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venerdì 2 gennaio 2009

Dormire


Mentre Alessandra era in montagna, Maria Luisa ed io ci siamo concessi una breve vacanza in Liguria.

Non eravamo certi riguardo alla destinazione del nostro viaggio e quindi, in attesa di schiarirci le idee, abbiamo sostato alcune ore a Cremona pranzando in compagnia di nonna Carla.

Poi m'è venuto in mente che Emanuela, alcuni anni fa, quando avevo progettato di far visita alle Cinque Terre con i ragazzi, mi aveva lasciato il recapito telefonico di un santuario nei pressi di Monterosso. Nel frattempo il numero di telefono è cambiato, come puntualmente ci avvisa il messaggio vocale del gestore telefonico.

Niente paura. Sono bastate una rapida occhiata allo stradario per rilevare il nome corretto, dato che quello segnato dall'amica appariva impreciso, ed una semplice ricerca in Google per reperire sito e recapito telefonico del santuario della Madonna di Soviore.

Prenotiamo una camera e ci mettiamo in viaggio decisi a non perdere neanche un minuto di quella bella giornata di sole.

Lasciata l'autostrada A1 e presa la direzione di La Spezia, poco dopo Parma, già il tempo cambia con tutto il nostro disappunto. Le nubi diffuse che coprono l'Appennino e le tracce di nevicate pregresse ci mostrano il lato freddo dell'inverno, com'è giusto che sia.

Procedendo senza affanno, seguendo le indicazioni stradali, arriviamo ancora in piena luce alla nostra meta. Siamo leggermente in quota: 465 metri sopra il livello del mare, che si può scorgere in basso in gradevole veduta.

Entriamo e ci registriamo. Fissiamo la stanza per due notti e poi saliamo a prendere possesso del nostro locale.

L'impatto iniziale non è per me dei migliori. L'alloggio, intendiamoci, è accettabile. Forse un tantino modesto. Il pavimento in cotto e le stanze basse fanno andare la memoria alla vecchia casa dei nonni paterni instillando tenui sensazioni di melanconia nel buio della sera che avanza. Spalanco le ante. Il vento ne richiude subito una. Ci sono due stanze con due coppie di letti singoli a disposizione. Il bagno comune ordinato e pulito, ma mancano salviette e lenzuola su ogni branda.

Non possiamo lamentarci troppo. Un cartello appeso internamente sulla porta d'ingresso ci aveva avvisati che avremmo potuto patire qualche disagio perché questo non è e non vuole essere un albergo. Torniamo da basso per una cioccolata calda, senza troppi fronzoli.

Esponiamo il nostro problema e quindi seguiamo la suora che ci consegna le lenzuola e le salviette. Evidentemente a lei tocca la gestione di questi ambienti e lascia trapelare un certo disagio perché la stanza avrebbe dovuto essere in ordine.

Non importa. Così abbiamo modo di accostare le due cuccette, stendere le lenzuola di traverso ed il letto matrimoniale in breve è allestito.

Per oggi non ci muoviamo. Restiamo in stanza attendendo l'ora di cena. Per ingannare l'attesa apro il libro di Enzo Bianchi che ho regalato poco prima di Natale a Maria Luisa ed inizio a leggere a voce alta il primo capitolo.

"Il pane di ieri": ecco il titolo del libro che ci fa entrare nel giusto spirito di questa vacanza. Eliminare il superfluo e tornare al sapore autentico delle cose.

Dopo non molto ci viene spontaneo pensare che in questo posto, privo di orpelli, si riceve molto di più di quanto si corrisponde per il soggiorno.

Partecipiamo alla messa prefestiva nella chiesa adiacente. C'è un gruppetto di giovani ragazzi ed un gruppo poco più numeroso di scouts. Ci stringiamo attorno all'altare. Un sacerdote di colore che parla un buon italiano, ma che tradisce un accento francese, celebra l'Eucarestia. Mentre tiene la sua omelia non posso impedirmi di pensare alla stranezza di quest'uomo di una razza adatta ad un clima decisamente più caldo che svolge parte del suo ministero in questo luogo così freddo, come l'ha reso la perturbazione che in questi giorni è filtrata dai Balcani.

Dopo una cena gradevole ed in linea con le aspettative, ritorniamo in stanza.

Non passa molto tempo e ci tuffiamo sotto le coperte. La camera è ancora un tantino fredda perché il calorifero era chiuso e l'abbiamo aperto noi da poche ore.

Questa volta è più il clima che la voglia a farci desistere dallo spogliarci d'abito. Propongo di fare l'amore alla polacca, stringendoci semplicemente la mano, come simpaticamente fanno i due attori di "Zelig" Petrektek e Kripstak.

Maria Luisa, molto divertita, ride ed anch'io mi sento inaspettatamente pago.

Poi, dopo aver aggiunto un'altra coperta, spegniamo la luce ed iniziamo a dormire.

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