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sabato 17 marzo 2012

Le ossa dei morti sorreggono la chiesa

 Domenica scorsa siamo partiti alla volta di Chiesuola di Pontevico per partecipare al ritiro quaresimale organizzato per le famiglie delle quattro parrocchie che compongono la nostra Unità pastorale. Per la partenza si era stabilito di ritrovarci nella parrocchia situata più a nord della nostra, ma Maria Luisa ed io abbiamo deciso di metterci in viaggio autonomamente con qualche minuto d'anticipo per procedere ad una velocità più blanda, come sono solito fare in autostrada. La percorro tutte le settimane per scendere a Cremona da mia moglie e quindi conosco bene i miei tempi di percorrenza ed anche l'orario in cui è giusto muoversi, se si vuole giungere puntuali.

La sera prima avevo dato un'occhiata su Google maps per avere informazioni sull'esatta ubicazione del posto. Immaginavo che non fosse troppo distante dall'uscita del casello autostradale che tante volte avevo attraversato per recarmi in visita a mamma, quando si trovava ospite nella casa di riposo di Seniga. Ed infatti il paesino è proprio lì dove mi sarei aspettato di trovarlo. Immediatamente si profilava ai nostri occhi come un tranquillo borgo di campagna. Tranquillamente ci dirigiamo in direzione della chiesa e parcheggiamo l'auto in una delle prime piazzole vuote che adocchiamo. Nonostante il nostro procedere lento, siamo giunti a destinazione con qualche minuto d'anticipo. Poco male; a me non dispiace per niente aspettare e così comincio a guardarmi intorno lasciando Maria Luisa ancora comodamente seduta in auto.

Mentre mi muovo verso il sagrato delle chiesa parrocchiale, scorgo nella loro macchina una coppia di signori anziani, ma con mio stupore è la donna ad essere seduta al posto di guida. Ritenendo che siano persone del posto, trovo strano che stiano in attesa lì fuori e non siano invece dentro per la Messa, di cui nel frattempo ho avuto modo di sentire che la celebrazione è in corso udendo i suoni che dal di dentro promanano verso l'esterno.

Girato l'angolo della chiesa, scorgo l'adiacente oratorio facilmente individuabile anche per la chiara scritta che campeggia a caratteri cubitali sulle sue pareti. Torno allora verso Maria Luisa e l'invito a scendere: gli altri del gruppo saranno qui a momenti. Mentre gironzoliamo per la piazzetta, baciati in fronte da questo timido sole che instilla in noi una sempre una maggior voglia di primavera, ecco che scende dall'auto il signore anziano che avevo notato poco prima e giunto presso di noi ci chiede se veniamo da Brescia per il ritiro quaresimale. Annuisco nascondendo lo stupore per la loro partecipazione.

Di lì a poco arrivano anche tutti gli altri ed allora entriamo nel locale che era stato messo a nostra disposizione. Apprendo che don Mauro aveva svolto in precedenza il suo ministero da queste parti ed è questo il motivo che lo ha condotto a scegliere questi luoghi come meta del nostro stare insieme oggi. Dopo una breve preghiera iniziale, don Mauro svolge il suo pensiero di riflessione in prospettiva pasquale. Per illustrare meglio l'argomento che ruota attorno all'ultima cena di Gesù, ha stampato per noi una riproduzione del cenacolo vinciano e fa anche accenno ad alcune differenze salienti rispetto ad opere analoghe di altri pittori. Il perno del suo discorso ruota però attorno al tema del tradimento: quello di Pietro e quello di Giuda. Entrambi hanno abbandonato Gesù, ma mentre il primo capisce e si pente, l'altro affonda nella disperazione. Cade così in basso da non credere più che l'amore del Padre, dimenticando tutte le nostre colpe, possa ancora avere il potere di salvarlo.

Al termine della riflessione comunitaria veniamo invitati a trascorrere un'oretta di silenzio in meditazione individuale. Possiamo disperderci dove vogliamo, lì attorno. Inizialmente decido di entrare in chiesa, anche per darvi un'occhiata, ma dopo qualche istante ne fuoriesco perché è troppo freddina e mi sembra un peccato non godere del clima più gradevole che c'è all'esterno. Mentre seguo la traccia scritta che il don ci ha lasciato, gironzolo in tondo per le varie piattaforme sportive dell'oratorio. Visto che ne ho la possibilità, mi spingo anche a calpestare il bordo del campo da calcio e così la mente rimanda il pensiero agli anni trascorsi in Seminario, quando nell'approssimarsi della stagione estiva pregustavo il termine della scuola ed il ritorno in famiglia.

Dopo il pranzo al sacco e qualche momento di relax passato insieme a chiacchierare e prendere il sole all'aperto, nel primo pomeriggio ci siamo diretti a piedi verso una non lontana chiesina di campagna. La strada da noi percorsa, dopo aver costeggiato l'adiacente zona industriale, attraverso un sottopassaggio ci porta al di là dell'autostrada. E così ho modo di visitare quella chiesetta che tante volte vedo passando in auto e che attira spesso la mia attenzione.

Appena entrati, don Mauro ci fa notare che quella chiesetta dedicata a S. Anna sorge su una collinetta. Questo perché in quel luogo venivano bruciati i corpi dei morti di peste, la stessa di cui parla il Manzoni nei Promessi Sposi. In seguito le ossa dei morti sono state ricoperte con un cumulo di terra ed in quel luogo è stata eretta questa chiesina. Per gli abitanti del posto è ancora oggi oggetto di devozione vivissima. Durante la preghiera dei fedeli mi viene spontaneo proferire che, come quelle ossa sorreggono fisicamente la chiesa di S. Anna, così anche noi, in senso spirituale, possiamo sorreggere la Chiesa universale.

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