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venerdì 10 luglio 2009

La torre di Babele


Ancora qualche giorno e poi arriveranno anche per noi le tanto agognate ferie.

In questi giorni sto concludendo la localizzazione in diverse lingue di un programma per la gestione dei parcheggi. Quest'applicativo è frutto di un progetto nato alcuni anni fa e commercializzato oltre che in Italia anche in diverse altre parti del mondo. In queste ultime settimane è uscita la seconda versione che introduce diverse importanti innovazioni che non erano presenti nella prima edizione e che vengono così a soddisfare le richieste di clienti sempre più esigenti.

Quest'applicazione è sviluppata ovviamente in italiano, ma subito dopo, quando raggiunge lo stato di maturità ed è pronta per la distribuzione sul mercato, viene tradotta, non solo nelle lingue più comuni come l'inglese, il francese, lo spagnolo ed il tedesco, ma anche in tante altre come l'olandese, il polacco, il rumeno, il russo e perfino il cinese.

La traduzione dei testi, almeno per le lingue principali, è effettuata da un'azienda specializzata in questo tipo di servizio. Per gli altri paesi il lavoro di conversione nella lingua locale viene svolto in collaborazione con i vari distributori esteri.

Quando la traduzione è terminata, si procede all'assemblaggio dei testi per ottenere il programma finale. La cosa non può essere svolta in maniera completamente automatica e richiede qualche aggiustamento manuale per sistemare a dovere le varie schermate.

Grazie a questa attività finale di controllo riesco di tanto in tanto ad imparare qualche nuovo vocabolo nelle lingue di maggior diffusione. Non è però infrequente che mi imbatta in termini dal suono familiare anche nelle lingue meno comuni, addirittura anche in cirillico. Credo che in questo mi sia d'aiuto qualche reminiscenza di greco e latino del liceo.

In mezzo a tutta questa sorprendente diversità sembra comunque di scorgere una radice comune per tanti di questi linguaggi. Non voglio affermare che tutti gli idiomi abbiano avuto la genesi da un unico capostipite, come invece andava dicendo il padre della protagonista del film "Il mio grasso, grosso, matrimonio greco" che per ogni termine riusciva a trovare una derivazione dalla lingua ellenica.

Con la globalizzazione, col tempo, tante culture locali rischiano di sparire dalla faccia della terra. Non credo però che si arriverà mai ad avere un unico linguaggio uguale per tutti. Dove ha fallito l'Esperanto forse un domani riuscirà l'Inglese affiancandosi come seconda lingua.

Speriamo però che ci si intenda veramente. Per chi chiede "pane", la risposta non sia "bombe". Per chi invoca "libertà" la replica non sia "oppressione" e "sfruttamento".

Per dirla con una parafrasi tolta dal film "A beautiful mind", a proposito di "dinamiche dominati", perché la cosa funzioni anche in campo economico, bisogna imparare a perseguire ciò che è vantaggioso per l'individuo e contemporaneamente lo è anche per la collettività".

1 commento:

gmb3 ha detto...

Il problema è che spesso i termini vengono abusati: (militari = missionari di pace ; medici che denunciano bombe su civili = terroristi)