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domenica 28 gennaio 2007

L'orchidea


Nell'autunno del 2005 mi sono iscritto ad un corso di ballo. Avevo ricevuto il volantino direttamente nella buca delle lettere e dato che si teneva nei locali dell'oratorio della mia parrocchia vi aderii con entusiasmo. Immaginavo la possibilità di qualche incontro e, se non altro, di passare qualche ora in allegria.

Al primo incontro, superato l'iniziale imbarazzo, quasi con naturalezza formai coppia con una signora che non avevo mai avuto occasione d'incontrare prima. Ballai tutto il tempo molto concentrato limitandomi a scusarmi per i miei errori. Al termine della lezione, mentre stavo per andarmene, la dama mi chiese il nome non prima avermi detto il suo. Emotivo come sono, interpretai quel semplice gesto un'attenzione particolare nei miei confronti. Confesso che rincasando, e poi la notte stessa, lavorai molto di fantasia e cominciai a costruire su quel breve incontro un grande castello di possibilità.

Dopo la seconda serata di ballo cercai di attardarmi un poco in modo da accompagnare la mia dama fino alla sua automobile. Riuscii a convincerla a prendere insieme qualcosa da bere ad un pub lì vicino. Ne approfittammo per conoscerci un po' di più di quanto il corso ci consentisse e le cose che mi diceva me la facevano piacere sempre di più. Quando si è in lieta compagnia non si guarda il tempo che passa. Ad un certo punto però si rese conto che il tempo era volato e m'invitava a lasciare il locale.

Nei pressi della sua automobile le dissi che, se le andava, avremmo potuto rivederci ancora al di fuori del corso di ballo. Mi rispose un "vedremo" la cui musica però era tutt'altro che possibilista.

Nei giorni seguenti meditai di telefonarle a casa. Dalle informazioni scambiate sapevo come rintracciare sulla guida il numero di telefono dei genitori presso cui abitava. Il primo tentativo andò male. Ci fu uno strano tichettio e fui costretto a chiudere la linea. Pensai per un attimo se quello poteva essere un segnale che m'invitava a desistere. Insistetti e riuscii a parlare brevemente con lei perché era in procinto di uscire per compere.

Non soddisfatto per quel breve contatto, decisi allora di scriverle una lettera in cui esplicitavo le mie intenzioni e la invitavo, mi resi conto più tardi, un po' troppo insistentemente a darmi una risposta in merito. Invece che spedire la lettera per posta andai dal fiorista e gliela feci recapitare con un vaso di orchidee. Volevo che le arrivasse presto e nutrivo il dubbio che per posta ordinaria potesse andare persa.

Il giorno trascorse nell'ansia di una sua telefonata di ringraziamento per il fiore ricevuto. Verso sera, temendo che non le fosse stato recapitato, chiamai la fiorista che un poco perplessa mi confermò dell'avvenuta consegna.

Mi presentai al terzo incontro di ballo con una certa trepidazione. Della mia dama neanche l'ombra. Rimasi parecchio tempo a bordo pista finché qualcun'altra mi diede modo di fare qualche giro di danza.

Mi domandavo se la sua assenza era dovuta al mio comportamento e ne ero quasi certo. L'indomani rientrando dal lavoro ero deciso a chiamarla al telefono per sentirne dalla sua viva voce i motivi. Speravo in un malanno oppure un impegno improvviso, ma ci credevo veramente poco.

Arrivato a casa trovai nella cassetta della posta la lettera che riporto integralmente di seguito.


Gentile Romano,

mi dispiace tanto che il mio modo di essere, sincero e aperto,
sia stato da te frainteso.
Ti chiedo scusa se ho alimentato in qualche modo e involontariamente
pensieri e progetti lontani dai miei.
Il corso di ballo liscio, da me intrapreso, aveva come unico scopo quello di
imparare i passi corretti, che mi avrebbero resa meno insicura e
impacciata in occasione di balli aziendali.
Non nascondo il mio timore iniziale nel procedere all'iscrizione di
questo corso, alimentato dalla non conoscenza del cavaliere con il quale
avrei dovuto muovere i miei passi di danza e dalla possibilità di
incontrare un cavaliere troppo ardito.
L'incognita era diventata per me una sfida al mio pensare
sempre e unicamente positivo.
Il giorno 18 ottobre, data di inizio corso, il mio timore svaniva
ma ad oggi la paura di alimentare in te vana speranza, e farti soffrire,
prende il sopravvento.
Comprenderai dunque la mia decisione di abbandonare il corso di ballo
per evitare di comportarmi in modo a me innaturale, soppesando ogni
mia parola e mio agire.
Ti ringrazio del bellissimo fiore ricevuto, che ho a mia volta donato a
Maria Santissima insieme ad una preghiera personale per te e per
la tua famiglia.
Con l'augurio che tu possa trovare quanto vai cercando, ti saluto cordialmente

Nicoletta

Brescia, 03-11-2005


E' parecchio tempo che medito di telefonare a Nicoletta e ringraziarla per aver offerto il fiore ed una sua preghiera alla Madonna. Penso che non lo farò, anche se è grande il desiderio di farle sapere che la Madonna di Lourdes mi ha portato ad incontrare Maria Luisa, la donna che sta per diventare mia moglie.

1 commento:

Romano Scuri ha detto...

Quando ci siamo sposati, ho voluto spedire un biglietto di partecipazione anche a Nicoletta.

Sul retro l'ho ringraziata per aver offerto il mio fiore ed una preghiera alla Madonna.

Tornati dal viaggio di nozze abbiamo trovato un biglietto di auguri che Nicoletta ci aveva gentilmente inviato. Indubbiamente sono rimasto molto contento di questa cosa.