia così da trasformarlo invece in qualcosa d'altro. Ora sospendo un attimo la scrittura e vado a sbirciare fin dove è arrivato. Chissà se avrà finito?

Sì, ha terminato e lo ha fatto più in fretta di altre volte, di quando a me sembra che non termini mai. È così anche per altre cose. Se richiedono del tempo per essere completate, la fine non sembra arrivare mai. La lavatrice in fase di centrifuga. Il compilatore che sta effettuando la rebuild generale dell'enorme applicazione che state sviluppando. Il bus, il tram, il treno, se siete giunti in anticipo alla fermata. Forse è per questo che certe persone amano arrivare in ritardo: è perché non desiderano aspettare! Ma le attese sono in realtà provvidenziali. Andrebbero programmate con cura per darsi la possibilità di un momento di abbandono, di decongestione da tutta quella fervida attività che spesso svolgiamo e che giungerebbe altrettanto bene a compimento anche nel caso in cui ci fossimo dedicati con minor solerzia ed affanno.

Anzi, spesso le cose migliorano perché, fra una fase e l'altra nel processo di realizzazione, siamo stati costretti a distoglierci, per una richiesta più urgente, un imprevisto, un disturbo. Quando riprendiamo il lavoro dal punto in cui lo avevamo abbandonato, ci sovviene un'idea migliore, facciamo una piccola rettifica e così la qualità generale ci guadagna a tal punto da farci riflettere seriamente sul fatto, che a questo punto ci sembra molto importante, che le pause vadano inserite sistematicamente nelle attività da svolgere. Non come l'inevitabile attesa che la vernice si asciughi prima di dare la seconda mano, ma come fa l'artista che si allontana dal quadro e, valutando meglio la visione d'insieme, elabora mentalmente i propri successivi interventi, fino alla pennellata finale che porterà ad avere quel capolavoro che staremo ad ammirare a bocca aperta per i secoli a venire.