Mercoledì sera ero a cena con alcuni amici, gli stessi ex-colleghi di lavoro con cui ho trascorso lo splendido fine settimana a Padova e dintorni quest'autunno passato.
Ancora una volta abbiamo messo le gambe sotto al tavolo de "L'aquila rossa" a Padernello. Questo locale evoca in me ricordi di antiche taverne romane. Non che io abbia una precisa idea di come esse fossero, ma l'ambiente rustico che qui ritrovo rimanda il pensiero indietro nei secoli quando nelle case non c'era il lusso dei nostri giorni.
La cucina è di buon livello. Mangiamo in abbondanza quasi tutto quello che c'è, gustando il sapore genuino dei piatti tipici di queste terre. Com'è normale, non manca sulla tavola un buon bicchiere di vino rosso che rallegra lo spirito e scioglie la lingua.
E' il giovane Lorenzo, come lui ama definirsi, a tener banco con i suoi racconti di lavoro e della comune passione per la fotografia. Credo che lui provi un piacere particolare nel sedere a tavola da protagonista ed intrattenere brillantemente gli amici con aneddoti vari che fanno aprire la bocca più al riso che al cibo.
Al termine della cena ci soffermiamo ancora alcuni istanti lungo la via del paese che porta al Castello. L'altro collega Roberto, che abita a pochi chilometri in quel di Quinzano e che conosce bene le geometrie di questi luoghi, mi fa notare le particolari aperture in stile casa-bottega che sono insolite dalle nostre parti.
Il cielo lascia andare qualche gocciolina di pioggia. Apro il bagagliaio dell'auto e sfilo dal fondo un ombrellone da spiaggia che Santina aveva ricevuto in regalo cambiando l'olio presso un distributore di carburante. Non è mai stato aperto e l'occasione mi pare un tantino strana per farlo ora dopo così tanti anni. Ho anche un ombrello normale, ma così facendo speravo di dar riparo anche agli altri quattro amici. Resto un po' deluso nel vedere che la superficie di copertura non è poi così generosa come mi aspettavo. Poco male, non piove troppo forte.
Passeggiamo fino in fondo alla via, dove scorgiamo nel buio la sagoma dell'austero castello. Il disordinato cantiere, visto in precedenza, lascia ora il posto ad una regolare cinzione. Penso che qualche volta sarebbe bello tornare a vederlo col sole e non sempre di notte alla fioca luce di un lampione che rischiara un poco le tenebre.
Il muggito di qualche vacca che proviene da una delle stalle adiacenti sembra volerci spronare ad andare a letto. Quando ci salutiamo è passata da pochi minuti la mezzanotte. Non ritorno verso Brescia, ma scendo verso Cremona dove mi aspetta Maria Luisa.
Cerco di viaggiare lentamente nel buio della notte, ma l'auto sembra aver fretta di arrivare. Mentre sto giungendo nei pressi di uno dei tanti paesini di campagna che mi separano dalla città, m'imbatto in un grosso leprotto che proviene lesto da destra. Ha la precedenza e con una brusca frenata lo lascio passare. Per associazione d'idee mi viene in mente il titolo di un bel film visto in gioventù: "Corsa della lepre attraverso i campi".
In un attimo sono a destinazione. Non è troppo tardi e vedo ancora gente che si muove per le vie del centro. Cercando di non far troppo rumore salgo in casa. Mi piace muovermi al buio, ma Maria Luisa ha lasciato accesa la luce del mio comodino e così non devo sfoderare le mie doti di micio. Lei ha il sonno leggero e sentendomi arrivare si sveglia. Trovo ad accogliermi il suo assonnato sorriso che copro subito con un bacio.
Ora il letto accoglie anche me. Solo lo spazio di una breve preghiera. C'è tempo domani per raccontarci le nostre emozioni della giornata. Buonanotte, amore mio.
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