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venerdì 3 marzo 2017

Fuga dall'isola che non c'è



Ai lettori più attenti non sarà sfuggito che da un po' di tempo a questa parte vado anteponendo ai post un disegno invece di una fotografia. La cosa sta diventando sistematica e m'impegna decisamente un tantino di più che fare mentalmente una cernita delle pose scattate in passato per trovare quella adatta all'argomento di cui ho in animo di scrivere in quel momento.

Ho avuto un certa passione per il disegno fin dall'infanzia. E' ancora nitido il ricordo della suora che alla scuola materna esprimeva tutto il suo entusiastico apprezzamento per i miei mulini a vento. Tracciavo la sagoma di una normale casetta e dal retro facevo emergere le pale incrociate ad ics dandovi un aspetto gradevole sì, ma alquanto distante dalle costruzioni reali che ho visto personalmente qualche anno fa durante il tour dei Paesi Bassi.

Anche alla scuola elementare ho avuto modo di farmi apprezzare per i vari elaborati grafici. In quinta elementare il maestro era arrivato a promettermi un voto in più in scienze affinché andassi alla lavagna a ricopiare durante tutto l'anno le schede del suo libretto. I compagni riportavano solertemente sui propri quadermi ciò che andavo tracciando col gessetto e a me non sembrava vero di potermi rendere utile e nella completa ingenuità non badavo per niente all'insegnante che nel frattempo leggeva il giornale.

Negli anni successivi ho imparato a dipingere un poco più seriamente, senza per altro ritener mai di aver la vocazione per fare l'artista. E questo nonostante avessi ricevuto qualche incoraggiante complimento da un mio cugino più grande che invece in quella direzione era instradato.

Negli anni fra la fine della maturità e l'inizio del servizio di leva ho attraversato il periodo più fecondo ed attivo. Gli studi di storia dell'arte dell'ultimo anno di liceo alimentavano e sostenevano il mio interesse nei confronti dei vari periodi e stili pittorici. Ma erano le tendenze dell'ultimo secolo a stimolare maggiormente la mia fantasia. La pittura metafisica, il surrealismo, il futurismo, l'astrattismo calamitavano la mia attenzione ed esercitavano su di me un fascino particolare, anche se, quando poi mi esprimevo concretamente su un foglio oppure mi cimentavo coi colori ad olio sopra una tela, prediligevo espressioni di tipo figurativo.

Ricordo inoltre che, poco prima di partire per il servizio militare, mi ero prodigato in Parrocchia per raffigurare su grandi cartelloni i vari temi delle domeniche di Quaresima. Li avevo preparati in anticipo perché la mia partenza era fissata per il primo di marzo e non avrei potuto realizzarli settimana per settimana immediatamente prima del giorno festivo.

Poi è arrivato presto il lavoro e con esso è praticamente svanita la passione per la pittura. Ho cercato di sforzarmi un poco durante il periodo estivo, ma da quel punto di vista mi sentivo come svuotato. Non avevo voglia di dipingere e non sentivo per niente l'ispirazione a farlo. Attribuivo questo nuovo corso alla mia attività lavorativa che solleticava la mia fantasia in una diversa modalità altrettanto accattivante.

Ho sempre pensato che più in là negli anni, magari durante il periodo del pensionamento, sarei potuto tornare a rispolverare quella passione giovanile. Recentemente ho iniziato quasi timidamente ad abbozzare qualche schizzo qua e là da anteporre ai miei trafiletti ed ora ci sto prendendo gusto, a tal punto da dare quasi prevalenza all'immagine più che al testo.

Sento la mano decisamente meno precisa di un tempo. Oltretutto non giova per niente lo strumento che testardamente utilizzo. Come per lo scrivere mi servo del rudimentale Notepad, per il disegno ricorro a Paint che mette a dura prova la mia pazienza, ma al contempo mi stimola perché è talmente essenziale da farmi provare una sorta di sottile piacere quando riesco a dirigere il mouse là dove volevo e come volevo.

Non mi faccio illusioni. Sto vivendo questa cosa come una sorta di allenamento. Un diversivo per scrollarmi di dosso la ruggine dopo decenni d'inoperosità. Viaggio con la fantasia e mi sembra d'indossare i panni di un improbabile Peter Pan in fuga dall'isola che non c'è.

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