Questa mattina ho indugiato a letto più
del solito, più di quanto ero riuscito a fare in questo periodo di ferie
dove non mi pongo obiettivi urgenti nella giornata e così, se posso,
dormo finché riesco. Pertanto mi trovavo ancora in bagno pronto a
radermi che Maria Luisa, ben più solerte e mattiniera di me, mi annuncia
che sarebbe andata al parco a continuare la lettura di un buon libro
seduta all'ombra di un albero godendo il fresco di questi luoghi.
Prima
di uscire però sente il bisogno di condividere con me il messaggio di
un suo studente che le chiede se per il tema sull'amicizia debba parlare
di qualcuno in concreto oppure possa sviluppare un componimento di
fantasia. Maria Luisa intercetta fra le righe anche i pensieri non
espressi e risponde che se non c'è un amico di cui si possa raccontare,
sicuramente va bene parlare di come dovrebbe essere l'amicizia, cosa ci
si aspetterebbe da essa. A cui segue un messaggio di gratitudine da
parte dello studente per il chiarimento avuto.
Mentre
la consorte saluta ed esce di casa ed il rasoio comincia a farsi strada
con cautela assecondando le smorfie del mio viso che vedo riflesse
nello specchio, mi viene spontaneo domandarmi cosa sarei capace di dire
sul tema dell'amicizia, come se quel compito fosse assegnato oggi a me.
Con
diverse decadi alle spalle si dovrebbe poter esprimere qualcosa di meno
banale e semplicistico di quanto sarei stato in grado di comporre negli
anni in cui anch'io ero al liceo.
Non
trovo facile argomentare sull'amicizia e non mi viene in aiuto lo
studio dei classici di cui a suo tempo abbiamo fatto qualche impegnativa
traduzione.
La cosa però
diventa intrigante e mentre completo le doverose abluzioni con relativo
cambio di biancheria, mi vien voglia di cimentarmi in un componimento
scritto senza timore di giudizio per essere rimasto in tema oppure
apostrofato per aver divagato e sconfinato in ambiti non consoni alla
trattazione.
Con una
breve riflessione ho provato a guardarmi indietro per vedere là dove
potevo essere stato un buon amico per qualcuno. Sinceramente fatico ad
individuare situazioni in cui la mia vicinanza possa essere stata
fondamentale così da poter onorare il detto in cui si afferma che si
scoprono i veri amici solo nel momento del bisogno. Probabilmente sono
anche stato molto fortunato ed a mia volta non ho dovuto contare
sull'aiuto di altri per un momento particolare di necessità.
Forse
l'orgoglio mi ha impedito di chiederlo apertamente. Ma se ci penso con
più attenzione riesco a trovare un momento della mia vita in cui gli
amici son stati presenti e vicini con discrezione e perseveranza tant'è
che lo sono anche oggi che le cose vanno decisamente meglio rispetto a
quando magari potevo essere oggetto di commiserevole vicinanza.
Faccio
fatica a mettere bene a fuoco il tema dell'amicizia perché facilmente
lo confondo con quello dell'amore e così lo trovo perfetto solo in
ambito coniugale dove c'è anche la condivisione fisica e il rapporto
riesce a diventare intimo in maniera sublime.
Se
anche non riesco a vedere situazioni di amicizia profonda che mi
coinvolgano fuori dalla sfera matrimoniale, questo non vuol dire che non
abbia in mente esempi che provengono da altri.
Riesco
pertanto a giudicare come grande testimonianza di amicizia quanto mio
padre mi ha raccontato dei suoi anni di lavoro in Australia. Lavorava
come coltivatore di vari prodotti ortofrutticoli assieme ad un amico e
quando questi si è sposato con una donna del posto, l'amico lo ha
continuato ad invitare alla sua tavola affinché non restasse solo. Come
pure giudico atteggiamento di grande amicizia aver fatto del matrimonio
dell'amico l'occasione per mio padre di ritornarsene in patria dopo
pochi mesi per non voler essere una presenza scomoda in un ambiente
famigliare in cui poi sarebbero arrivati dei figli.
Questo
mio componimento sull'amicizia risulta necessariamente frammentario ed
incompleto perché la vita stessa è ancora in progress e non ci sono
tolte occasioni di completarlo e svilupparlo meglio. Al di là di questo
trovo che sia una personalissima interpretazione a cui ognuno risponde
come deve, ma soprattutto con i modi che gli sono più consoni.
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