Siamo appena tornati da Lourdes. Non ebbi modo di andarci quando mia moglie era malata ed ora senza motivi particolari, se non quello di dedicare un congruo momento al rinnomvamento dello spirito, abbiamo affrontato questo pellegrinaggio in pullman.
Andrea non era molto propenso a venire, ma credo di averlo quasi convinto quando alcune settimane fa gli dissi che questa era forse una delle ultime imposizioni. L'anno prossimo sarà maggiorenne e sarà libero di compiere scelte diverse.
Credo che anche per Alessandra questo viaggio sia stato un'esperienza particolare. Per alcuni giorni ci siamo sentiti una famiglia unica pur in mezzo a tantissime persone sconosciute.
Lo devo ammettere, mi sento ancora un tantino sfasato. Mi sembra quasi di patire una diversità di fuso orario che in realtà non c'è stata.
Affrontare una destinazione come Lourdes, a mio modo di vedere, richiede un minimo di predisposizione. Non è una vacanza qualsiasi. Ho raccolto la testimonianza di chi forse si è approcciato in maniera scettica, magari solo per accompagnare il coniuge ed alla fine ha concluso che la cosa lo ha fatto pensare. E' già molto.
Durante una colazione mi è capitato di ascoltare una signora, non del nostro gruppo, che diceva di essere venuta a Lourdes per adempiere un voto, ma che non era minimamente intenzionata a confessarsi. Forse l'ultima volta che lo aveva fatto era stata diversi anni fa quando si era sposata ed ammetteva candidamente che probabilmente aveva raccontato balle anche quella volta. Avrei avuto voglia d'intervenire e dirle di non sprecare quella occasione. Diceva di avere le figlie sulla riviera adriatica ed il marito a Creta e secondo me rischiava di trovarsi lei più fuori posto rispetto ai congiunti.
Ma voglio sperare che alla fine le cose non siano andate come temevo e si sia aperta ad una prospettiva diversa rispetto al mero disbrigo di una formalità legata ad un voto fatto.
Indubbiamente abbiamo pregato tanto, più di quello che siamo soliti fare. In questo siamo stati aiutati splendidamente dall'accompagnatore, ma soprattutto dalla guida spirituale che ci ha seguito per tutto il viaggio: un monsignore abbastanza in là negli anni con lo spirito di un giovinetto e di vasta cultura.
Se anche non siete uomini di fede non fuggite l'occasione di cercare qualcosa che va al di là di quello che solo i nostri occhi possono vedere. Ci sono diversi motivi per dare ascolto al nostro cuore.
Ora il rischio è quello di voler restare a tutti i costi sul Tabor in contemplazione estatica. Non possiamo e non dobbiamo. Torniamo alle cose di tutti i giorni con animo nuovo. L'amore che noi mettiamo in quello che facciamo si vedrà.
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