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sabato 18 febbraio 2012

Un ventesimo di millennio

Ho utilizzato questa frase diversi anni fa in occasione del compleanno del mio collega. Ultimamente l'ho rispolverata per il mio, visto che cinquant'anni, dieci lustri, mezzo secolo, sono quantificazioni scontate e forse fin troppo banali. L'amico Lorenzo mi ha detto che "un ventesimo di millennio" fa molto giurassico e secondo me calza a pennello per sottolineare l'importanza del traguardo raggiunto. Non sono forse tappe degne di nota cinquant'anni di carriera, cinquant'anni di matrimonio? In un certo qual modo credo che lo siano anche i nostri primi cinquant'anni. Anche se, a ben vedere, risulterebbe molto più rimarchevole poter festeggiare il compimento dei secondi cinquant'anni.

Nell'approssimarsi di questa scadenza, riflettevo su cosa fare per ricordare un po' più significativamente questa circostanza. Sicuramente non avrei fatto come la cugina di Maria Luisa e di cui ho parlato qui . Però mi stuzzicava l'idea di organizzare qualcosa di diverso dal solito. Dato che non mi trovo a mio agio con le feste a sorpresa, avevo intimato a Maria Luisa di non farsi nemmeno sfiorare dall'idea di organizzarne una per me. Però non c'è stato bisogno d'insistere troppo, sia perché lei è una buona moglie e mi ascolta e sia perché il nipote le aveva detto di lasciar perdere, perché è veramente faticoso organizzare una festa di compleanno in quel modo. Lui ne sapeva qualcosa avendo preso parte attiva in occasione del compleanno di mio cognato.

Ed allora, cosa meglio di un semplicissimo pranzo insieme in un ristorante della città? Detto, fatto! Dopo aver stilato una lista sommaria delle persone che mi sarebbe piaciuto avere intorno quel giorno, ho effettuato con sufficiente anticipo l'invito, intimando a tutti di non portare regali. Ma credete che mi abbiano ascoltato? Io ce l'avevo messa tutta ed avevo anche ingiunto minacce di esclusione a tavola, ma non è servito a nulla.

Mi sarebbe piaciuto che fosse stata presente anche la famiglia del fratello di Maria Luisa con la madre, ma con loro abbiamo festeggiato in casa il giorno giusto della mia nascita, in un clima di serenità ed allegria, senza uscire in esterno a prendere freddo dato che mia suocera non se lo sentiva. Poi, quasi un bis della festa si è tenuto a cena dall'ex collega Roberto che aveva deciso d'invitare il gruppo GMB  con tanto di consorti attuali e future, per inaugurare la sua nuova casa. Ed infine, il giorno successivo, si è tenuto l'ormai noto convivio.

Probabilmente anche il meteo voleva trasmettermi tutta la sua simpatia ed allegria facendo fioccare un po' di neve, anche se non del tutto convinta. Vedendomi leggermente preoccupato per parenti ed amici che avrebbero dovuto affrontare qualche chilometro in automobile, Alessandra ha pensato di stemperare la mia tensione dicendomi che non organizzavo mai nulla per il mio compleanno e quindi non le sembrava strano che ora nevicasse. Ma giusto il tempo della Messa domenicale in Parrocchia e la neve ha deciso di ritirarsi in buon ordine perché, in effetti, voleva soltanto dare un tocco di allegria e non guastarmi la festa.

Il ristorante mi aveva proposto di iniziare con un aperitivo a cui avevo dato assenso favorevole. Mi sembrava una buona idea per potersi intrattenere un attimo in piacevole conversazione fra i vari ospiti e, al contempo, attendere qualche inevitabile ritardatario. In effetti un piccolo contrattempo dovuto al gelo aveva messo in panne entrambe le auto di mio cognato e con una telefonata mi mettevano al corrente della loro temporanea difficoltà. Poi però il vicino di casa è stato di valido aiuto e, mentre stavo quasi per chiamarli e valutare se fosse il caso di andarli a prendere, li vedo sorridenti attraversare l'ingresso del ristorante e dirigersi verso la sala che era stata a noi riservata.

Voi adesso vi farete l'idea che io abbia organizzato un banchetto degno di un pranzo di nozze oppure di una prima comunione. Non era proprio così, ma ci andava abbastanza vicino. Però non mi andava d'imporre un menù fisso e quindi ho lasciato che ognuno ordinasse alla carta. Sicuramente ci sarebbe stato da attendere le varie portate un po' più del solito, perché in cucina non si potevano organizzare per tempo, ma il disagio credo non sia stato rilevante grazie ai numerosi assaggini serviti come diversivo ed alla certezza di degustare ciò che si era scelto liberamente e non imposto da altri.

Al momento del dolce è andata via la luce. Che strano, nelle sale accanto non era così. Un lieve attimo di smarrimento e poi ho intuito cosa stava per succedere. Una pirotecnica torta mi veniva repentinamente posta d'innanzi e tutti si prodigavano per farmi gli auguri. Sul dolce vi era una targhetta di marzapane con scritto "Auguri Romano". Quando prenoto in questo ristorante, lascio soltanto il cognome e quindi mi stupivo di come in cucina potessero essere al corrente del mio nome. Alessandra mi ha subito raccontato che, senza farsi notate, lo aveva domandato uno dei camerieri.

E così siamo arrivati in fondo con l'inevitabile rito dei regali a cui mi sarei voluto sottrarre, se solo mi avessero ascoltato. Ho esordito dicendo che sicuramente sarebbero stati belli ed apprezzabili, ma che dovevo dare a tutti, amici e parenti, una grande delusione perché nulla mi avrebbe reso felice quel giorno come aver avuto loro a pranzo insieme a me.

Per concludere mi piace parafrasare una vecchia e nota pubblicità della Kodak: ogni evento che non scriviamo è un ricordo che non abbiamo.


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