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sabato 25 novembre 2017

Le radici

Tik, tik, tik, tik, tik, tic, toc.
Tik, tik, tik, tik, tik, tic, toc.
Tik, tik, tik, tik, tik, tic, toc.

Cade la goccia dalla gronda rotta sul fondo di latta di un vecchio bidone capovolto.
Quando il pelo dell'acqua di quel ristagno è gonfio al punto giusto, l'invisibile argine costituito dalla tensione superficiale si rompe ed un filo continuo riversa a terra la piccola pozza in una più grande.

Il figlio del fattore se ne sta accovacciato sull'angolo di casa e con la mano spinge dentro e fuori dalla pozzanghera un pezzo di mattone immaginando che sia un mezzo anfibio che entra ed esce da un fiume in piena.

Ancora assonnato è sceso dalle scale di legno dopo il sonnellino pomeridiano e prima ancora di tornare completamente in sé, l'amorevole madre gli ha chiesto cosa voleva per merenda. Pane, burro e zucchero nella mano e fra un boccone e l'altro è uscito fuori a guardare il temporale ormai scappato lontano.



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