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domenica 1 febbraio 2009

Quanto dura l'amore


Anche oggi nevica un po', ma senza troppa convinzione. Che inverno lungo e umido. Abbiamo tutti una gran voglia di sole e temperature più miti. E' questione di giorni: in un attimo sarà nuovamente primavera e torneremo a rifiorire come la vita tutta.

Ieri sera ho ascoltato alla trasmissione televisiva "Che tempo che fa" la parte finale dell'intervista a Daria Bignardi. Era presente in studio come ospite in occasione dell'uscita del suo ultimo libro. L'autrice lo scorso anno ha perso improvvisamente la madre. Ne ha scritto sul proprio blog ed un commentatore anonimo l'ha invitata a raccontare quelle cose in un libro. Queste poche parole l'hanno colpita a tal punto che ha posto nel libro un ringraziamento al lettore ignoto.

Davanti a Fabio Fazio diceva che la morte della madre è stata per lei come perdere un braccio o una gamba. Questa frase non mi è scivolata via indifferente. Anch'io quando persi Santina mi sentii come mutilato, come se all'improvviso mi avessero tolto metà del mio corpo, come se di colpo avessi patito l'amputazione di un braccio e di una gamba. Il dolore, come l'amore, può suscitare in noi i medesimi sentimenti.

Domani nonna Celina avrebbe compiuto ottant'anni. Ho numerosi ricordi di quando ancora ero ragazzo e mamma parlava della sua vecchiaia. Chiedeva al buon Dio di concederle di vivere almeno fino ad ottant'anni. Poi con il passare del tempo questo limite s'innalzava un po' fino a toccare i novanta.

Papà invece si augurava di campare non molto di più di suo padre, che era vissuto fino a all'età di 67 anni: fu il mio primo nonno ad andarsene.

Quando i genitori invecchiano ed hanno problemi di salute, è naturale pensare che stia giungendo la fine dei loro giorni. Ma il filo non lo tagliamo noi, non sappiamo quale sia il momento e questo, tutto sommato, ci consente di vivere con serenità.

Fra i quattro nonni dei miei ragazzi, nonna Celina è stata la prima ad andarsene, un poco inaspettatamente. Santina pensava che il primo a lasciarci sarebbe stato suo padre a causa dei suoi problemi di salute. Grazie al cielo, nonostante tutto, nonno Berto, per la gioia dei suoi nipoti, è ancora qui tra noi. E spesso ci ritroviamo a pensare che sua figlia in qualche modo intercede per lui dall'alto.

Tra una settimana sarà il mio compleanno. Da un po' di tempo Maria Luisa chiede cosa mi può far piacere di ricevere in dono per questa circostanza. Non le basta sapere che il mio dono grande è lei. Ha tanto insistito per qualcosa di materiale e così ho acconsentito a farmi regalare un nuovo paio d'occhiali.

Con l'ultima visita oculistica effettuata in azienda diversi mesi fa, è emerso un lieve peggioramento della miopia. Avevo da poco subito un intervento chirurgico che poteva in qualche modo giustificare la nuova condizione visiva. Non volevo precipitarmi a cambiare le lenti per una cosa che di lì a qualche mese magari si sarebbe risolta da sola. Per dirla tutta, non volevo rendere obsoleti le due paia d'occhiali che possedevo. Fino a pochi anni fa me ne facevo bastare uno solo. Poi ultimamente, dopo il disagio patito a seguito dell'ennesima rottura, m'ero finalmente convinto a dotarmi di un altro paio.

Sabato mattina ci siamo recati insieme dall'ottico qui vicino. Ci conosciamo da anni e con lui mi sono sempre trovato bene. Eppoi chi mi conosce sa che sono abbastanza restio ai cambiamenti, anche se potrebbero arrecare qualche vantaggio economico.

Mentre c'illustra le varie novità del settore per meglio risolvere il mio piccolo problema, Maria Luisa riceve una telefonata dalla mamma e si discosta un poco per rispondere. Subito ne approfitto per far sapere all'ottico che me li vuole regalare mia moglie e quindi preferirei una cosa non troppo dispendiosa.

Prontamente mi rassicura e dice che non c'è molta differenza fra una soluzione tradizionale ed una più d'avanguardia. Subito però la conversazione si sposta su di noi e mi chiede a bassa voce se siamo sposati da molto tempo. Rispondo che siamo marito e moglie da circa un anno e mezzo. Con una certa sorpresa mi chiede se è una persona di fede. Rispondo affermativamente e faccio un accenno al nostro primo incontro avvenuto durante il pellegrinaggio a Lourdes.

Maria Luisa termina la telefonata e ritorna a sedersi vicino a noi. Renzo interrompe il discorso, quasi non voglia far sentire ciò di cui stavamo parlando in sua assenza. Non ci trovo nulla di male e dico a mia moglie che l'oculista conosceva bene anche Santina perché tanti anni fa avevano partecipato insieme al gruppo lavoratori che si riuniva lì in parrocchia.

Comodamente ci siamo dilungati in una piacevole conversazione che, partendo dall'esaltazione delle bellezze storiche bresciane, passava poi per l'enumerazione delle rinomate località culinarie cremonesi per approdare infine ad alcune nozioni di ottica che rappresentavano per me e Maria Luisa una novità assoluta, nonostante siamo inveterati portatori di lenti.

Avrò un paio d'occhiali nuovi, ma non sempre la vita si vede meglio attraverso le lenti.

2 commenti:

Kaishe ha detto...

Buongiorno...
Arrivi qui dal blog della Bignardi.
Ho letto per curiosità e man mano che scorrevo le righe ho apprezzato la semplicità del racconto.
Mi fa piacere lascare un apprezzamento al blog... e un saluto cordiale!

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good