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domenica 18 ottobre 2009
Crisi solidale
Qualche giorno fa il capo mi ha confidato che, nonostante il momento di crisi, le cose non stanno andando poi tanto male per la nostra azienda. Anzi, continuando così, ci sono concrete possibilità che per fine dicembre riusciremo a raggiungere un fatturato superiore a quello dello scorso anno. In un periodo di contrazione generale della domanda, questi dati di previsione economica hanno infuso in noi un rinnovato ottimismo.
Ieri mattino ci siamo alzati un po' più tardi del solito. Alessandra aveva un'ora buca e quindi non c'era bisogno della levataccia di tutti i giorni per accompagnarla a scuola. Il suono della sveglia mi ha quindi colto un po' più condiscendente e disponibile ad uscire dal letto. Mentre mi dirigevo in bagno, ho scorto nella semi oscurità la sagoma di Andrea che stava per uscire di casa. Ho trovato strano che anche lui fosse già in piedi. Immediatamente mi ha rammentato che, assieme ad alcuni suoi coetanei, si sarebbero ritrovati dinnanzi al supermercato per la colletta alimentare in favore della Caritas parrocchiale.
Evidentemente la sfavorevole congiuntura economica sta toccando direttamente anche tante famiglie a noi vicine. Il parroco ha quindi deciso di sensibilizzare i giovani affinché dedichino un po' del loro tempo per una raccolta di generi non deperibili, in modo da rispondere concretamente alle tante richieste di aiuto che sempre più numerose stanno pervenendo all'ufficio caritativo di zona.
Questo sabato le compere per le necessità di casa toccavano a me. La scorsa settimana Maria Luisa aveva fatto una spesa un po' più abbondante del solito e quindi non ci sarebbero state tante cose da prendere. Mentre mi stavo lavando e ripensavo a quanto mi aveva appena ricordato mio figlio Andrea, sopraggiunge mia moglie che mi propone di fare una spesa doppia: io per la famiglia e lei in favore della colletta parrocchiale. Dopo un breve amorevole bisticcio su chi dovesse occuparsi di cosa, per tagliar la testa al toro, abbiamo convenuto di dividere esattamente per due il costo degli acquisti fatti in favore della solidarietà sociale.
Appena entrati nel supermercato - il nostro solito, non quello vicino a casa - la nostra attenzione viene attratta da numerosi prodotti accatastati ed offerti a costo zero. Dopo un attimo di titubanza da parte mia, anch'io sposo l'idea di mia moglie e comincio a depositare nel secondo carrello tutto quanto può fare al caso nostro. Ci sono pacchi grandi e confezioni multiple, che di solito non riscuotono la mia piena simpatia. in questo caso è diverso. Presi dalla frenesia dell'accaparramento riusciamo in breve tempo a riempire il carrello. Allora propongo a mia moglie di continuare lei la spesa di famiglia, mentre io sarei andato velocemente a pagare per poi riporre in auto la merce. Un poco perplessa, con l'aria di chi vede sottrarsi dalle mani un compito gradito, comunque acconsente.
Alle casse non c'è ressa ed in breve effettuo il pagamento. Visto l'esiguo ammontare della cifra totale sono colto da un poco di delusione. Quando ritorno da mia moglie dopo aver depositato la roba in macchina, le propongo di fare un ulteriore "rabbocco" e la spesa di famiglia passa inesorabilmente in secondo piano.
Ritornando verso casa, decidiamo di fare una piccola deviazione e fermarci davanti al supermercato dove ci sono i nostri ragazzi. Dato che prima mi ero un poco stirato i muscoli della schiena sollevando la confezione grande del latte, decido di lasciar fare a loro, aprendo semplicemente gli sportelli dell'auto ed offrendola al loro entusiastico saccheggio. Ovviamente abbiam messo più tempo noi a caricarla che loro a svuotarla.
In serata Alessandra, che pure ha avuto modo di prestare il suo contributo alla raccolta, ci fa sapere che sono stati riempiti più di settanta scatoloni. Ci racconta anche di chi è venuto a fare la spesa e poi ha devoluto in beneficienza l'intero contenuto del carrello.
Non sono cliente abituale del modesto supermercato di periferia sito vicino a casa. Credo però che sia frequentato per lo più da gente anziana. Mi piace pensare che la solidarietà si sia fatta largo più fra le persone di modesta condizione economica che fra quelle per cui il denaro non fa troppo difetto. Tutto sommato noi abbiamo dato un po' del nostro superfluo. Loro invece si sono privati, con reale sacrificio, di quanto viene misurato con attenzione per bastare alle necessità di ogni giorno.
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