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domenica 30 agosto 2020

CO2

 


In settimana ho seguito a SuperQuark il servizio di recupero dell'anidride carbonica in un cementificio vicino a Piacenza. I cementifici pare siano grandi produttori di anidride carbonica. Parte deriva dall'alimentazione del forno di cottura e molta di più, circa una volta e mezzo, dal materiale stesso usato nel processo produttivo del cemento.
Cosa si può fare poi con l'anidride carbonica isolata? La si può utilizzare per lavorazioni che la richiedono - non chiedetemi quali - oppure può essere immagazzinata sotto terra così da evitare di immetterla in atmosfera ed auspicabilmente ridurre l'effetto serra o quantomeno incrementarlo meno.

Mi sorge spontanea una riflessione. Se non possiamo evitare di produrre anidride carbonica, possiamo più opportunamente trasformarla in ossigeno?

Le piante, con la fotosintesi clorofilliana, lo fanno in modo naturale. È possibile che nel 2020 non si riesca a fare la stessa cosa che fanno i vegetali, ma in maniera artificiale, ma sempre con la collaborazione dell'energia solare?

Se la risposta è negativa, mi domando allora se non è possibile avere una classificazione delle piante in cui è massima la resa nella conversione di anidride carbonica in ossigeno e pensare ad una coltivazione intensiva di esse per compensare le devastazioni di grandi distese forestali di cui stiamo facendo scempio in maniera sempre più sconsiderata?


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