In questi giorni ci troviamo a Livemmo di Pertica Alta, il paese d'origine di mio padre.
Dopo aver passato una settimana a Siusi, dove le bellezze del paesaggio hanno riempito di colori i nostri occhi, ma anche le lunghe camminate hanno stancato i nostri piedi, era necessario trascorrere alcuni momenti in tutta tranquillità ospiti nella casa di nonno Luigi.
L'occasione per vedere in modo diverso questo piccolo paese della Valle Sabbia mi è stata fornita dalla mamma di Maria Luisa, che siamo riusciti, dopo mille operazioni di convincimento, a trascinare con noi in questo soggiorno.
Carla ha una passione particolare per le piante dalle bacche arancioni così frequenti da queste parti e ben apprezzate dagli uccelli. Nonostante mio padre in passato sia stato un cacciatore, non ne conosco il nome. Però una delle fotografie allegate toglierà ogni dubbio riguardo a ciò di cui sto parlando.
Orbene, per esaudire la richiesta di Carla e fare alcuni scatti ad una di queste piante che si erge maestosa (ben più grande di quelle solitamente viste), proprio qui dietro casa nostra nel giardino di un vicino, sono uscito a mezza mattina con la mia digitale da battaglia.
La mia non è una passione vera e propria per la fotografia, anche se mi piace scattare fin dalla tenera età, quando con entusiasmo mi mettevo dietro all'obiettivo dell'Agfa di papà.
Appena fuori casa, però, sono stato colto dalla stessa frenesia che ci prende quando esco con i miei ex-colleghi di lavoro, tutti amici appassionati della fotografia. Ho cominciato a scattare convulsamente per catturare quanto vedevo intorno e tutto mi sembrava avere una luce nuova: tanti scorci ben noti che, come d'incanto, assumevano un fascino nuovo, quasi li vedessi per la prima volta solo ora.
Il paese è veramente piccolo ed in pochi minuti lo si attraversa da cima a fondo. Nonostante questo, sono numerosi i punti di attrazione, gli angoli pittoreschi, i contrasti fra i vecchi ed austeri edifici rurali ed i variopinti caseggiati ristrutturati. Soffermandomi però in vicoli od angoli che destavano la mia curiosità, non mi rendevo conto del rapido scorrere del tempo. Preso da scrupolo sono ritornato un attimo verso casa per avvisare mia moglie del fatto che mi ero immerso in questo reportage estemporaneo su Livemmo e sui suoi gradevoli scorci panoramici.
Questo paesino non ha vocazioni turistiche e quindi non è attrezzato per accogliere un grande afflusso di persone. La riprova l'abbiamo avuta in questa prima domenica di agosto, data in cui scrivo, dove il rally automobilistico che ha attraversato alcune vie d'accesso limitrofe ha attirato numerosi appassionati e sportivi creando non pochi problemi alla viabilità nelle anguste e tortuose strade di montagna.
L'idea di scrivere queste cose mi è venuta ieri sera mentre ascoltavamo in piazza alcuni brani musicali proposti dalla banda di Salò. Dopo un inizio incerto, in cui mi era parso di cogliere alcune imprecisioni nell'esecuzione, l'armonia d'insieme e le gradevoli melodie del repertorio adatto ad un pubblico di villeggianti non troppo esigenti, hanno saputo suscitare emozioni e gradimento corale.
Considerare Livemmo come il centro del mondo è sicuramente eccessivo e sopra le righe. Però ogni luogo in cui si possa stare, anche solo per qualche giorno, bene come a casa propria, per così dire, diventa il centro del nostro universo di affetti e del nostro vivere.
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