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sabato 18 dicembre 2010

Rompere gli schemi


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Quest’anno, come sicuramente sapete, - dopo l’euforia della Coppa del Mondo - é stato un anno di elezioni per tutto il Brasile. Una legge di proposta popolare (qualche milione di firme raccolte) ha cercato di fermare i politici corrotti attraverso l’impugnazione delle loro candidature. Qualcosa di nuovo sta succedendo. Infatti se per qualsisi impiego pubblico si chiede la “fedina penale” pulita, perché i governanti e i parlamentari possono avere alle spalle processi per corruzione, traffico di droga, pedofilia, ecc.?

É giusto che gli elettori conoscano la vita anteriore di chi chiede di essere votato, come si é arricchito, che cosa ha fatto di bene o di male. Di fatto alla fine, comunque, é stato il voto che ha definito quelli che saranno i nuovi governanti e legislatori.
Nel nostro caso, nello Stato dell’Amapá é successo il finimondo. A pochi giorni dalle elezioni la Polizia Federale ha arrestato um buon gruppo di persone del governo statale. Secondo le accuse, hanno rubato milioni! Era tutto super organizzato. I deputati dello Stato approvavano tutto, il Tribunale dei Conti pure e cosí dividevano la torta.

Finalmente la gente ha capito: ecco perché gli ospedali non funzionano, le scuole cadono a pezzi, le opere in costruzione non finiscono mai o si rompono prima di essere inaugurate. Oggi l’amministrazione dello Stato é un caos e in piú con le casse vuote. Lo Stato é pieno di debiti che non paga, compresi gli affitti di alcune scuole di proprietá della Diocesi. É una vergogna. Purtroppo l’Amapá é diventato famoso per questo.
Speriamo che al piú presto sia conosciuto anche per qualche altra cosa migliore e soprattutto piú onesta. Risultato: la maggior parte dei candidati coinvolti nello scandalo non sono stati eletti e il nuovo Governatore, a partire da gennaio, sará próprio quello che era l’ultimo nella lista delle preferenze pre-elettorali. La frittata, diremmo noi, si é girata... Speriamo per il meglio, ovviamente.

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Tratto dalla Lettera di Natale 2010 scritta da Mons. Pedro José Conti (www.dompedro.it)

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