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giovedì 18 febbraio 2010

Retrospettiva

Il 13 gennaio 2001 ci ha lasciati Santina Bettinzoli.

Santina ha lavorato per molti anni all'Ufficio delibere della U.O. Affari Istituzionali degli Spedali Civili di Brescia. Ricordandola non possiamo che pensare ai suoi forti valori di Donna Moglie e Madre e a quella sua particolare ironia e senso dell'umorismo con cui riusciva sempre ad "alleggerire" la quotidianità e le tensioni del lavoro.

Tuttavia Santina per i colleghi è stata soprattutto una Donna speciale. Nella malattia e nel dolore non solo ha saputo donare la sua straordinaria forza, ma è andata oltre, ha saputo arrivare al loro cuore e se oggi vogliamo dare voce alle emozioni, abbiamo una certezza: è stato facile volerle bene.

Tratto dal "Notiziario religioso" pubblicato dagli Spedali Civili di Brescia.

Quando ci siamo sposati, pioveva e a mia zia è venuto naturale fare a Santina il noto augurio: "Sposa bagnata, sposa fortunata". Sorridendo ella rispose: "Io sono fortunata per altre cose, non perchè piove".

Durante la malattia, piangendo le dissi: "Tu per me sei Madre, Padre, Moglie, Amica e Amante. Perdendo te io perdo tutto". Mi rispose: "A volte puntando su una sola persona si rischia di restare fregati".

In ospedale le confidai che avevano riscontrato metastasi cerebrali. Mi chiese quanto tempo le restava e subito dopo volle che provvedessi a fare per conto suo un regalo alle persone che le erano più vicine.

Quando venne dimessa, mi raccomandò di porgere ai medici e al personale infermieristico le sue scuse per il disturbo arrecato.

Un amico, venendo a far visita a Santina dopo il decesso, mi disse: "Ma perchè continui a ringraziare?". Gli risposi che era una lezione che stavo imparando da lei.

Sulla tua lapide ho fatto apporre una sola scritta: "GRAZIE".

Il 30 aprile 2001 avresti compiuto 39 anni. Ho ritrovato le lettere che ti scrissi quando eravamo fidanzati. Fra esse c'erano alcune "poesie" che ti ho dedicato in quegli anni. Una lettera mi ha particolarmente inquietato a causa del contenuto che non ricordavo assolutamente...

SANTINA FOTO GALLERY

Ho raccolto in questa pagina alcune tue fotografie disponendole in ordine cronologico. Sicuramente sei rimasta nel cuore e nella mente di chi ti ha amato con altre infinite immagini e sequenze diverse di cui queste istantanee sono solo un fugace riassunto. Nella didascalia che le accompagna mi lascio andare a qualche pensiero o ricordo correlato.


Questa prima fotografia ti ritrae molto piccola. Sicuramente fra i tuoi parenti evocherà maggiori ricordi che a me, per forza di cose, dato che non ti conoscevo ancora. Il tuo sorriso campeggia al centro della foto e ne diviene punto focale. L’hai sempre custodita con affetto sopra il tuo comodino e lì si trova ancora.


In quest’altra invece ti si vede "armeggiare" con ago e filo. Sei sempre stata una lodevole donna di casa e di certo questo è merito di chi ti ha educata fin da piccola. In te ho avuto la fortuna di ritrovare quelle virtù dal sapore antico che ormai raramente si trovano ancora nelle donne d’oggi perché i tempi sono troppo repentinamente cambiati.


E qui ti vediamo un poco più grandicella attorniata dai tuoi giocattoli preferiti. Facile scorgere le tue future premure materne in questo stretto, ma insieme delicato, abbraccio fra te e la tua bambola.


Qui facciamo un bel balzo. Per chi non riesce ad individuarti, tu sei quella seduta, la seconda da destra. Ho inserito questa foto ricordo delle superiori per un motivo ben preciso. Spesso alle colleghe incredule dicevi: "Quella persona io la conosco perché è stata a scuola con me!".


Questa è una delle ultime foto prima che ci conoscessimo. Una lacrima ed un sorriso: estrema sintesi di tutta una vita.


Questa fotografia non ti rende giustizia ma l’ho inserita perché in quel periodo ci eravamo appena conosciuti e cominciavamo a muovere i primi passi insieme. Durante il ballo per la festa dell’Oratorio, tutta eccitata e coinvolta, ad un certo punto mi dicesti: "Romano, pensi che andrò all’inferno?". Non mi ero ancora dichiarato, ma ormai cotto pensai fra me: "Se tu ci andassi, io ti seguirei".

Quel che mi attende dopo morte non lo so. Sicuramente mi piace pensare di te che sei là in alto, in quel posto che quaggiù chiamiamo Paradiso.



Questa foto ci fu scattata di soppiatto dal nostro curato che ora esercita il ministero come Vescovo in Brasile.

Spalla contro spalla, mano nella mano, guardavamo lontano oltre l’orizzonte. Avresti immaginato allora come sarebbero andate le cose?



Qui ci troviamo a Salerno in occasione del giuramento per il mio servizio di leva. Se non ricordo male è stato quello l’unico periodo in cui siamo stati lontani l’uno dall’altra. Poi abbiamo sempre goduto con abbondanza della quotidiana presenza reciproca.



Qui sopra noi sposi. In assoluto è stato il più bel giorno della mia vita. Anche il giorno del tuo funerale è stato per me ricco di grazie e di mistero. Bello pensare che all'estremo della nostra vita coniugale ci sono questi due momenti, come un materno abbraccio, come due colonne erette a baluardo.


Questa foto ti ritrae stretta ad Andrea. Quest’immagine ti è sempre stata cara perché ti mostrava in tutta la tua serenità a dispetto di altre fotografie riuscite meno bene.


Quest’immagine invece è molto cara a me perché immortala i miei affetti più cari. Ricordi quel giorno sul Maniva, quando ad Andrea volò via il cappello e si fermò sull’orlo del dirupo? Quel giorno nulla cadde in basso; no quel giorno no.



La fotografia seguente ti ritrae attorniata da alcune persone a te molto care. E’ anche la stessa da cui abbiamo tolto l’immagine per la tua lapide.



Questa chiude la serie, ma non i ricordi.

Averti conosciuto ha fatto di me un uomo migliore.

Per tutta la vita, grazie.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi hanno commosso molto queste tue righe...
Volevo solo dirtelo.