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venerdì 17 gennaio 2014

On/off

  Un pomeriggio di sole, mentre si sentiva poco bene, Jobs, seduto nel giardino dietro casa, si mise a riflettere sulla morte. Parlò delle sue esperienze in India, circa quattro decenni prima, del suo studio del buddismo e delle sue idee sulla reincarnazione e sulla trascendenza dello spirito. «Nell'esistenza di Dio credo al cinquanta per cento» disse. «Per la maggior parte della vita ho provato la sensazione che nella nostra esistenza ci debba essere qualcosa in più di quanto appare agli occhi».
  Ammise che, di fronte alla morte, forse stava sovrastimando tale possibilità per il desiderio di credere nell'aldilà. «Mi piace pensare che dopo la morte qualcosa sopravviva» disse. «E' strano pensare che uno accumuli tanta esperienza, magari anche un po' di saggezza, per poi andarsene completamente. Perciò io voglio davvero credere che qualcosa sopravviva, per esempio che la coscienza non venga meno.»
  Poi fece una lunga pausa di silenzio. «Ma d'altra parte, forse» aggiunse, «si tratta solo di un pulsante on/off. "Clic!" e te ne vai.»
  Fece un'altra pausa, e con un lieve sorriso: «Forse» disse «è per questo che non mi è mai piaciuto mettere pulsanti on/off sugli apparecchi Apple».

Steve Jobs di Walter Isaacson
MONDADORI

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