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sabato 23 ottobre 2010

Niente da dire

Mi piacerebbe essere più presente su queste pagine, ma, se non si ha nulla d'importante da dire, si può anche restare in silenzio.

Alessandra mi chiama nella sua stanza, mentre sto dando un'occhiata distratta al notiziario su televideo. Mi dice che intende partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Madrid il prossimo agosto 2011. Per quella data sarà maggiorenne e mi sembra un tantino fuori luogo negarle il consenso alla preiscrizione da perfezionare entro la fine di questo mese. Comunque mi fa piacere che me lo abbia chiesto e quasi provocatoriamente le dico che fra qualche mese non sarà più tenuta a domandarmi il permesso per nulla. Risponde che non sarà così e che continuerà a mettermi al corrente di ogni suo progetto o iniziativa. Annuisco, ma dentro di me so benissimo che il brivido dei 18 anni fa venire a tutti, soprattutto ai maschietti, una specie di delirio di onnipotenza. Poi dopo qualche mese passa e tutto riprende come prima.

Torno in salotto e riesco a vedere, questa volta un po' meno distrattamente, un nuovo spot che avevo scambiato per l'ennesima pubblicità della Audi. Ma quel logo non è in realtà composto da quattro cerchi bensì dall'affiancamento di due simboli d'infinito.

Ed apprendo così che si sta organizzando a Milano dall'8 al 10 novembre 2010, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la Conferenza Nazionale della Famiglia. Questa notizia è troppo importante per non darle il risalto come merita. Se interessati, potete dare un'occhiata qui: http://www.conferenzafamiglia.it.


La Conferenza Nazionale della Famiglia è una grande occasione di incontro tra le amministrazioni pubbliche centrali, regionali e locali, le associazioni, il privato sociale, le imprese, le organizzazioni dei lavoratori e tutte le realtà interessate alle tematiche familiari.

La famiglia resta infatti, per comune percezione nel Paese, la fondamentale istituzione della società e richiede, specialmente in questo momento di pronunciata crisi economica e sociale, la pianificazione di interventi adeguati e meditati, che ne sostengano la funzione e ne promuovano il ruolo.

L'evento, organizzato dal competente Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, unitamente all'Osservatorio nazionale sulla famiglia e al relativo Comitato Tecnico Scientifico, che ne coadiuvano l'azione, si svolge al massimo livello istituzionale, come momento di confronto e di riflessione, nella prospettiva di delineare gli obiettivi e gli strumenti delle più efficaci politiche per la famiglia.

Si intende realizzare, in tal modo, un'ampia consultazione tra le forze coinvolte, finalizzata ad arricchire il lavoro di formulazione del Piano Nazionale delle politiche per la famiglia, che il Governo ha intenzione di emanare nei primi mesi del 2011.

3 commenti:

Valentina ha detto...

Ciao, Romano!
Ti do anche io una notizia, forse la sai gia, mi fa piacere condividere questa notizia con te.
E ... come io non sono riuscita ancora di visitare il Bel Paese (ho scritto bene?), la conosco un po anche dalle tue ... notizie. Grazie!
Buon tutto,
Valentina, una romena anonima :)

http://temporeale.libero.it/norep/viewNews.jsp?newsID=4274002&URL=/libero/fdg/1965119.xml&XSL=/norep/xsl/fdg_news.xsl

Romano Scuri ha detto...

Non sei poi tanto anonima...

Hai fatto un sacco di progressi con l'italiano che quasi non ti riconoscevo.

Buon tutto anche a te e grazie per il gradito link

Romano Scuri ha detto...

Kuki Gallman, da scrittrice a paladina degli elefanti

di Giuseppe Maria Laudani

NAIROBI - Da scrittrice di successo a paladina degli elefanti. Kuki Gallman, autrice di 'Sognavo l'Africa', da cui e' stato tratto l'omonimo film con Kim Basinger protagonista, denuncia all'ANSA la ripresa della mattanza dei elefanti e del mercato nero dell'avorio in Africa diretto in Cina.

''Creando e mantenendo vivo il mercato dell'avorio si e' colpevoli allo stesso modo del bracconiere che spara e uccide un animale in Africa - e' l'appello fatto dalla scrittrice - Se volete comprare l'avorio ricordate che avete la stessa reponsabilita' di un bracconiere che uccide questi animali. Siete responsabili della morte di un animale africano che un giorno non esistera' piu', perche' gli elefanti diventeranno come i mammuth''.

Da quasi 40 anni Kuki Gallman vive in Africa a circa 300 chilometri da Nairobi in una tenuta dove convivono, insieme a lei e alla figlia, esponenti di tribu' indigene ed animali selvaggi come elefanti, rinoceronti e leopardi. Dopo la tragica morte del marito Paolo in un incidente stradale e del primogenito Emanuele morso da una vipera mentre ne prelevava il veleno, creo' nel 1984 la 'Gallman Memorial Foundation', una fondazione in memoria dei suoi 'cari', che si occupa della salvaguardia dell'ambiente.

''Nel 1989 il mercato internazionale dell'avorio venne chiuso creando grandi speranze in tutti noi - precisa la scrittrice veneziana - purtroppo quasi 10 anni dopo, nel 2007 il Sud Africa, la Namibia il Botswana e lo Zimbabwe ottennero dalla Cites, l'organizzazione che regola il mercato mondiale dei prodotti di specie a rischio, il permesso di vendere il loro avorio alla Cina. Da quel momento un messaggio si sprigiono' in Africa, cioe' che c'era dell'avorio legale''.

Una mossa tragica che porto' ad un immediato riattivarsi del mercato nero, con un tragico aumento del bracconaggio attraverso l'intero continente. ''Nel 2007 noi abbiamo perso nel nostro conservancy sette elefanti, 26 nel 2008 e l'anno scorso addirittura 62. Questo avorio e' finito in Cina''. Nella riserva della Gallman lavorano un centinaio di ranger e altrettanti Pokot, la tribu' locale.

La scrittrice da anni si dedica a una missione quasi impossibile: convincere soprattutto i giovani a rinunciare alle attivita' di bracconaggio. Molti di loro sono ragazzi senza istruzione e senza lavoro e la caccia agli elefanti e ai rinoceronti rappresenta un modo per guadagnare qualche scellino keniano. ''Non appena hanno un fucile in mano diventano subito dei bracconieri e cacciano i pachidermi alimentando in questo modo la domanda di avorio da parte di Paesi lontani''.

Un compito non facile ma che a volte porta anche dei risultati. ''La scorsa estate ho fatto un esperimento con mia figlia Sveva. Ho preso dalla prigione alcuni giovani che erano stati catturati con l'accusa di bracconaggio. Ho ottenuto il permesso di farli uscire dal carcere e ho insegnato loro a fare gli acrobati. Per qualche mese hanno seguito un corso e poi si sono esibiti alla sede dell'ambasciatore americano a Nairobi a fine settembre davanti a un pubblico internazionale ed e' stato un successo. In questo modo ho portato e ho dato loro un messaggio di speranza''.

Una speranza che trae origine dalle sue tragedia personali, come spiega la stessa Gallman. ''Dopo la morte di mio figlio Emanuele sono rimasta con un senso della futilita' della mia vita personale. L'unico modo che ho pensato allora per cercare di trarre qualcosa di positivo da quella tragica esperienza e' stato costruire questo centro. Ogni giorno cerco di cambiare il negativo in positivo, trasformare la morte nella vita, la fine in un inizio, la disperazione in speranza, e la mia battaglia continua, non si ferma qui''.