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domenica 1 ottobre 2017

Un segno dal cielo


Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione".


Settimana l'altra ho ricevuto una telefonata dal parroco il quale mi chiedeva se ero disposto a fare da "chierichetto grande" alla messa di accoglienza della statua della Madonna Pellegrina di Fatima.

Preso alla sprovvista mentre ancora stavamo cenando, ho preferito prendermi del tempo ed ho risposto che mi sarei rifatto vivo l'indomani.

Avevo sentito distrattamente parlare di questo evento che di lì a poco sarebbe capitato nella nostra comunità e non ero per niente coinvolto nelle iniziative che in quei giorni evidentemente si stavano intensificando e a cui, se non fossi stato interpellato direttamente, probabilmente non avrei partecipato.

L'indomani mattina ho inviato al parroco un messaggio in cui davo il mio assenso alla sua proposta e così nel fine settimana ho ricevuto istruzioni per passare in sacrestia a prendere la veste da indossare la domenica pomeriggio e indicazioni riguardo al luogo dove recarmi.

Con Maria Luisa al seguito siamo andati a piedi nella parrocchia più a nord della nostra unità pastorale. Là, noi ministranti, avremmo indossato la veste cerimoniale e ci saremmo poi portati nel vicino campo da rugby per attendere l'arrivo in elicottero della Madonnina.

Bisognava trasportare la portantina su cui la statua sarebbe stata collocata. Senza esternarlo troppo ho gioito internamente per questo compito da condividere assieme ad altri tre volontari. Ma subito mi sono reso conto che le mie spalle non sono affatto avvezze a portare pesi e ben presto ho dovuto stringere i denti sperando di non lasciare il compito ad altri cadendo rovinosamente a terra.

Non ero il solo a patire il peso di quel supporto. Dopo un certo tratto di strada, visto il nostro affanno, siamo stati rimpiazzati da altri volontari più giovani a cui siamo comunque nuovamente subentrati poco prima di arrivare a destinazione.

Attorno al campo sportivo si era già disposta una discreta quantità di gente. Dopo un poco il parroco ha dato nuovamente istruzioni e ci siamo spostati dalla parte opposta per aspettare in quel luogo l'elicottero che sarebbe partito dall'aeroporto di Montichiari e che nel frattempo stava accumulando qualche minuto di ritardo.

In quei momenti di attesa non potevo fare a meno di pensare al passo del Vangelo in cui è detto: "Uomini di Galilea, perché restate a guardare il cielo?". E contemporaneamente maturavo la convinzione che, aver dato assenso positivo alla richiesta del don, mi avrebbe permesso di assistere all'arrivo da una posizione privilegiata.

Poi finalmente qualcuno ha scorto di lontano l'aeromobile e tutti si son messi a fissare quel puntolino scuro che nel cielo si faceva via via più vistoso e rumoroso.

Arrivato sopra di noi ha cominciato a fare due giri in tondo, non so bene se per omaggio oppure per prendere le misure prima dell'atterraggio. Infine si è allontanato un po' in direzione nord e ha cominciato a perdere quota virando nella direzione in cui eravamo schierati noi.

Quando si trovava ormai dentro il perimetro del campo si riusciva a scorgere nettamente la sagoma della Madonnina che era posta dentro l'abitacolo a fianco del pilota in posizione leggermente antistante.

In quel momento ho provato un picco d'emozione che mi ha ricordato il giorno delle nozze quando Maria Luisa sopraggiunse in auto accompagnata dal fratello. Ma la commozione era adesso di altra natura. Mi son sentito misero ed indegno dell'amore di quella Piccola Madre il cui simulacro avrebbe albergato per alcuni giorni fra di noi.

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