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mercoledì 25 luglio 2012

Correva l'anno 1984

Qualche settimana fa, l'amico Lorenzo, grande appassionato di fotografia, ha mandato a me e ad altri amici il link al suo sito per permetterci di visionare uno dei suoi ultimi album. Nella sua raccolta di fotografie scattate durante una recente visita alla città di Brescia vi è anche uno scorcio del duomo visto dal castello. L'inquadratura mi è sembrata praticamente identica a quella di una mia vecchia fotografia scattata poco meno di trent'anni fa con la reflex - una Pentax Super-A - che mi aveva regalato Santina in occasione del mio compleanno.

Qualche mese più tardi utilizzai quella fotografia, ed un'altra ancora in cui era ritratta la mia fidanzata con in braccio il nipote di sua zia, per l'esecuzione di un quadro ad olio. Ho raccontato queste cose a Lorenzo e si è un po' meravigliato del mio passato da pittore. Ci conosciamo ormai da quasi un ventennio ed un poco m'imbarazza il non averlo mai edotto circa la mia passione giovanile per la pittura.

Visto l'interesse dimostrato per la cosa, promisi che alla prima occasione sarei andato a casa di mio padre con la compatta ed avrei scattato una foto al quadro che è rimasto appeso in casa dei miei genitori per tutto questo tempo.

Paragonando ora la fotografia dell'amico con l'immagine del quadro che dipinsi nel lontano 1984, mi sembra che, visivamente parlando, ci sia maggiore gradevolezza nell'immagine recente piuttosto che nel mio dipinto ad olio. Eh sì che per realizzare quell' "opera" ci misi vari giorni colorandone una piccola porzione per volta cercando di porre la massima cura nel riprodurre con una certa fedeltà ciò che appariva nelle due fotografie e che la mia immaginazione aveva fuso insieme sulla tela.

Quando lo portai a far incorniciare, l'artigiano del quartiere mi disse che conosceva la signora che appariva ritratta nel quadro e mi disse anche il nome. Ma si sbagliava perché in realtà si riferiva alla sorella del mio medico di famiglia che ben conoscevo. Non potei però negare che, seppur sbagliando, vi fosse una certa somiglianza con la persona da lui indicata.

Il quadro è un tantino ingombrante e, forse per non lasciare un gran vuoto sulla parete della sala dei miei genitori, non l'ho voluto asportare e portare via con me quando ho messo su casa per sposarmi. Qualche anno fa, quando mamma ormai aveva cominciato a dare in escandescenze per i suoi problemi di alzheimer - così gravi a tal punto che non riusciva a riconoscere la propria immagine riflessa nello specchio e per questo vi scagliava contro qualsiasi oggetto a portata di mano - stranamente riusciva ancora a riconoscere nel quadro la sua nuora ed un giorno mi disse: "Ecco, quella è tua moglie".

Quando cominciai a svolgere l'attività di programmatore progressivamente persi l'attitudine per il disegno e più in generale la passione per la pittura. Non so se in realtà sia semplicemente stata una fase della mia vita che giunta a compimento ormai svaniva, così come un fiore che, dopo aver dato il meglio di sé, avvizzisce. Ho attribuito la colpa di ciò alla mia professione e fatto l'ipotesi che un giorno, magari da pensionato, quell'antica passione sarebbe anche potuta ritornare.

Chi può dirlo? Confidando in un po' di salute, se non avrò altro di meglio da fare, in futuro potrei tornare a giocare con i colori e, magari con soddisfazione, riscoprire una passione tutta nuova.


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