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sabato 7 marzo 2009

Otto marzo


Oggi è stata una gradevole giornata pre-primaverile. Ho vinto la pigrizia che di solito mi prende nel fine settimana ed ho proposto a Maria Luisa di uscircene per una passeggiata nel tiepido sole del primo pomeriggio.

Ci siamo incamminati verso la zona collinare denominata Campiani. Mano nella mano abbiamo attraversato il quartiere e siamo passati davanti alla chiesa parrocchiale di Urago Mella. Le campane a morto ci preannunciavano un funerale. Ci siamo dati braccetto per un maggior contegno esteriore mentre camminavamo sul sagrato della chiesa. La cerimonia era ormai conclusa ed il breve corteo stava già muovendosi in direzione del cimitero, mentre poche persone anziane si attardavano ancora sul piazzale.

Indico alla moglie l'edificio più piccolo della pieve antica che sorge proprio a fianco della nuova chiesa. Il suono delle campane proviene dal campanile del vecchio edificio e la cosa desta in me un certo stupore perché pensavo fossero ormai in disuso.

Il nostro cammino prosegue, in verità non troppo spedito. Attraversiamo le vie del vecchio borgo su cui si affacciano tanti cascinali ristrutturati, presumibile dimora di benestanti, a giudicare dalle autovetture parcheggiate nei silenziosi cortili.

Lasciato l'asfalto, ascendiamo ora lungo una ciottolosa strada. Vien voglia di togliersi il maglione ed arrotolare le maniche della camicia. Maria Luisa sfoggia una candida maglietta con lo stemma del collegio Ghislieri di Pavia dove ha studiato. Mi viene in mente che, durante il cenone di fine anno, dall'amica Flavia avevamo fatto il proponimento di fare un salto a Pavia durante la prossima festa del primo maggio. Mando un SMS a Flavia per rammentarle la proposta.

Volgendoci indietro, attraverso i rami ancora spogli, riusciamo ormai a scorgere in distanza quasi tutta la città. Nel clima gradevole di questo pomeriggio ogni tanto ci facciamo raggiungere da qualche camminatore più lesto di noi, nonostante l'aspetto tradisca un'età più avanzata. Non abbiamo fretta. Ci lasciamo piacevolmente sorprendere da qualche farfallina che svolazza qua e là e dal frusciare delle lucertole lungo il sentiero. E' lo stesso che in gioventù avevo percorso con Santina ed altri pochi amici fino a Santa Maria del Giogo, sopra il lago d'Iseo. Il sentiero delle tre valli bresciane facilmente riconoscibile per le due strisce di colori sovrapposti: il bianco e l'azzurro, come quelli della squadra di calcio della nostra città.

Chiacchierando amabilmente, con qualche tenera effusione quando non incrociamo altri passeggiatori, arriviamo in cima e la vista dall'alto apre il nostro cuore alla gioia. Giunti nel punto in cui i vari sentieri s'incrociano decidiamo di fermarci. Lì nei pressi c'è uno spiazzo con un roccolo per cacciatori. Le gabbie son tutte vuote. Maria Luisa getta il maglione per terra e si stende al sole, con il viso protetto dall'ombra di un piccolo cespuglio.

Non sono vestito così sportivamente da potermi permettere la stessa mossa. Recupero un masso, non troppo grande da poter essere spostato con una sola mano. Nell'altra tengo il maglione che non ho voluto allacciare in vita per non stiracchiare le maniche. Mi accorgo che quella candida pietra di origine calcarea mi lascia i polpastrelli imbiancati ed allora vi poso sopra un fazzoletto. Poi mi siedo dando sollievo alle gambe e mi godo la vista in lontananza del monte Guglielmo scintillante per le recenti nevicate.

Ci vien voglia di condividere la gioia di quel momento con qualche amico ed allora apriamo il cellulare e chiamiamo Emanuela e Gianni. Anche loro stanno passeggiando nel parco vicino a casa, spinti fuori da questo bel sole di marzo.

Qualche attimo ancora ed è già ora di scendere. Il ciottolato rende la discesa un tantino scomoda. La suola non troppo spessa delle mie scarpe non ammortizza bene le asperità del percorso. Ma la piccola pena non dura a lungo ed in breve ritorniamo a pestare l'asfalto.

Facciamo una piccola sosta in un bar del quartiere, dove ci ristoriamo con un buon thé caldo.

Domani sarà l'8 marzo. Festa delle donne e di tutti gli uomini che le amano.

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