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sabato 7 febbraio 2009

Morto che parla


Oggi è il mio ultimo giorno da quarantaseienne: domani avrò 47 anni.

Anche se questa mattina era forte la tentazione di raccogliere l'invito di Maria Luisa e restarmene a letto a riposare, sono uscito di casa assieme a lei per accompagnare a scuola Alessandra.

Naturalmente, visto che era ancora troppo presto per recarci al supermercato, ne abbiamo approfittato per far colazione in pasticceria. Il solito via vai lento ed assonnato del sabato mattina. Fra un mio sbadiglio e l'altro adocchio chi entra: qualche volto già visto e qualche sconosciuto. Sono come al solito colpito da una coppia: lei bionda e lui calvo. Di li a poco li raggiunge un'altra donna mora ed il terzetto fa colazione insieme. Entra anche un'altra persona che conosco e che gestisce un'agenzia di onoranze funebri. Questo giovane signore è preceduto dalla moglie, che non posso far a meno di notare per la discreta bellezza. Poi mentre distolgo lo sguardo distratto, lui mi vede e mi saluta gentile, come quando c'incrociamo a messa.

All'uscita, mentre già in macchina stiamo per andarcene, scorgo la signora bionda che si allontana sola: come la volta precedente. Sinceramente avrei voluto sapere qualcosa di più riguardo a quelle persone. Lui e lei che arrivano assieme, ma poi lui si ferma con quella arrivata più tardi, mentre la prima se ne va quasi con aria scocciata o almeno così a me sembra. Quasi senza rispetto, lontano da orecchi indiscreti, dico a mia moglie che forse una è per la notte e l'altra per il giorno. E poi dicono che gli uomini non sono pettegoli...

Immancabilmente bisticcio con Maria Luisa per chi debba pagare la spesa. Di solito si fa al contrario, cioè per non pagarla; invece noi amabilmente litighiamo per poterlo fare. Come per lavare i piatti. A me piace e quindi sgomito per avere il dominio del lavello. Cerco di farle capire che lei si occupa di altre cose, ma ne ho un bel donde. Dovreste assistere a questi siparietti di vita domestica. Magari lei sta stirando ed io cucinando. Immancabilmente mi chiede se ho bisogno di una mano. Una donna così, senza l'aiuto dall'alto, non sarei mai riuscito ad incontrarla.

Mentre sto finendo di pulire il bagno, colto da non so quale ispirazione, alzo gli occhi al cielo e vedo alcune macchie di bagnato sul soffitto. Accidenti! Lo sapevo. Con le nevicate dei giorni scorsi s'è mossa qualche tegola sul tetto ed ora, con le piogge abbondanti che continuano a tormentarci, qualche rivolo d'acqua filtra attraverso le intercapedini. Me lo sentivo. Credo di avere le premonizioni per queste cose. Appena finito di passare lo straccio per terra dovrò salire a dare un'occhiata. Mi vien male. Il nostro tetto è molto spiovente e non mi ci arrampico mai volentieri.

Saranno almeno dieci anni che non salgo a sistemare qualche tegola che il tempo o le precipitazioni nevose hanno fatto scivolare un poco in basso creando zone scoperte dove poi l'acqua s'infila. Grazie al cielo Maria Luisa non mi ostacola più di tanto, anche se chiaramente non è tranquilla, come non lo sono io del resto. Per muovermi in sicurezza sulle tegole, infilo un grosso paio di calzettoni che usavo anni fa durante il corso di yoga.

L'ascesa attraverso l'apertura del pianerottolo è leggermente difficoltosa perché la scala più lunga che posseggo mi costringe comunque a qualche allungamento. Penso che non ho più trent'anni, che il secondo matrimonio mi ha messo attorno alla vita altri chili di troppo, ma procedo con meraviglia ed agilità che non sono naturali per un fisico poco allenato e molto poco sportivo come il mio. In soffitta sistemo alcune assi di legno di traverso sull'apertura, per evitare di ricadere da basso, ma anche per avere un appoggio quando di li a poco aprirò l'abbaino. Per fortuna non c'è vento e così posso tenerlo aperto in verticale mentre fuoriesco all'aria aperta.

Dall'alto del mio tetto la prospettiva è insolita e non mi soffermo più di tanto a guardare attorno. Si sa che la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare, come canta dolcemente Giovanotti. Adocchio le tegole smosse e come un gatto dal passo felpato mi sposto lungo le dorsali del tetto. Maria Luisa mi chiama affettuosamente "Micio". Oltre all'abitudine di girare per casa al buio di notte avrò pure qualche altra caratteristica per meritarmi questo appellativo...

Pochi minuti ed il lavoro è fatto, senza dover chiamare un professionista: chi fa da sé fa per tre. Ma non bisogna scherzare ed avventurarsi in imprese superiori alle proprie capacità o sottovalutare le condizioni esterne. Non sarei il primo che cade dal tetto. Una volta tornato da basso mia moglie mi confida di aver patito qualche momento di vera apprensione. Non le do torto, ma dovevo farlo perché nei prossimi giorni altra pioggia ci delizierà.

Quando Alessandra ritorna da scuola le mostro impaziente il profumo che le ho comprato mentre Maria Luisa attendeva in coda alla cassa del supermercato. Assieme a tante cose positive, purtroppo ho trasmesso a mia figlia anche questa frivolezza: la passione per una buona fragranza. Quindi, quando mi dice che la sua dotazione sta per finire, non mi faccio pregare troppo, anche se quella per i profumi è una passione abbastanza dispendiosa. Ma a scuola Alessandra è stata brava e se lo merita: il voto più basso che mi ha portato da firmare è stato un sette, che poi sulla pagella è risultato anche l'unico.

Nel primo pomeriggio faccio un salto all'ufficio postale. Devo pagare il bollo dell'auto, ma anche effettuare il versamento per le adozioni a distanza. In genere tendo a farlo appena iniziato l'anno, ma tra una cosa e l'altra, questa volta sono arrivato fino a febbraio.

Al mio rientro trovo Maria Luisa già a letto che dorme. Senza far troppo rumore mi ci infilo anch'io per una gradevole pennichella pomeridiana a cui sto facendo l'abitudine, pur se di notte dormo più che a sufficienza. Invecchiare è anche questo.

Poi all'imbrunire, quando finalmente decidiamo di uscire dal letto, non so resistere alla tentazione di raccontare tutto quanto con un nuovo post sul blog. Domani è un altro giorno e si vedrà.

1 commento:

des ha detto...

Buon compleanno.